"Non mi conoscevo affatto, non avevo per me alcuna realtà mia propria, ero in uno stato come di illusione continua, quasi fluido, malleabile;
mi conoscevano gli altri, ciascuno a suo modo, secondo la realtà che m'avevano data;
cioé vedevano in me ciascuno un Moscarda che non ero io non essendo io propriamente nessuno per me: tanti Moscarda quanti essi erano.”
-é tristissimo- sbuffò per l'ennesima volta Harry lasciando cadere il libro aperto sul suo petto e incrociandoci le braccia sopra
-che cosa stai leggendo?- chiese Louis senza distogliere lo sguardo dal suo cellulare e da quella che, Harry ci avrebbe scommesso, era la sua casella di posta -ti stai lamentando da un pezzo- gli sorrise poi incontrando il suo sguardo mentre Harry lo fissava dal basso
Erano rimasti lì fuori per tutta la mattina perché nessuno dei due poteva sopportare di stare in casa con il caldo torrido di quei giorni. Louis si era seduto all'ombra sul dondolo del portico con la sua limonata e il suo cellulare per controllare ossessivamente le mail.
Harry, quando non lo aveva trovato in casa, aveva afferrato il libro che stava leggendo e si era sdraiato silenziosamente accanto a lui poggiando la testa sulla sua coscia e ricevendo in cambio una rilassante seduta di grattini fra i capelli.
-uno, nessuno e centomila- disse chiudendo definitivamente il libro mostrando la copertina a Louis che lo guardava piuttosto confuso -é italiano- specificò quindi il riccio -ne ho sentito parlare a letteratura straniera lo scorso anno e questo autore è piuttosto importante in Italia, mi sembrava interessante- sbuffò gesticolando un po' nonostante fosse ancora sdraiato
-e lo è- specificò ancora -é un bel libro ma mi rattrista il travaglio interiore del personaggio- Harry spiegò a grandi linee la storia e traducendo l'ultimo pezzo che aveva letto a Louis che lo guardava interessato dimenticandosi per un attimo del suo cellulare e delle sue mail
-beh è piuttosto veritiero, non credi?- gli chiese poi il castano tirando piano uno dei suoi ricci come se fosse una piccola molla -lo è- rispose Harry -ed è anche questo che mi rattrista- spiegò ancora mettendosi finalmente seduto girandosi totalmente verso Louis
-io credo di essere qualcuno ma per gli altri potrei essere una persona totalmente diversa, capisci?- sbuffò incrociando le braccia -non mi piace- si imbronciò facendo sorridere Louis -pensa se c'è gente la fuori che crede io sia uno stronzo- Harry sbuffò e il castano ridacchiò piano colpendogli il naso con un dito mentre afferrava il suo libro per aprirlo -forse un po' lo sei-
-hei!- si lamentò il riccio colpendolo piano sul braccio e imbronciandosi ancora di più. Louis sfogliò alcune pagine del libro con espressione confusa -quindi lo leggi in italiano?- cambiò argomento restituendogli il libro
-beh si- gli sorrise il riccio dimenticandosi perché fosse offeso -i genitori di mia madre sono italiani, mia nonna mi ha insegnato la lingua e andavamo spesso a trovarli per le vacanze quando ero più piccolo- Harry sembrava emozionato nel raccontare a Louis questi piccoli dettagli della sua vita eppure il castano si rese conto del piccolo, microscopico, accenno di tristezza nel suo sguardo
-non li vedo da quando mamma è morta- sorrise ancora e cercò di convincere Louis che la cosa non lo rattristasse scrollando le spalle e riprendendosi il libro
-sai- intervenne Louis cercando di fare sparire lo sguardo triste -sono stato affidato ad una famiglia di origini italiane una volta- sorrise al ricordo
-davvero?- esclamò il riccio con la curiosità dipinta sul volto. Louis sapeva quanto piacesse ad Harry ascoltarlo mentre parlava, glielo aveva confessato involontariamente tempo addietro e il castano non aveva mai lasciato che quella piccola informazione andasse dimenticata
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A Piece Of Me | Larry Stylinson
FanficHarry torna a casa per le vacanze estive solo tre anni dopo la morte di sua madre, torna nella sua piccola cittadina d'origine in periferia dove si vive tranquilli e tutti si conoscono, torna perché gli mancano suo padre e i suoi amici, torna perché...