TIME TO SAY GOODBYE

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Bellissimo che Matteo fosse stato ufficialmente convocato in Nazionale, pero significava stare lontani per settimane, cosa non facile come sapevamo bene.

«Mi mancherai tantissimo» mi disse il giorno prima della sua partenza.

Ero stretta tra le sue braccia che cercavo di godermi al massimo il suo profumo prima di non poterlo sentire più per un po'.

«Anche tu mi mancherai, Teo» dissi «Come l'aria» aggiunsi stringendolo un po' di più «Però vai e vinci, fai vedere a tutti che Mancini non ha sbagliato a volerti in Nazionale» continuai alzando lo sguardo su di lui e facendogli un mezzo sorriso.

Ne fece uno anche Matteo, prima di lasciarmi un bacio a fior di labbra e uno sulla fronte.

«Ci vediamo a Roma» mi sussurrò appoggiando la sua fronte alla mia.

Sì, le prime partite dell'Italia sarebbero state disputate a Roma, e io e Thessa avevamo già preso i biglietti, contemplando anche Filippo ovviamente.

«Io ti vedrò a Roma, tu non vedrai me» feci notare a Matteo leggermente divertita.

Come avrebbe fatto a vedermi dal campo?

«Ti riconoscerei anche tra miliardi di persone» mi contraddisse Matteo strofinando il suo naso con il mio.

Mi fecero venire il magone quelle parole, e abbozzai un sorriso mentre mi scappava una lacrima che cercai di nascondere a Matteo affondando la testa nel suo petto.

Restammo così a cullarci per un po', poi Matteo si mosse, portandosi una mano alla tasca dei pantaloni.

«Ho una cosa per te» disse.

Io fui costretta a staccare la testa dal suo petto, e quando incontrai gli occhi di Matteo mi accorsi che erano molto lucidi.

«Questo è un portafortuna» iniziò a dire Matteo mostrandomi un sacchettino di stoffa blu «Voglio che lo abbia tu, ma mi devi promettere di aprirlo solo quando ti mancherò di più. Non farti prendere dalla voglia di sapere cosa ci sia dentro, aprilo nel momento in cui credi di non reggere più questa lontananza» continuò «Ripeto, è un portafortuna, quindi non sprecarlo» concluse guardandomi fissa negli occhi.

Io passai lo sguardo da Matteo al sacchettino che aveva in mano, poi annuii.

«Prometto» dissi ancora annuendo.

Matteo fece un sorrisetto.

«Ti amo» mi sussurrò.

«Anche io» dissi io.

Poi ricambiai il bacio di Matteo, l'ultimo che ci saremmo dati per un po' di settimane.

~~~

Prima partita dell'Italia agli Europei, Italia-Turchia allo Stadio Olimpico di Roma.

Che bello vedere la Nazionale giocare!

È sempre un'emozione unica!

No, Matteo non giocò, restò in panchina tutto il tempo, ma da dove eravamo io, Thessa e mio fratello la panchina si vedeva benissimo, e il mio Matteo anche.

Sembrava così piccolino tra quei giocatori conosciuti in tutta Italia!

Lui veniva da una stagione con l'Atalanta dopo aver giocato nel Verona per nove mesi, non lo conosceva nessuno!

Però era già stato in televisione con la Nazionale e aveva avuto le sue prime interviste che lo avevano ufficializzato in squadra.

Doveva essere un'emozione unica.

I Girasoli Di Van Gogh //Matteo Pessina Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora