16. Un pensiero in meno

1.6K 86 2
                                    

Maya.

Il giorno seguente Jess non mantenne la promessa di passare al Kiras, e per i successivi tre giorni la vidi molto poco. Per lo meno rispetto ad i precedenti giorni ero riuscita a dormire decentemente; a quanto pare la ragazzina si era impaurita davvero molto, tanto da abbassare lo sguardo ogni volta che si incrociasse con il mio in quella casa. Un po' mi dispiaceva, forse non sarei dovuta arrivare a tanto, ma se l'era cercata. I clienti passavano, e sinceramente quella mattina non ero proprio in vena di sorridere e socializzare come tanto mi suggeriva Josh.《Non sei di buon umore oggi?》mi chiese lui con tono interrogativo.
《In verità non molto》dissi senza guardarlo negli occhi e sorseggiando un caffè con la speranza di riuscire a riprendermi.
《Problemi con la tua ragazza?》
Un sorso di caffè mi andò di traverso a quella domanda ed iniziai a tossire ripetutamente.《La mia ragazza?》《Si, Jessica...》rispose molto tranquillamente.《Ah no, lei no... non è la mia ragazza》avvampai.
《Oh, Maya!》rise.《Si vede lontano un miglio che sei cotta》sussurrò portandosi scherzosamente una mano accanto la bocca.
Io sorrisi timidamente stingendomi tra le spalle.《Davvero?》
《Guarda che se hai bisogno di qualcuno con cui confidarti, sono un buon ascoltatore》disse continuando.
《Ultimamente mi sento molto... ignorata. Ho paura di aver fatto qualcosa di sbagliato. Oh Dio che ansia!》
《Perché non glielo chiedi?》
《Ho intenzione di passare in visita a casa sua presto, ora se permetti ho un cliente da servire》dissi indicando a destra del bancone, dove c'era un ragazzo in attesa di qualcuno.
Dopo aver servito un muffin ed un cappuccino al ragazzo scrutai un po' la sala, e come al solito ci ritrovai Ben seduto con il suo boccale di Tennent's: quel ragazzo era un'incubo. Josh andò via un paio d'ore prima del solito, lasciandomi il compito di chiudere il locale. Mi destreggiai nelle ultime faccende ripulendo per bene le macchine del caffè, i tavolini, il pavimento ed i vetri, poi presi le chiavi e chiusi le porte con svariati giri. Quando uscii stava già facendo buio. Lui era li, nella stessa auto con cui aveva investito Jess. Ero stanca, presi una boccata d'aria gonfiando il petto, raddrizzai la schiena e raccolsi tutto il mio coraggio. Mi avicinai alla vettura e lui abbassò il finestrino.《Scendi dalla macchina》dissi, e lui non se lo fece ripetere due volte. Si innalzò in aria con un sorrisino ebete sul volto. Chiedergli di scendere forse non era stata una buona mossa.《Cosa vuoi Ben?》chiesi quando fu di fronte a me.
《Sei stata tu a chiedermi di scendere, ma se vuoi possiamo finire ciò che avevamo iniziato la sera della festa》disse osservandomi con uno sguardo malizioso e leccandosi le labbra.
Le mie ansie furono più forti di me ed iniziai a tremare. Qualcuno lo bloccò alle spalle: Josh, ma non era a mani nude. Impugnava una pistola che gli stava mirando alla testa. Lui, diventò teso come un tronco.
《Oddio Josh, abbassa quell'affare, non mi ha fatto nulla!》gridai spaventata.
《Ti do tre secondi. Se non giuri sulla tua vita che resterai lontano da questa ragazza e chiunque gli giri attorno ti pianto un proiettile nella testa.》
Il ragazzo sudando cercò di dimenarsi《ti porti dietro la guardia del corpo?》mi chiese sorridendo. Josh tolse la sicura dalla pistola, e lui sobbalzò evidentemente spaventato. 《Lo giuro! Lo...giuro.》
Josh allontanò la pistola e lo prese dal collo.
《Non mi piace avere a che fare con i ragazzini. Sparisci da qui!》disse, ed improvvisamente Ben iniziò a singhiozzare come un bambino.
《Josh lascialo, per favore!》implorai, e lui mi accontentò. Mi avvicinai a Ben.
《Pretendo di sapere una cosa: se sono io il problema, perché Jess?》lui esplose.
《Siete solo delle troie! Lei, Ian, non lo meritava.》
Socchiusi le labbra. Che Ben avesse una cotta per il suo amico?
No, non lo avrei immaginato mai.

Jess.

Mille pensieri mi offuscavano la testa. Magari la gente aveva ragione, magari era davvero tutta colpa mia, magari avrei dovuto seguire Mike e farla finita. Stavo male, era inutile negarlo. Tutto mi ricordava ancora di lui: i miei libri di letteratura; lui passava le ore leggendo poesie. Aveva persino provato a scrivere una dedicandomela il giorno del mio diciassettesimo compleanno, e benché non fosse uscita fuori un granché, fu il regalo che amai più di tutti. Il suo maglione, quello che mi aveva regalato quando gli avevo detto che mi mancava quando tornavo a casa la notte; aveva il suo profumo, per tanto tempo lo indossai a letto immaginando che lui fosse li con me. Le sue foto attaccate alle pareti della mia stanza, di noi che scherzavamo, ridavamo, ci scambiavamo baci; quanto mi mancavano i suoi occhi color cioccolato! Non avevo più fatto nessuna foto in cui io ridessi o scherzassi con qualcuno, almeno non prima che arrivasse Maya, eppure sulle pareti della mia camera c'erano ancora solamente le foto di Mike. Sentii bussare alla porta e corsi ad aprire, un ombra statuaria si intravvedeva a porta ancora chiusa. Pressai il pomello e trascinai di lato la porta ritrovandomi di fronte ad Erick.《Ehy!》disse allero. Sospettosa arricciai il viso.
《Ciao, che ci fai qui?》risposi con lo sguardo basso.
《Ero venuto a scusarmi per l'altra volta, ed a chiederti se ti andrebbe qualche volta di vederci per un caffè. Ovviamente offro io.》
《Non devi farlo solo per tua sorella.》
《Sono venuto qui di mia iniziativa, lei non sa nulla》mi parve sincero.
《Come mai hai cambiato idea?》
《Non ho mai pensato davvero cio di cui ti ho accusata, semplicemente avevo bisogno di sfogarmi su qualcuno, e tu eri un'ottima scusa. Se ci pensi, la sua morte non ha senso, davvero. Era una persona di cuore, era leale e fedele sempre, lui, non lo meritava. Odio quel galeotto di merda!》《Capisco》dissi annuendo freddamente con la testa.《Senti, io so cosa provi e so cos'hai provato perché consideravo Mike un fratello, ed ho sofferto tantissimo dopo la sua morte. Probabilmente io e te lo conoscevamo meglio dei suoi stessi genitori, per questo credo che parlarne sia un modo per aiutarci a vicenda a metabolizzare l'accaduto》dopo alcuni attimi di insicurezza sorrisi.
《Passi domattina alle 10.00am?》
《A domani!》disse stampandomi un bacio sulla guancia e strizzò un occhio allontanandosi.

The otherside Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora