Capitolo 5

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Oggi, mi sono alzata prima del solito, sono davvero di buon umore dopo la vittoria di ieri sera.
Non riesco a smettere di pensare alle parole di Nicolò, sono state poche, magari insignificanti, magari semplice curiosità ma non riesco a smettere di immaginarmi cose che non avverranno, come mai ha chiesto di me? Io cosa c'entro con la squadra e con questa cena?
Mi alzo dal letto faccio una doccia che dura un'eternità, uscita dalla doccia noto la chiamata persa di Valeria, decido quindi di richiamarla.
"Ehy, che succede" Valeria non mi  chiama molto spesso, quindi la cosa mi preoccupa un po'.
"Assolutamente nulla, volevo solo sentirti, non parliamo mai" Io e lei parliamo davvero poco anche se siamo sempre d'accordo su tutto e la trovo super simpatica.
"Cosa fai più tardi?"
"Mio padre ha organizzato una cena coi ragazzi della squadra vorrei intufolarmi ed andare anche io"
"Capito. L'altra sera con Nicolò?"
"Oh no mi ha solo portato a casa nulla di che"
"Capisco, domani mattina io e le altre abbiamo pensato di andare a fare un giro in centro magari fare colazione fuori o comprare qualcosa di nuovo"
"Si dai perché no, usciamo veramente poco ultimamente"
"Già lo penso anche io"
Proprio in quel momento sento mio padre chiamarmi dal piano di sotto
"Vale scusami ora devo andare, mi sta chiamando mio padre"
"Ok ci vediamo domani, tienimi aggiornata sulla cena"
"Certo, ciao" metto giù il telefono e rispondo a mio padre.
"Dimmi papà"
"la cena é alle otto fatti trovare pronta passa a prenderti Nicolò in macchina insieme a Federico, io ho un impegno importante mi faccio trovare già al ristorante"
"Vabbene" No non va bene, non va bene per nulla, io in macchina con quei due?

Passano circa due ore da quando mio padre é uscito di casa, decido quindi di iniziare a prepararmi.
Sono completamente impanicata, non so cosa mettere, ho un urgente bisogno di fare shopping.
Opto per un vestito a tubino rosso, é davvero bellissimo chissà perché non lo metto mai, faccio i boccoli ai capelli e metto un paio di tacchi neri che abbino ad una borsetta nera in cui non entra quasi nulla, riguardo il trucco metto solo del mascara, non mi trucco quasi mai e non sono brava nel farlo.
Appena esco dal bagno sento il campanello suonare, guardo l'orologio e sono già le otto meno dieci, faremo tardi.
Mi affretto a scendere e fuori dalla porta trovo Nicolò ad aspettarmi in camicia, sta veramente bene con la camicia.
"Possiamo andare? " Sempra abbastanza di fretta, forse perché abbiamo dieci minuti per arrivare al ristorante.
"Si" Arrivati in macchina noto che Federico non é li.
"Fede non doveva venire con noi?"
"Si dobbiamo passare a prenderlo" mette im moto la macchina e parte andando anche troppo veloce, dobbiamo ancora prendere Federico e sonk già le otto meno cinque, la puntualità non fa per questo ragazzo.
"Rallenta, non voglio morire oggi"
Mi guarita per qualche secondo poi abbassa lo sguardo e ride.
"Abbassati il vestito o tuo padre mi fa fuori" Abbasso gli occhi, sono praticamente nuda, ottimo mi ha visto pure mezza nuda ora, in effetti mancava alla lista.
"Cazzo" Dalla mia bocca esce solo questo mentre provo ad abbassare il vestito ora ricordo perché non lo metto mai.
"Non si dicono le parolacce" Continua a ridere, ok ora mi sta seriamente dando sui nervi.
"E vuoi impedirmelo tu? Cosa farai? Lo dirai a mio padre?"
"Chi lo sa, forse potrei farlo"
"Guarda che non sono una bambina, non serve dire sempre tutto a mio padre, sono abbastanza grande per dire quello che mi va"
"Come vuoi" continua a ridere guardando la strada, in questo momento sono davvero tentata di buttarlo giù e metterlo sotto con la sua stessa macchina.
Arriviamo finalmente davanti casa di Federico, ed io mi slaccio la cintura per passare dietro.
"Stai tranquilla non serve mi metto io  dietro"
"Sicuro?"
"Si si, stai tranquilla" Meno male, sarei rimasta nuda cercando di alzarmi, si siede nei sedili posteriori, io riallaccio la cintura, e Nicolò parte sta volta verso il ristorante. Durante il viaggio i due parlano di calcio, formazioni, strategie e mercato calcistico, decido di stare zitta e di aspettare l'arrivo al ristorante.
Arrivati li slaccio la cintura ed aspetto che Nicolò e Federico si siano allontanati un po' prima di scendere, vorrei evitare di mostrare loro altro, e con questo vestito sarebbe davvero fscile.
Entriamo nel locale dove sono già tutti seduti ad aspettarci, siamo il ritardo di dieci minuti, poteva andare peggio.
"Finalmente siete arrivati, siete sempre molto puntuali" Mio padre decide di precisare il nostro ritardo, come fa sempre e con tutti.
"Lo dica a Nicolò"
"Grazie Fede, grazie per l'aiuto" Ridono entrambi mentre io mi siedo al mio posto, indovinate un po' chi si siede proprio accanto a me, Nicolò.
Ordiniamo la cena e mentre tutti loro parlano della partita e di calcio io sono parecchio annoiata e non so che dire o che fare, decido allora di prendere il telefono e per evitare i commenti di mio padre mi dirigo in bagno.
In bagno non c'è nessuno ed approfitto di ciò per sistemarmi un po' e per controllare i messaggi.
Proprio in quel momento entra in bagno Nicolò.
"Che fai adesso mi segui?" No sono seria mi sta pedinando per caso?
"No in realtà volevo solo usare il bagno" alzo gli occhi al cielo che stano, deve usare il bagno proprio ora, che coincidenze.
Esce dal bagno e si avvicina al lavandino dove sono appoggiata per lavarsi le mani.
"Ti dispiace?"
"Seriamente? Ci sono altri due lavandini"
"Bhe io voglio usare questo, non ci trovo nulla di male" Mi sposto e gli faccio usare il lavandino.
Finisce di lavare le mani e mi guarda dinuovo dalla testa ai piedi.
"Penso che questo vestito ti vada un po' stretto" abbasso lo sguardo e noto che il vestito mi copre appena le mutande, decido però di ignorare la cosa.
"La cosa ti infastidisce?"
"Assolutamente no, lo dico perché sei quasi nuda"
"Bhe non mi guardare" si asciuga le mani e si avvicina a me, noto che il cestino per la carta é proprio dietro di me, mi farà spostare dinuovo?
"Devo buttare la carta, puoi spostarti?" alzo leggermente la testa per guardarlo non é proprio attaccato a me ma é piú alto e anche con i tacchi se sto dritta non riesco a guardarlo negli occhi.
"Bhe almeno che tu non voglia buttare la carta per me"
"Non voglio buttarla ma non mi va di spostarmi, sono comoda appoggiata a questo muro" Continuiamo a guardarci per un po' e lui é sempre più vicino a me, mi posa una mano sul fianco mi bacia e butta la carta nel cestino dietro di me, subito dopo si allontana ed esce dal bagno ridendo.
Sono in bagno da trenta minuti é il caso di tornare di la.

La serata procede abbastanza tanquillamente, per gli altri, io invece ho Nicolò alla mia sinistra che non smette di ridere un attimo per quello che é successo di li.
Lo ignoro per tutta la serata, e finalmente ci alziamo per andare a casa, in macchina con mio padre parliamo un po' della cena mentre io racconto tutto alle mie amiche con dei messaggi che scrivo nei momenti di silenzio, arrivati a casa vado dritta in bagno faccio la doccia e vado subito a dormire, o almeno ci provo quel bacio che per lui é stato insignificante e strategico mi tormenterà tutta la notte.

Ho bisogno di te... //Nicolò Barella Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora