27. Allo scoperto

1.7K 85 5
                                    

Jess.

Finalmente era li tra le mie mani, il mio amatissimo diploma. Avevo sudato e buttato sangue a terra. Avevo rinunciato alle bellissime serate d'estate ed all'ultimo film di Harry Potter proiettato al cinema, per restare con la testa china sui libri. Alla cerimonia avevano partecipato tutti i miei parenti, ed in più Maya e suo padre. Rechel, come promesso, era di nuovo li, assieme a suo marito e la sua bambina e la loro presenza mi aveva rallegrato tanto. Ma persa una preoccupazione, se ne fece viva un'altra offuscando i miei pensieri: come avrei detto alla mia famiglia che avevo intenzione di partire per l'Italia?
《Mamma, devo urgentemente scambiare due chiacchiere con te》la mia voce uscì ferma e composta, cosa che io in quel momento non ero affatto.
La mia espressione seria e concitata sembrò preocuparla dopo che sollevò lo sguardo da una rivista di Vanity Affaire. Incroció simultaneamente sia le gambe che le braccia; probabilmente, aveva già capito di cosa intendessi parlarle. La voce di Maya che giocava divertita con la piccola Hailey nella stanza accanto si udiva lontanamente. Pensai di interpellarla, ma scacciai via quell'idea.
《Immagino che tu voglia parlarmi della tua scelta riguardo all'università!》《Più o meno》mi grattai la nuca
《Avanti, parla.》
《Credo di aver preso una decisione abbastanza inaspettata, di cui non ti ho mai parlato fino ad ora solamente perché l'ho presa in considerazione davvero da poco tempo.》
Mio padre apparve nella stanza prendendo ad ascoltare con molta pazienza cio che stavo dicendo. In quella situazione i loro occhi sembravano martellare su di me.
《Credo di dover imparare ad essere un po' più indipendente, di dover imparare a cavarmela da sola, cosa che non ho mai fatto. Ho pensato di iscrivermi in un'università italiana, e di prendere casa li.》
La loro espressione era a dir poco sbalordita. Mio padre si portò una mano all'inspida barba bocchegiando, poi di decise a parlare.
《Mi sembra un ottima idea, ma c'è solo un problema: noi possiamo pagarti gli studi, ma come farai a pagare l'affitto e le spese?》
《Ecco, papà, in verità c'è la possibilità che Maya ritorni nella sua città natale, e mi ha proposto di vivere nella sua casa d'infanzia, che ancora le appartiene. Ha il consenso di suo padre. Riguardo alle spese, mi cercherò un lavoro part-time, qualcosa in giro ci sarà!》
Dal sorriso stampato sul volto di mio padre buttai fuori un sospiro di sollievo, che si smorzò nell'osservare la cagnesca espressione di mia madre.
《Hai l'opportunità di frequentare la Stanford, Jess, non dimenticarlo!》mi fulminò con lo sguardo alzando la voce.
A quel baccano Maya si affacciò alla porta della stanza in cui stavano prendendo vita le nostre discussioni e con aria innocente chiese se tutto fosse ok.
《S-T-A-N-F-O-R-D!》ribadì mia madre con uno spelling.
La guardai con aria confusa, stava forse cercando di decidere al posto mio?
《Credo di essere sicura della mia decisione, mamma.》
《Come diavolo fai ad essere così sicura? Hai idea di cosa voglia dire vivere così lontana da casa? Adattarsi ad una nuova vita e tutto il resto?...》continuò a brontolare la mamma per un bel po' mente si stavano creando dei seri contrasti tra la sua opinione e quella di mio padre che si ostinava a difendermi.
Sconvolta da tutta quella babilonia mi avvicinai con aria triste a Maya che aveva assistito a tutta la scena in silenzio, mi accarezzò il volto sfiorandolo appena con due dita. Un semplice gesto che stranamente mi fece sentire meglio. Un gesto che riuscii a tradurre come un "non essere triste, ci sono qui io!". Approfittando del caos cercai i suoi occhioni scuri che erano fissi a guardare il pavimento.
《Credi che sia il caso di dirglielo?》domandai sospirando agitata al solo pensiero.
《Fa cio che ti senti》rispose mostrando un sorriso che parve tremendamente tirato.
Mi voltai nella direzione dei miei genitori intrecciando con delicatezza le mie dita tra le sue e battedo due colpi di tosse per richiamare la loro attenzione. Notai il suo sguardo ancora basso dall'imbarazzo.
《Forse non è il momento giusto per dire determinate cose, ma sento il bisogno di farlo.》
Sentii la mano di Maya stringere più forte la mia.
《Maya non sarà solamente la mia coinquilina, noi stiamo insieme già da un po' e spero che voi possiate accettare la cosa》mi limitai a dire.
Mio padre rimase basito a quella frase, poi scoppiò a ridere di gusto, mentre mia madre strabuzzando gli occhi impallidì, si alzò in piedi e scortesemente si allontanò dalla stanza senza pronunciare parola.
《Qualcosa mi dice che tua madre sospettasse già di noi》bisbigliò ovvia Maya.
《È un colpo pesante, lo devo ammettere, ma datele il tempo di elaborare la cosa, o quantomeno di farci l'abitudine》rispose mio padre sollevandosi per raggiungerla.

Maya.

I miei occhi si persero ad osservare i giochi che faceva il fumo della mia sigaretta disperdendosi nell'aria.
《E pensare che quando ero in Italia, ero iscritta a diverse attivitá sportive. Guarda ora... sto fumando! Io odiavo il fumo!》
Jess mi osservò dall'alto al basso, seduta sulla cappotta dell'auto, poi sorrise.《Sbrigati, si raffredda la pizza!》
Gettai via il mozzicone e goffamente mi sollevai accanto a lei afferrando un pezzo di pizza ed addentandolo con forza, per poi iniziare lentamente a masticare. Dopo aver buttato giù il primo boccone, lasciai cadere la mia testa sulla sua spalla, e mi lasciai cingere un fianco, godendomi ancora una volta, i brividi che il suo tocco mi regalava.
《Non ti so ben dire il motivo, ma sta mattina mi sono quasi sentita in colpa per la discussione tra te e tua madre. Non voglio che la nostra relazione ti allontani dalla tua famiglia.》
Il suo sguardo fin ora fisso al cielo stellato di quella notte, si posò su di me meno confuso di quel che avevo immaginato.
《Sono rischi che sapevamo di dover correre, non mi ci hai costretta. Anch'io avevo paura di causare contrasti tra te e tuo padre, per fortuna ha saputo prenderla bene, ma tu non devi sentirti in colpa》iniziò a giocherellare con una mia ciocca di capelli, tenendo le labbra socchiuse.《In effetti devo ammettere che forse tua madre, era l'unica da cui non mi sarei aspettata una reazione del genere.》
Lei annuì scrollando le spalle.
《Capirà, diamole un po' di tempo.》
Tornai a guardare il cielo continuando a mordere la pizza tra le mie mani.
《Mia madre diceva che tutti abbiamo una stella che ci protegge》,mi pervase un senso di profonda malinconia, Jess se ne accorse.
《Ho letto su internet che c'è un modo per acquistare una stella, e darle il nome desiderato》il suo sguardo si posò nella mia stessa direzione.
《Ora mi chiedo: perché l'uomo ha bisogno di prendere possesso di qualsiasi cosa? Persino delle stelle...》continuò.
《Le stelle non si possono possedere, si può solamente avere l'illusione che una di loro abbia il nome che noi desideriamo darle》commentai, non so da dove venne fuori tutta quella saggezza.
《Tutto al mondo ha un significato simbolico, illusorio. Potrei benissimo dirti che non si chiamano stelle, ma corpi celesti, e che sono solamente un ammasso di plasma.》
《In alternativa potresti anche sforzati di credere un po' alla magia ogni tanto e mettere da parte il tuo cinismo.》
《D'accordo, ma soltanto perché me lo hai chiesto tu》sorrise, ed il suo sorriso contagiò anche me.
《Mi sembra di essere alla fine di un viaggio. Non riesco ancora a realizzare il fatto che presto tornerò in Italia, con te per altro.》
《Qual'è la pima cosa che farai una volta li?》
《Bere una tazza di caffè, assolutamente.》Jess scoppiò a ridere.
《E la seconda?》

《Portare un fiore sulla lapide di mia madre》sospirai
《E poi mostrarle con quale premio sono tornata a casa. Chissà come l'avrebbe presa lei!》sorrisi stringendola tra le braccia in modo buffo mentre lei timidamente rideva divertita.
Mi gissò viso fermandosi sulle labbra.《Sei sporca!》disse secca con un mezzo sorrisino divertito sul volto.
《Dove?》mi tamponai la bocca con un fazzoletto che risultò pulito.
Mi portò l'indice sulle labbra con delicatezza.《Aspetta... qui!》esclamò rubandomi un dolce bacio fuggente.

The otherside Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora