GRADUATION

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Come passano in fretta i mesi!

Soprattutto verso la fine della scuola!

E soprattutto quando hai la maturità!

Sì, purtroppo giugno era arrivato, e con lui erano arrivati anche la fine della scuola e l'inizio degli esami di maturità, in cui io e Filippo ci eravamo lanciati a capofitto. Volevamo uscire bene dalle superiori, perché avevamo fatto cinque anni bellissimi e con delle medie più che soddisfacenti, non potevamo essere da meno all'esame finale.

Filippo faceva il liceo scientifico nel mio stesso istituto, i professori sapevano che eravamo gemelli ed eravamo entrambi sicuri che si aspettassero molto da noi.

«Come va lo studio?» mi chiese un giorno Matteo in videochiamata.

Mancavano due giorni alla prima prova scritta della maturità e lui era via per il ritiro di una partita.

«Abbastanza bene» risposi «Arrivo a sera con un mal di testa indescrivibile, ma sto vedendo risultati nel ricordarmi le cose» aggiunsi alzando leggermente le spalle.

«Ehi, non ti sciupare però» mi disse Matteo «Quando torno a Milano voglio ancora avere una ragazza e non andare al suo funerale perché si è consumata studiando» continuò alzando un sopracciglio.

Io invece lo guardai male.

«Teo!» esclamai poi indignata.

Ma insomma!

Come era drastico!

Matteo fece una risatina, mentre una voce alle mie spalle diceva «Per fortuna che qualcun altro glielo ha detto. Grazie di esistere, Matteo» 

Era ovviamente Filippo, che era appena entrato nella nostra camera e mi si affiancò per salutare il mio ragazzo.

«Ha parlato quello che passa ore e ore sui libri!» esclamai io guardando male anche lui.

Filippo mi fece una smorfia stizzito poi tornò a concentrarsi su Matteo.

«Bella partita settimana scorsa. Gran bel goal» disse alzando il pollice «Peccato che hai fatto goal all'Atalanta e quindi non ti vorrà più indietro» aggiunse ironico.

Matteo fece una risatina.

«È finita pari, non dovrebbero essersela presa» disse poi ridendo.

Rise anche Filippo, prima di tornare alle sue cose.

«Non funziona così vero?» chiesi io a Matteo «Insomma, non è che se fai un goal alla squadra a cui appartieni poi non ti vogliono più indietro, giusto?» specificai.

Matteo mi guardò con un sorrisetto tenero.

«No, Ceciu, non funziona così» rispose scuotendo la testa «Vedrai che tornerò a Bergamo la prossima stagione» aggiunse per rassicurarmi.

Io abbozzai un mezzo sorriso.

«Hai bisogno di ripetermi qualcosa di cui non sei tranquilla?» mi chiese Matteo per cambiare argomento. 

I Girasoli Di Van Gogh //Matteo Pessina Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora