GOOD TO KNOW

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Sembravano essere passate ore da quando Matteo si era fermato in quella posizione, con una mano sotto il mio mento e il viso vicinissimo al mio. Sembravano passate ore ma non erano comunque abbastanza, perché in sostanza non era ancora successo niente.

«Non ti bacerei mai se tu non volessi» rispose finalmente Matteo dopo attimi di silenzio.

«Non ho mai detto di non volere» gli feci notare io.

«Ma non hai neanche detto di volere» ribatté lui.

Silenzio.

Deglutii e presi un bel respiro.

«Credo che tu conosca la mia risposta» dissi.

Matteo annuì impercettibilmente, poi si avvicinò ancora di più al mio viso fino a che i nostri nasi si sfiorarono.

«Sai... io ho una teoria» iniziò a dire «Gli occhi di una persona non possono brillare a meno che non ci sia qualcosa di molto luminoso dietro» continuò «I tuoi occhi brillano molto in questo momento» aggiunse senza togliere lo sguardo dal mio.

Era una bella teoria, ma dove voleva andare a parare?

«Cosa credi ci sia che brilla dietro ai miei occhi?» chiesi infatti.

«Una cosa che hai aspettato anni per provare ma che purtroppo hai iniziato a pensare di non poter sentire più» rispose Matteo.

Mi accorsi di avere il fiatone.

Ma perché?

Forse perché mi ero accorta che Matteo aveva ragione?

«Di cosa parli?» riuscii a chiedere.

«Del sentirti speciale per qualcuno» rispose Matteo.

Rimasi senza fiato e senza parole.

Ma come aveva fatto a capirlo?

Mi aveva letta dentro come se fossi stata un libro aperto e incustodito, e mi aveva compresa con un solo semplice sguardo.

L'ho sempre pensato che i miei occhi parlano troppo.

Di nuovo silenzio. Nessuno dei due aveva più nulla da dire dopo quell'affermazione, perché in effetti non c'era più nulla di cui parlare, era ora di fare qualcosa.

Credo che se ne accorse anche Matteo, perché qualcosa nei suoi occhi cambiò, e finalmente si decise ad annullare la distanza tra di noi appoggiando le sue labbra sulle mie. Lo sentii mettermi una mano su un fianco, mentre quella che era sotto al mio mento si spostò sulla mia guancia e le sue labbra insistevano sulle mie, iniziando a baciarle delicatamente.

Io rimasi immobile per un attimo, poi spostai una mano sul suo braccio sentendo tutti i suoi muscoli sotto i polpastrelli, l'altra la portai sul suo petto e iniziai a ricambiare il bacio.

Non avevo mai fatto una cosa del genere, e non ero sicura di quello che stavo provando. Era ovviamente bellissimo sentire il ragazzo a cui non riuscivo a smettere di pensare da mesi così vicino, ma allo stesso tempo il bacio era così umido e la sensazione era così strana. Non ero mai stata così vicina a un ragazzo che non fosse Filippo, e quello che sentivo nel mio stomaco era totalmente nuovo. Per di più, il mio cervello sembrava essersi completamente scollegato, era andato in tilt, e non mi dava più segnali su cosa fare e come reagire. C'era solo una cosa che funzionava ancora propriamente, ed era il cuore. In quel momento batteva come non mai, e per un attimo pensai che potesse anche fuoriuscire dal petto da quanto era potente con i suoi movimenti.

Quel primo bacio non durò molto, forse nemmeno un minuto, e quando Matteo si staccò per guardarmi negli occhi mi accorsi che io ne volevo ancora. Baciarlo mi aveva catapultata in un mondo tutto nuovo, un mondo ancora diverso e ancora più bello di quello che mi si era parato davanti agli occhi dopo aver incrociato lo sguardo di Matteo per la prima volta. Di nuovo era successo qualcosa di magico, qualcosa che stava iniziando a essere frequente con Matteo e che a me non dispiaceva affatto provare.

I Girasoli Di Van Gogh //Matteo Pessina Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora