Capitolo 9

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Sta mattina fa davvero molto caldo, forse anche più del solito ed il solo pensiero di dover salire sull'autobus insieme a tutte quelle persone mi distrugge.
Sta notte in tutti si miei sogni era presente Nicolò, in ogni sogno succedeva sempre la stessa cosa alla fine, ovvero ci baciavamo, la cosa mi ha turbata parecchio e mi ha fatta dormire davvero poco.
Mio padre é fuori dalla nostra stanza e sta parlando con alcuni dei ragazzi della nuova strategia che ha pensato ieri mentre noi eravamo fuori, mi chiedo come mai non sia venuto con noi ieri sera, un po' di svago farebbe bene anche a lui ogni tanto.
"Tuo padre mi ha chiesto di dirti che fra trenta minuti dobbiamo essere sull'autobus" sento bussare alla porta, é Nicolò, si trova sulla soglia della porta e non smette di guardarmi.
"Si sono quasi pronta, metto le ultime cose in valigia ed esco" Prego sinceramente che non mi chieda di ieri, e che se ne vada al più presto dalla mia stanza, sarei troppo imbarazzata per parlare, le mie preghiere sono ovviamente vane e lui entra in camera.
"Posso aiutarti?"
"In realtà si" dato che é qui non vedo perché non sfruttare la cosa.
"Bene, che ti serve?"
"In bagno ci sono le mie scarpe, la mia spazzola ed il mio spazzolino puoi prenderli?" Va in bagno e dopo qualche secondo esce con le cose che gli avevo chiesto di prendere.
"Grazie, potresti anche metterli dentro la valigia? Lo spazzolino va nella borsetta" Sistema le scarpe nella valigia e mette la spazzola dentro una borsetta, in realtà non va li., mentre lo spazzolino é al posto giusto.
"Ti serve altro?"
"No, grazie ma adesso posso fare da sola in realtà" Gli sorrido e mentre dico ciò noto che la valigia di mio padre é nel ripiano più alto dell'armadio, grazie molte papà.
"In realtà c'è una cosa"
"Tipo?"
"La valigia di mio padre é troppo in alto, potresti prenderla? Non ci arrivo" Si avvicina all'armadio e mentre prede la valigia il suo corpo sfiora il mio, in quel momento un brivido mi attraversa la schiena, e la sensazione alla mia pancia torna.
"Ecco a te" mi da la valigia e mi guarda per un po' scrutandomi attentamente.
"Tutto bene?"
"S-si tutto bene" Lo guardo negli occhi e poi abbasso lo sguardo al pavimento per evitare inconvenienti.
"Sicura?"
"Si si, sicurissima"
"Vabbene" Si gira e comincia a camminare verso la porta.
"Aspetta" Non so cosa mia sia preso, le mie labbra si sono mosse sole e la parola é uscita automaticamente dalla mia bocca, non ho nulla da dirgli ma per qualche strano motivo non voglio che esca dalla stanza, si avvicina dinuovo a me e mi giarda negli occhi.
"Sei sicura che vada tutto bene" continua ad avvicinarsi a me sempre più lentamente, fino a trovarsi a qualche centimetro da me.
"Si non so che mi sia preso, sai il sonno fa brutti scherzi" Il sonno? Seriamente? So benissimo cosa mi é preso in realtà, voglio solo saltargli addosso in questo momento.
"Allora posso andare?" 
"No, cioè si, si puoi andare" Sara riprenditi perfavore, hai già fatto abbastanza figuracce per oggi.
"Vabbene" Scatta in avanti e mi da un bacio sulla guancia poi esce dalla stanza, ed io resto immobile per qualche minuto per tornare subito dopo a fare le valigie.

Salimo in autobus finalmente si torna a casa, mi siedo dinuovo in una delle ultime file, mio padre sta volta si mette davanti ed almeno per il ritorno a casa sono sola, o almeno così pensavo.
"Posso sedermi" Nicolò é davanti a me.
"Si" lo faccio sedere anche perché non so quanti posti liberi ci siano, e non so quanti giocatori devono ancora salire, sinceramente se devo scegliere un compagno di viaggio che non sia mio padre qui dentro sceglierei prorpio Nicolò.
Non parliamo per buona parte del viaggio poi però, la mia gamba tocca accidentalmente la sua ed io mi allontano come d'impulso.
"Che succede? Tutto bene?" Oggi mi sto comportando veramente in modo strano.
"Nulla" cerco di sistemarmi in modo da evitare qualsiasi contatto con lui anche se la cosa é quasi impossibile viste le dimensioni dell'autobus.
Dopo un po' cominciò ad avere veramente sonno, ma strada per casa  é ancora molto lunga, ed io, non ce la faccio piùa stare sveglia.
"Posso appoggiarmi?"
"Si certo" Appoggio la mia testa sulla sua spalla e dopo poco mi addormento.

"Sara svegliati, siamo arrivati" La voce di Nicolò mi sveglia, quando apro gli occhi noto che siamo affettivamente arrivati ed io sono ancora appoggiata a Nicolò, mi alzo di scatto salutando tutti scendo dall'autobus salendo subito sulla macchina di mio padre.
Che dopo poco mi raggiunge, che senza fare domande sulla mia fretta, parte dirigendosi verso casa.
Arrivati a casa sono molto stanca e decido di fare una doccia prima di sistemare dinuovo in armadio i vestiti che non ho usato durante il viaggio, poi metto gli altri in lavatrice e prendo il telefono, mando un messaggio alle mie amiche informandole che sono tornata a casa ma che per oggi sono troppo stanca per uscire o per fare qualsiasi altra cosa che non sia dormire e che quindi tutti i dettagli del viaggio li sapranno domani.
Poso il telefono e sensa pensarci due volte mi addormento, sono solamente le otto di sera é ancora molto presto ma io non riesco più a stare sveglia.

Ho bisogno di te... //Nicolò Barella Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora