18. La medicina di Maya

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Maya.

《Tu non vuoi che io sia felice!》urlò mio padre dopo l'ennesima discussione.
《Ma cosa diavolo stai dicendo?!》risposi.
《Non ti comporteresti in questo modo altrimenti.》
《Hai fatto tutto tu!》
《Io sto solo cercando di mettere apposto le cose, di riformare una famiglia, per il nostro bene.》
《No papá, tu stai cerdando di rifarti una vita, per il tuo bene!》dissi scandendo bene la penultima parola.
《Tu hai bisogno di una figura materna come quella di Bethany, cosa c'è di male nel volerci rifare una vita?》
《Che lo stai facendo nel modo sbagliato! Stai cercando di dimenticare la mamma, ti comporti come se lei non fosse mai esistita! Ed io non ho bisogno di nessuna Bethany che badi a me, perché so farlo da sola. Ho una madre, un padre ed un fratello; non mi serve nessun'altro!》dissi urlando e battendo i pugni sul tavolo, poi presi la mia borsa e mi avviai verso la porta di casa.
《Dove vai?》chiese mio padre.
《Non sono affari tuoi》risposi mentre la prima lacrima rigava il mio viso.
Cercai di reprimere la rabbia ma mi sembrò di aver sbattuto un po' troppo forte la porta uscendo di casa.
Dove stavo andando? Non lo sapevo neanch'io. Camminavo a zonzo cercando di evitare i posti affollati per far si che la gente non mi vedesse in quello stato. Da quando ero arrivata li a San Francisco la mia vita si era ribaltata, e sembrava che nulla stesse andando per il giusto verso.《Maya!》mi sentii chiamare alle mie spalle, mi volta.《Cos'hai? E dove stai andando?》
La signora Books era li di fronte a me, con lo sguardo preoccupato, teneva in una mano un sacchetto con una scatola di latte e delle uova. Posò una mano sulla mia spalla, ed io istintivamente la abbracciai singhiozzando tra le sue braccia.
《Non lo so》risposi mentre la donna mi accarezzava i capelli corvini.《Andiamo a casa》mi disse, ed io la seguii raccontandole per strada l'accaduto.《Tua madre era una bravissima donna》disse riponendo i suoi acquisti.
《La conoscevi?》chiesi stupita.
《Certo tesoro, lei era la mia migliore amica. Siamo cresciute assieme! Poi io mi sono trasferita qui ed ho conosciuto mio marito. Non ti ho mai detto che ho origini italiane? Come credi che faccia Jess a conoscere la tua lingua?》
《Non ne avevo idea.》
《Io e Ryan abbiamo fatto da damigella e testimone al matrimonio dei tuoi genitori, tua madre aspettava già Daniele. Era bellissima anche con il pancione》,disse sorridendo e guardando il vuoto con aria sognante.《Credo che a tuo padre faccia davvero molto male la sua morte, sta solo cercando di superare la cosa, sii comprensiva》disse con tono dolcissimo, ed io annuii e sorrisi timidamente.
《C'è Jessica in casa?》chiesi speranzosa.
《Uhm, in verità no. Ultimamente sta poco a casa, ma sono contenta che stia superando la faccenda di Mike. Credo che tu abbia buona parte del merito.》
Arrossii di colpo.《Ma no, cosa dice!》
《Sei come una sorella per lei, ed onestamente non avrebbe potuto trovare amica migliore》strizzò un occhio lasciandomi a bocca aperta.
《Inoltre credo che stia frequentando un ragazzo ultimamente, e sembra anche molto carino》continuò.
Spalancai gli occhi di nuovo.
《Un ragazzo?》vhiesi.
《Si, sai c'è un biondino che passa spesso a prenderla, e lei sembra sempre di ottimo umore quando succede. Da una parte è ottimo, dall'altra ti confesso che stavo facendo il tifo per Derek. Che peccato! Quel ragazzo è un tesoro, non credi?》disse con uno sguardo abbattuto, ed io mi sentii una morsa alla bocca dello stomaco. Ecco perché mi stava evitando.
《Capisco》balbettai cercando di non far trasparire la mia delusione.
《Credo sia ora di tornare a casa, la ringrazio di tutto》dissi dirigendomi verso la porta.
《Torna a trovarmi》disse lei allegramente.
Tre sigarette nel mio pacchetto; no, non ero ancora pronta a tornare a casa. Ricordai della piazzetta in cui mi ero dichiarata a Jess, la raggiunsi e mi accucciai sotto un pino accendendone una, le mie lacrime ricominciarono a scendere e le asciugai con le maniche della mia felpa. Le mie mani tremavano, osservavo il fumo dissolversi nell'aria. Ne accesi un'altra, il sapore mi invase la bocca, poi i polmoni. Presi la terza, no, basta! Non era quello di cui avevo bisogno. Cambiai tasca ed afferrai il cellulare.
《Pronto chi parla?》
《Giulia, sono io!》dissi con la voce rotta dal pianto.
《Maya, oddio piccola! Che ti prende?》
《Non ce la faccio più, va tutto storto.》
《Cosa va storto? Maya riprenditi, parlami, mi stai facendo morire!》
《Mi mancate tutti, mi manca la mamma, non posso neppure portarle un fiore. Voglio rivedere la mia casa, mio fratello, la mia chitarra, tutti i ragazzi, il nostro mare. Voglio lasciare questa dannata caffetteria ed iscrivermi all'università!》dissi tutto d'un fiato.《Tutto ciò che ha fatto questa città è stato allontanarmi da mia madre, da mio fratello, da voi, ed anche da mio padre. Ha spezzato i miei progetti di vita, mi ha fatto riprendere a fumare e porre dubbi assurdi sulla mia sessualitá. Odio  davvero, odio questo posto! Non voglio starci un minuto in più》continuai tra le lacrime.《Maya respira, ci sono io qui, sta tranquilla!》la voce rassicurante di Giulia mi fece calmare per un attimo.
《Sono stanca Giulia, mollo tutto. Domani faccio i biglietti, le valigie, ed il prima possibile torno in Italia.》
《Non hai idea di quanto ti vorrei qui, ma non fare scelte affrettate.》
《No, ci ho riflettuto bene, non è il mio posto questo》dissi.
Una figura spuntò alle mie spalle osservandomi con aria confusa, le braccia conserte e la bocca socchiusa:Jess.
Non ebbi il coraggio di guardarla negli occhi e mi limitai a scrutare le DC ai suoi piedi.
《Ora devo andare, ti richiamo appena mi è possibile, un bacio》dissi chiudendo la chiamata.
Jess si piegò sulle gambe mantenendo sempre la stessa espressione, e mi ripulì dalle lacrime passando i suoi pollici sotto i miei occhi che io strizzai. Poi restai li a guardarla con un'espressione innocente senza nulla da dire, così parlò lei.
《Cosa mi sono persa?》chiese, ma non risposi.
Prese posto alla mia destra e portò un braccio dietro il mio collo abbracciandomi e baciandomi la fronte. Sprofondai nel suo profumo che tanto mi mancava.《Potevi dirmelo che vedi un ragazzo, non ti avrei mangiata di certo》sussurrai.
Lei sollevò un sopracciglio allibita.《Non sto vedendo nessuno》scoppiò a ridere.
《Sto uscendo con alcuni vecchi amici di Mike, mi aiuta a ricordarlo, tutto qui》continuò.
《Sono stata con tua madre fino a poco fa》dissi.
《Oh! Si, lei esagera sempre》sorrise giocherellando con i miei capelli.
Si sollevò guardandomi, stavo meglio, lei sorrise.
《Non hai cenato, vero?》
《No》risposi timidamente sollevandomi.
《Andiamo a casa, i miei sono a lavoro, preparo qualcosa e mamgiamo assieme》disse afferrandomi la mano.
Era la prima volta che lo faceva, mi chiesi cosa stesse a significare.
Buttò un po' di carne sul fuoco del barbecue e prese posto sul dondolo accanto a me, che guardavo indecisa l'ultima sigaretta nel mio pacchetto.
《Non devi andare via》mi disse con un'espressione seria e ferma.
《Non è qui il mio posto》risposi nello stesso modo.
Lei appoggiò la sua testa alla mia spalla.
《Magari non qui, ma con me.》
Mi voltai sbalordita a guardarla.
《Jess...》
Lei portò le braccia attorno al mio collo stringendomi .
《Non andrai da nessuna parte》bisbigliò sulle mie labbra sorridendo ed unendole alle sue.
Con i suoi capelli tra le mani, il suo profumo addosso, ed il suo corpo a stretto contatto con il mio, non riuscivo ancora a realizzare. Semba tutto più assurdo quando si è sobri. Mai nessuno era riuscito a farmi avvertire le stesse sensazioni. Quella ragazza mi piaceva tanto da scombussolarmi lo stomaco, tanto da farmi star male quando non la vedevo; i suoi occhi, il suo sorriso, erano la medicina più potente che avessi mai provato. Quando c'era lei con me, andava tutto bene, ed in quel momento mi pentii di non essere partita prima, di aver dovuto aspettare diciannove anni della mia vita per vivere quel istante.
Il cervello mi supplicava di continuare ancora a baciarla, ma dopo un po' le nostre lingue si divisero, e le nostre labbra si staccarono facendo invece unire i nostri sguardi, ma il mio come al solito non resse molto.
《Questo cosa vuol dire?》chiesi quasi sussurrando.《Che voglio provarci, e non mi importa del resto. Ma ho bisogno che tu resti qui con me per farlo》rispose senza lrendere troppo le distanze.
La strinsi a me.
《Ti amo》mi lasciai scappare, e poi restai zitta, incredula per ciò che io stessa avevo detto.
Lei sorrise, fece per aprire bocca ma un forte odore di bruciato ci invase le narici.
《La cena!》disse spalancando gli occhi, scattando via e lasciandomi li senza nessun commento.

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