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EREN'S POV:

E un piano in effetti ce l'ho e mi servirà l'aiuto di Levi. Dopotutto lui è un poliziotto, no? Preparo intanto un bagno caldo per il mio amico e poi mi dirigo in camera per parlare con il mio vicino.

-Credevo mi avresti lasciato a marcire qui. – Commenta. Non sorrido dato che non è proprio il momento. Lui lo nota e mi chiede:

-Che è successo? È ancora qui il ragazzino? –

-Sì, si sta facendo un bagno. Si chiama Armin ed è il mio migliore amico. Non so se posso raccontartelo, ma credo sia giusto poiché sei un poliziotto. Poi se voglio che il mio piano vada a buon fine devo dirti la verità. –

-Piano? Quale piano? Moccioso, vedi di non includermi nelle tue faccende private perché io mi tiro fuori. – Ignoro quest'ultima sua frase e gli spiego tutto.

-...quindi ecco pensavo che tu potessi accompagnarmi in quella discoteca per recuperare i vestiti di Armin e fargliela pagare a quei pervertiti drogati. Ovviamente non voglio dire niente ad Armin, non credo che sarebbe felice se venisse a sapere del fatto che ho raccontato ciò che mi aveva strettamente confessato a qualcun altro. Mi capisci, vero? – Non risponde subito e riflette.

-Beh, il lavoro del poliziotto è proprio quello di prendere in mano le redini della situazione in questi casi, quindi non vedo come potrei dire di no. Va bene, ti accompagno. Però mi servirebbe una denuncia ufficiale per portarli alla centrale. –

-Ma non basta ciò che ti ho raccontato? –

-A me sì basta. Ma a quanto pare allo Stato no. Ho bisogno della denuncia di un testimone. –

-Intendi Armin, vero? –

-Sì. Se è un tuo vero amico dovrebbe capire che lo stai facendo solo per lui. Se non glielo dici non posso fare niente. – Ha ragione. Vado subito in bagno e spiego ad Armin il mio piano.

-Ma aspetta...che ci fa il tuo vicino in casa tua? –

-Oh, beh lo avevo invitato a vedere il mio appartamento e a cenare con me. Giusto per conoscerci un po' di più. –

-Mh ok – Non sembra molto convinto della risposa data, mi sa che sospetta qualcosa. Dopotutto è il mio migliore amico, ormai mi legge nel pensiero. Non vale neanche la pena nasconderlo.

-Ok so che non mi credi e poi io non voglio mentirti. Ho bisogno di qualcuno con cui confidarmi...ne parleremo un'altra volta però. Ora abbiamo faccende più importanti da sbrigare. –

-Quando partiamo? –

-No, tu rimani qui. Non si sa mai. –

-Ma così mi sento proprio inutile. Stai facendo così tanto per me! –

-Non sentirti in dovere! Lo faccio con piacere perché ti voglio bene. –

-Anch'io, ma...-

-Ora basta, lascia fare a me. Tu riprenditi, hai avuto una giornata alquanto intensa. – Come me del resto. Porto Armin da Levi, che intanto si stava preparando in cucina. Poi lo saluto e mi dirigo insieme a Levi in macchina. La discoteca è abbastanza vicina, quindi non dovrebbe durare molto il viaggio, eppure sembra non finire più. In effetti prima eravamo stati interrotti in un momento alquanto delicato, ovvio che nessuno ora non sa cosa dire.

LEVI'S POV:

Sono io l'adulto qui, devo iniziare io a parlare con Eren riguardo ciò che è successo prima. Non possiamo ignorarlo e basta. Fra l'altro sono stato io ad iniziare questa volta e ora mi devo assumere le mie responsabilità.

-Moccioso- Mi guarda come se per ora avesse vagato in un mondo tutto suo, irreale. Forse anche lui era sovrappensiero per il mio stesso motivo.

-Senti, riguardo a prima, ho sbagliato. Mi dispiace di esserti saltato addosso così, soprattutto dopo che stamattina ti avevo respinto. Ho 32 anni eppure continuo a comportarmi come un irresponsabile. Volevo scusarmi per averti dato fastidio. Di sicuro per te non deve essere stato facile sopportarmi prima. – Mi guarda confuso.

𝗟𝗢𝗡𝗧𝗔𝗡𝗜 𝗠𝗔 𝗩𝗜𝗖𝗜𝗡𝗜: A RIREN STORYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora