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EREN'S POV:

-...Eren?! Ma cosa ci fai qui? E per di più che cosa ti è capitato?! –

-Niente –

-Entra – Mi dice Jean. Non mi reggo in piedi e cado a terra.

-Oddio no ti prego, non mi svenire davanti! Cazzo ora ho la responsabilità io...su vieni qua- Mi prende a mo' di sacco e mi fa sedere sul divano. Sono le 2 di notte ormai. Mi porta dei cerotti con un disinfettante.

-Mi dispiace, ho solo questo. Ma ora dimmi cosa diavolo ti è successo – Non riesco a parlare, sono distrutto. Ho ancora il corpo che trema per la paura e la mia bocca ha ancora il gusto del liquido seminale di quel maledetto stupratore. Sono tutto sporco di fango per la pioggia.

-Eren? Parlami! Dimmi che sei ancora cosciente! Ma quello è...sangue? – Dice guardandomi i pantaloni.

-Chiamo l'ospedale –

-No –

-Ma come no. Guarda in che stato sei ridotto! Cosa ti è capitato? Riesci a parlare? –

-Mi fa male tutto – Scoppio a piangere. –È sempre colpa mia. Non dovevo girare da solo di notte –

-Non sto capendo, Eren! –

-Voglio lavarmi –

-Sei sicuro? Meglio se chiamo l'ospedale –

-NO! – Dico alzandomi di scatto. Ora sento il dolore spargersi in tutto il mio corpo. Emetto un urlo.

-CALMA, CALMA! Se non mi spieghi cos'è successo, allora chiamo l'ospedale – Gli racconto tutto. Non dice nulla, probabilmente non sa cosa dire. Dopo un po' riprende: -Hai visto i loro volti? –

-No, era tutto buio e c'era la nebbia...-

-Devi contattare la polizia e denunciarli –

-No. Non importa. Sono stato un irresponsabile, è tutta colpa mia –

-Ma ti senti quando parli? Ti pare che è stata colpa tua? Senti, devi prendere il coraggio e chiamare la polizia. Sennò lo faccio io –

-No, tanto non li saprei riconoscere e poi basta soltanto che non mi metto a camminare nel bel mezzo della notte e non correrò alcun rischio –

-Sei veramente un idiota quando fai così. Cosa pensi di fare dato che non sai stare neanche in piedi? –

-Io non lo so. Aiutami –

-Sì ma non posso farti da bastone ogni giorno –

-Ci sarà Mikasa, oppure Armin o...-

-Si vede che non hai la mente lucida. Ti vado a preparare un bagno –

-Aspetta –

-Eh? –

-Cos'era successo di così urgente con Armin? Sta bene? – Rimane in silenzio per tre secondi.

-Ah no, tutto apposto. Non ti preoccupare, abbiamo risolto. Ora pensa solo al tuo di problema – Lo vedo agitarsi un po'. Non credo sia tutto apposto, ma evidentemente non mi vuole dire niente.

-Non fare quella faccia da scemo. So già a cosa stai pensando e no, non ti sto nascondendo niente. È vero, ti ho scritto io prima per chiederti aiuto, ma non per questo devi metterti in marcia verso casa mia la notte! Devi smetterla di preoccuparti troppo per gli altri o finirai per perdere di vista te stesso –

-Ma mi avevi detto che era urgente! –

-Tutti gli amici dicono così e poi magari è una cagata enorme –

𝗟𝗢𝗡𝗧𝗔𝗡𝗜 𝗠𝗔 𝗩𝗜𝗖𝗜𝗡𝗜: A RIREN STORYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora