Capitolo 20

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Al mio risveglio sono ancora parecchio scossa i pensieri su Nicolò e i ricordi di ieri non mi lasciano stare, decido di raccontare tutto alle mie amiche che non hanno esattamente la reazione che speravo, loro sono parecchio felici di quello che é successo tra me e Nicolò.
Faccio una doccia e dopo essermi sistemata vado a fare colazione o meglio prendo un cornetto per poi uscire fuori dato che nella sala si trova l'intera squadra di calcio, e no non ho assolutamente voglia di vedere nessuno di loro.
Pensare che tutto questo casino é iniziato quando li ho conosciuti mi manda totalmente in confusione, volevo solo incontrarli e adesso ogni volta che vedo uno di loro penso a tutto quello che potrebbe succedere e che é già successo.
"Ehy"
"No, no no e no"
Riconosco subito la sua voce e la prima cosa che mi viene in mente di fare é scappare il più lontano possibile.
"Ti ci sei messa da sola in questo casino"
"Da sola?"
È davvero incredibile quanto questo ragazzo riesca a farmi innervosire, riesco a provare venti emozioni diverse ogni volta che mi parla o che mi guarda.
"Potevi dirmi di lasciarti stare"
"Nicolò io non ne avevo la minima idea, mi sarei allontanata subito se lo avessi saputo"
non ho alcuna voglia di parlare con lui ma ormai sono qui.
"Ha perso il bambino"
D'improvviso mi sento una persona orribile senza motivo ho le lacrime agli occhi e non ho neanche conosciuto il bambino, scatto in avanti e lo abbraccio.
"E con questa 'scusa' mi ha lasciato"
"Stai scherzando?"
"Dice che non sarebbe riuscita a perdonarmi dopo quello che é successo e he se il bambino é morto é solamente colpa mia"
Non ho la più pallida idea di cosa dire o cosa rispondere, teoricamente adesso possiamo stare insieme, questa é la prima cosa che mi viene in mente.
"Mi dispiace"
"Adesso Matteo ha una scusa in meno per odiarmi"
"E tutta la storia del matrimonio?"
"Non lo so é impazzita"
"Succede tutto così in fretta"
"Non lo dire a me"
Sto seriamente impazzendo i miei risvegli sono sempre più traumatici e non riesco più a dormire tranquilla da quando lo conosco mi sembra di vivere un film.
"Io torno in camera"
"Va bene"

Arrivo in camera e comincio a saltare come una pazza, mi dispiace per il bambino ma almeno si sono lasciati e adesso la mia coscienza é meno sporca, anche se si sono lasciati per colpa mia,
"Che succede"
Mio padre entra in camera ed io mi ricompongo il primo possibile.
"Sono sono felice per oggi"
"La partita?"
"Si proprio per quella"
"Vabbè preparati va"
"Per cosa?
"La partita"
"Papà ma é sta sera"
"Vabbè ma noi dobbiamo andare prima"
"Si ma sono le undici"
"Si ma maglio arrivare prima"
Esce dalla stanza ed io torno a festeggiare mentre mi cambio.

alle cinque saliamo tutti in bus e ci dirigiamo allo stadio oggi i ragazzi giocheranno contro l'Austria ed io non vedo l'ora, salgo sul bus per prima e mi siedo sola.
"Posso?"
Nicolò é davanti a me.
"Si"
Si siede ed io metto su le cuffie con la musica, infatti non parliamo quasi completamente durante il viaggio ci scambiamo giusto qualche parola e qualche sorriso.
Arrivati allo stadio io vado subito a prendere posto nella panchina dell'Italia ed aspetto che la partita inizi.

dopo poco la partita inizia siamo agli ottavi di finale da qui vincere tutte le partite é di fondamentale importanza se vogliamo proseguire.
il tempo scorre velocissimo e in men che non si dica la partita é terminata con la vittoria, ovviamente, per l'Italia non sono mai stata così felice oggi é forse la giornata più bella della mia vita, e mentre tutti escono dallo stadio io mi dirigo agli spogliatoi e fuori da essi trovo Nicolò.
"Visto che partita?"
"Siete stati bravissimi"
Sono difronte a lui quando scatta in avanti e mi da un bacio sulle labbra per poi entrare nello spogliatoio con gli alti, questa volta nessun senso di colpa niente di niente e questa cosa mi rende un sacco felice, mentre si allontana noto che si gira a sorridermi ed anche io lo faccio.
"Madonna quanto é bello"
Mentre dico ciò mi assicuro che nessuno mi abbia sentito ed effettivamente é così.

Tornati tutti sul bus Nico si siede di nuovo accanto a me e sta volta parliamo un po' di più anche se parliamo di calcio e delle azioni fatte non riesco a non sorridere, ci dirigiamo di nuovo verso l'hotel partiremo domani mattina e finalmente sta notte riuscirò a dormire tranquillamente svegliandomi felice e senza fare brutti sogni.
Scendiamo dal bus ed io vado diretta in stanza, i ragazzi hanno deciso di non festeggiare, per ora, anche se domani tornati a casa faranno un'altra festa a casa di qualcuno come l'altra volta.
Mi metto subito a dormire, non vedo l'ora di tornare a casa e di vedere vera e le altre, non le vedo da davvero tanto non vedo l'ora di raccontargli tutto.

Ho bisogno di te... //Nicolò Barella Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora