21. È tempo di affrontare le paure

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Maya.

《Non reggo più!》dissi lasciandomi cadere sul morbido letto di Jess che mi guardava confusa con le braccia conserte.
Avevo appena finito di lavorare ed ero esausta.
《Non reggi più?》
Mi guardai attorno,《non reggo più questo posto.》
《Cos'ha che non va questo posto?》mi chiese lei scocciata sbuffando rumorosamente.
《Non è casa mia.》
Lei abbassò lo sguardo senza proferire parola. Mi sollevai con il busto e la tirai da un braccio verso di me facendola sedere tra le mie gambe.
《Non ti azzardare nemmeno a pensarlo!》dissi sollevando un sopracciglio e stringendo le labbra.《Pensare cosa?》mi guardò perplessa.
《Non vado da nessuna parte senza di te.》
Il suo sguardo si addolcì.
《La questione è che non voglio passare tutta la vita a lavorare in una caffetteria. Voglio avere uno stipendio che mi permetta di farmi una vita e staccarmi da mio padre. Non che non mi piaccia stare con lui, ma ormai ho quasi vent'anni. Poi lui ha Bethany, non credo si sentirà solo》sbuffai.
《Ti manca l'Italia?》
《Non sai che darei per una tazza di caffè italiano》ridacchiai, ma il suo volto si fece scuro.
《Maya, cosa succederebbe se io decidessi di studiare lontano da qui?》
Strabuzzai gli occhi e socchiusi la bocca stupita, il mio cuore perse un battito.《Succederebbe un bel casino, non ci avevo mai pensato》abbassai lo sguardo.
《Hai gia fatto domanda a qualche college?》continuai a chiedere.
《Mi sembrava giusto parlartene prima》disse e si sollevò accendendosi una sigaretta.
Per qualche minuto nessuna delle due si degnò di aprire bocca. Quando il mozzicone della sigaretta volò via dalla finestra Jess tornò a sedersi accanto a me.
《Credi che quello di stare insieme sia un errore?》mi chiese.《Perché dovrei pensarlo?》,lasciai cadere la mia testa sulla sua spalla afferrandole una mano.
《Non lo so, pare che il fato ce l'abbia con noi. O forse ci siamo incontrate nel momento sbagliato.》
La guardai, mi sembrò quasi che gli occhioni verdi di cui ero pazza gli si fossero schiariti a causa dell'acqua. E pensare che la prima volta che l'avevo vista stavamo per far scoppiare una rissa. Ridacchiai al pensiero e lei mi guardò confusa.《Ti ho incontrata in un brutto periodo, e sei riuscita a rendere tutto piu bello. Nessun'altro momento sarebbe stato migliore. Supereremo anche questa!》
Lei mi osservò a bocca aperta per qualche istante e poi mi strinse quasi fino a soffocarmi. Appena il suo profumo raggiunse il mio olfatto lo stomaco mi si raggomitolò. La sensazione più bella del mondo, sarebbe stato fantastico morire soffocata da un suo abbraccio.《Hai ragione》disse rubando le mie labbra in un lungo e dolce bacio.
《Dov'è finito il tuo cuore di ghiaccio?》le sussurrai all'orecchio.《Ecco. Ridammelo indietro》rispose sorridendo.

Jess.

L'anno che avevo appena passato era stato strano, assurdo, triste e nello stesso tempo bellissimo. Mi sentivo cresciuta, mi sentivo diversa, non ero più una teenager, stavo diventando una donna. Prima del diploma mi ero ripromessa di sistemare alcune faccende, e così mi ritrovai li, nella stanza delle visite di quel penitenziario.
Una guardia sorvegliava la porta d'uscita e quell'uomo seduto al tavolo di fronte a me in tuta arancione neppure lo riconoscevo più.
Gli era cresciuta la barba, nera e folta, sembrava più robusto di com'era quando l'avevo visto l'ultima volta ed aveva un angolo del labbro superiore tagliato.
《Come stai Ian?》
Il suo sguardo sembrava martellare su di me.《Che cazzo ci fai qui?》
《Sono venuta a trovare un vecchio amico.》
Sorrisi provocatoriamente, ed il mio sorriso sembrò irritarlo.
《Amico? Ricorda che tu eri solo la mia puttana.》
《E tu saresti finito a passare la tua vita qui dentro solo per una puttana?》abbassai lo sguardo ridacchiando.《Non ho mai creduto che tu fossi un duro, Ian, tanto meno lo penserò adesso. Sei solo più arrogante, e con la barba più lunga》continuai indicandola con un'espressione disgustata.
《Dato che dovrò comunque passarci la vita qui, potrei farti del male, non ti conviene provocarmi》i suoi occhi scuri sembrarono incendiarsi.
《Non lo farai》risposi.
Lui ridacchiò.
《Che motivo ho per non farlo?》
《So che ti manco almeno un po' Ian, e nonostante ciò che hai fatto sono felice di rivederti anch'io.》
Il suo sguardo si abbassò e mi sembrò quasi che iniziasse a tremare.
《Eri l'unica cosa importante della mia vita, ero circondato da stronzi, da quando ti ho conosciuta lo scopo della mia vita era diventato quello di tenerti al sicuro dalla gente che mi circondava.》
Prese una boccata d'aria.
《Poi è apparso dal nulla quel figlio di puttana che ti ha preso con le belle parole, che ti trascinava a casa dopo i festini e ti sfilava gli spinelli dalla bocca. Non ti meritaca! Ho mandato qualcuno a minacciarlo più volte, e quando ho capito che avevi perso la testa per lui ho provato a ragionare, te lo giuro, è stato l'alcol ad agire al posto mio, non volevo ammazzarlo ne farti del male》scoppiò in lacrime.
Mi fece tanta compassione.
《C'è un motivo preciso se sono qui.》
《Quale?》singhiozzò tra le lacrime che iniziavano a splcargli la faccia.
《Dirti che va tutto bene, che ho superato la morte di Mike, che mi sono rifatta una vita...》
Gli accarezzai il volto e lui spalancò gli occhi.
《... ma soprattutto che ti ho perdonato》continuai.
《Il tempo è terminato, siete tutti pregati di uscire dalla stanza!》gridò la guardia dall-entrata, ed io mi sollevai dal mio posto raggiungendo l'uscita senza dire altro.
Percorsi non più di dieci metri e svoltando un angolo mi trovai di fronte un'altra figura.
《Jess! Come stai?》mi chiamò e rimasi stupita e pietrificata di fronte a lui senza dire parola.
Mi sentii affogare nei suoi occhi color mare.
《Bene Derek, e tu?》
《Alla grande! Ti presento la mia ragazza》disse facendo segno verso una biondina accanto a lui.
Sorrisi e porsi la mano alla ragazza.
《Mi chiamo Jessica, sono una sua compagna di scuola》
Lei stinse la mia mano con una presa salda e sicura.
《Cameron, molto piacere!》

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