capitolo 6

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Luca

Era passata una settimana e, nonostante avesse controllato più volte, Luca non aveva ricevuto nessuna email. Il suo umore era a terra, aveva alte aspettative visto l'andazzo dell'incontro ed era stata una pugnalata pazzesca per lui vedere tutto bruciarsi.
"Vedrai che arriverà amico, ne sono sicuro" Giovanni cercò in tutti i modi di confortarlo ma con scarsi risultati, non dormiva e mangiava poco da sei giorni. I suoi due amici erano preoccupati per lui e cercavano in tutti i modi di farlo svagare ma era costantemente attaccato al monitor del computer per aggiornare la pagina di Gmail. Niente, il vuoto.

Luca si distrasse un secondo quando sentì il cellulare vibrare nella sua tasca, lo afferrò velocemente e vide che era una videochiamata dalla sua famiglia.
Si guardò velocemente allo specchio sperando che i suoi familiari non vedessero i suoi occhi lucidi e le occhiaie. Non avrebbe mai voluto farli preoccupare.

"Ciao mamma" cercò di essere il più convincente possibile
"Figliolo mio quanto sei bello, ci manchi un sacco"

"Mi mancate anche voi e credevo che non l'avrei mai detto ma anche Santa Maria mi manca"
Vide ridere di gusto sua madre e si sentì un pochino meglio, la sua famiglia avrebbe saputo come tirarlo sù all'istante ma pensò che non era il caso di dirglielo. Avrebbe aspettato qualche altro giorno.

"Tutto bene Luca? Ti vedo pensieroso" disse suo fratello maggiore girando il telefono verso di sè
"Si si, veramente é tutto ok. Soltanto che sento la vostra mancanza e vedervi tutti insieme mi mette malinconia"

-Bene bravo, dai la colpa alla tua famiglia- rimprovero sé stesso
"Non preoccuparti che qui ci annoiamo senza di te"

"Allora? Avevi detto che c'erano delle novità"

"Ho visto un produttore musicale qualche giorno fa, devo solo avere la conferma"
Sentì tutti applaudire e gli si riempì il cuore di gioia. Era la famiglia migliore del mondo.

***

Appena staccò la videochiamata pensò che se quella email non sarebbe mai arrivata, avrebbe deluso la sua famiglia. Di nuovo.

Prese la giacca e la indossò velocemente, salutò Giovanni e senza dargli spiegazioni chiamò un taxi. Dopo 10 minuti di attesa vide l'auto gialla arrivare, vi entrò e indicò al tassista l'indirizzo.

Diversi minuti dopo si ritrovò davanti quella grande casa e si chiese se fosse ancora una buona idea ciò che aveva in mente.
Nella vita aveva sempre agito con razionalità ma aveva capito che rifletterci troppo ti impedisce di fare esperienze. Questa volta voleva essere impulsivo e svuotare la mente.

Bussò alla porta che subito si aprì davanti ai suoi occhi
"Angelica sei appena uscita che vuo-" Tancredi si bloccò all'istante quando si rese conto che in realtà non era sua sorella
"Che ci fai qui?" chiese subito dopo "Devo incontrare tuo padre"

"Non c'è" Luca passò una mano tra il ciuffo biondo e sbuffò "vuoi entrare ad aspettarlo?"
Tancredi si scostò dalla porta e lo fece accomodare sul divano all'ingresso.

Luca lo osservò prendere dei libri dal tavolo e allontanarsi da lui
"Non resti?" chiese istintivamente e lo vide bloccarsi sul posto
"Vuoi che ti faccia compagnia?" quando Luca annuì, Tancredi si sedette sul divano lontano da lui e aprì il libro sulle sue gambe

"Cosa studi?" Tancredi scostò lo sguardo dalle pagine e lo fulminò con gli occhi "senti se mi hai fatto restare per rompermi le scatole, torno in camera mia"

"Ti ho fatto solo una domanda. Mamma mij" uscì il suo dialetto napoletano, segno che si stava davvero arrabbiando
"Senti sei tu che mi hai trattato malissimo per ben due volte, non ti lamentare adesso. Mi comporto solo di conseguenza"

Aveva ragione ma Luca era un tipo troppo orgoglioso per scusarsi nonostante fossero giorni che si tormentava per il suo comportamento nei confronti del ragazzo
"Quindi fai la ripicca?"

"Non essere così patetico. Tratto solo le persone come loro trattano me, non siamo all'asilo Luca" sentì per la prima volta il suo nome pronunciato da lui e sorrise d'istinto
"Che c'è adesso?" Tancredi si sentì preso in giro dalla sua risatina

"Niente mi fai sorridere" il ragazzo riccio davanti ai suoi occhi aggrottò la fronte per poi riposare lo sguardo sulle pagine di quel libro noioso
"Se questo è un modo per farti perdonare del tuo caratteraccio nei miei confronti, stai fallendo"

"Non è nessun modo per farmi perdonare, mi hai fatto sorridere e te l'ho detto. L'hai detto anche tu, non siamo all'asilo"
Luca lo stava provocando, ne sapeva il motivo? NO, ma gli piaceva un sacco farlo

"Mi ripeti perché sei qui?"

"Devo incontrare tuo padre, devo sapere delle cose"

"Tipo il motivo per il quale non ti ha scelto?"

sentì il suo cuore rompersi in piccoli pezzettini a quelle parole. In cuor suo sperava che ci fosse stato uno sbaglio nell'email o che avrebbe dovuto aspettare qualche giorno e non avere fretta. Ora Tancredi gli aveva sbattuto la realtà in faccia e non aveva più scusanti.
Anche questa era andata male.
Del resto come tutte le cose della sua vita.

"Luca?" Tancredi addolcì il tono e sospirò appena vide una lacrima bagnare la guancia del ragazzo biondo
"mi dispiace" continuò sentendosi una persona di merda, avrebbe potuto dirlo in modo più carino.

"Io...io vado. Non dire a tuo padre che sono stato qui. Per favore" scappò da quella casa prima che Tancredi potesse dire qualcosa

"Aspetta" lo richiamò fermandosi sull'uscio della porta a causa della pioggia, Luca cercò in tutti i modi di richiamare un taxi ma a causa del mal tempo la sua linea telefonica non funzionava un granché

"Ti prego rientra, ti ci riporto io a casa. Rischi di ammalarti" Luca avrebbe davvero voluto ignorarlo ancora ma la poggia si fece sempre più forte e fitta così si sentì costretto a ritornare da lui per mettersi a riparo

"Posa fuori le scarpe altrimenti sporchi tutto" fece come gli aveva detto e rientrò in casa

"Aspetta qui, ti porto qualcosa di pulito"
Come sempre ogni volta che si trovava con questo ragazzo, tutte le situazioni gli sembravano surreali. Pensò che forse Tancredi non era così male e che non avevano motivo di odiarsi così tanto senza motivo. Era stato gentile con lui.

"Tieni, vai in bagno e cambiati. Spero siano della taglia giusta"

—-
"Grazie" disse Luca a Tancredi davanti ad una cioccolata calda preparata dalla domestica

"Forse abbiamo cominciato nel modo sbagliato, piacere Tancredi" allungò il braccio verso il biondo che subito strinse la sua mano

"Piacere Luca in arte Aka7even" Tancredi spalancò gli occhi confuso
"Aka che?"

"Questa settimana insonne ho avuto molto tempo per pensare, ho ideato un mio nome d'arte se dovessi diventare un cantate conosciuto" rispose per poi portare la tazza alla bocca e sorseggiare la cioccolata

"Interessante ma cosa significa?"

"questo non si può dire" rispose cercando di essere più sereno possibile.
Quel fottuto sette.

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S/a
Ciao lettori, non ve lo chiedo mai, come state?
Spero bene <3

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