odio il calcio

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A/N!!
heyyy sono sempre io, l'autrice!! ecco alcune informazioni fondamentali e non, da sapere su questa storia :))
non hai un nome predefinito! sarai t/n!
come già ribadito nella descrizione e copertina della storia, questa è una storia (scusate la ripetizione) su Matteo Pessina!

DESCRIZIONE T/N:
-età: 19 anni
-capelli castano scuro lunghi
-occhi castano chiaro
-altezza, 1.68m

bene! se avrò altre cose da aggiungere ve le farò sicuramente sapere, quando vedrete "A/N" fermatevi e leggete attentamente come state facendo adesso <333

buona lettura!!
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Non ci sono abbastanza parole per descrivere quanta irritazione mi provochi l'argomento "calcio", cioè andiamo, ora vorrei tanto sapere come mai c'è tutto questo interesse per un branco di uomini sudati di mezza età che corrono dietro un pallone! A me sembra tutto fuorché di interesse. Chiunque parla di questo sport come se fosse una manna dal cielo! Come se senza di esso non potremmo proprio vivere...Ma fatemi una cortesia e andate a fare qualcos'altro di più produttivo, come lavorare, ad esempio.
Tornando al presente...

"PAPÀ ALLA FINE HA VINTO IL MILAN CONTRO LA JUVENTUS, BIANCONERI DI STO GRAN CAZZO" sento provenire dal salotto.

Mi dirigo in quella stanza e tutto quello che vedo è mio fratello particolarmente in foga per una vittoria del Milan, nonché la sua squadra del cuore sin quando era in fasce, contro la Juventus, la squadra preferita di mio padre da sempre.
"Si si va bene, solo un colpo di fortuna come al solito, non li vedo con molte capacità i giocatori rossoneri" risponde a tono mio padre.
"Parlando di calcio, a che ora oggi l'allenamento?" continua mio padre "alle 16:30, tra un paio di ore, abbiamo tempo" controbatte mio fratello. Si, lui gioca a calcio, ormai da quando aveva 4 anni; ora ne ha 17 ed è uno scassa cazzo come nessun altro, gli voglio tanto bene però dai tutto sommato.

Mio padre volge lo sguardo verso la mia direzione e ridendo nota il mio pigiama molto insolito, il mio pigiama abituale era a lavare quindi ho dovuto accontentarmi del vecchio pigiama di quando avevo 15 anni: canottiera delle barbie e pantaloncini con le ciambelle. Certo ancora è un grande mistero come io faccia a dormire con il pigiama con 40 gradi di notte.

Oggi, 18 giugno, siamo vicini all'estate ma anche nel bel mezzo degli europei. Meraviglioso. In questo periodo sento parlare di calcio più di qualsiasi altro momento durante l'anno, assomiglia proprio al mio più grande incubo. Per farvi capire, preferirei fare 7 ore consecutive di matematica che- no va bene non andiamo così oltre.

Quest'anno è stato il primo anno senza scuola, l'aggettivo esatto per descriverlo è: noioso. Assai, molto, troppo noioso.
Per fino il mio compleanno, 29 Novembre, è stato un flop totale, sono finita a festeggiarlo in famiglia ma è stato abbastanza triste.
Risaputo come non sono mai stata estroversa e come io non abbia nemmeno un amico o amica, mi sono abituata alla sola e unica presenza dei miei familiari.
Ho molte difficoltà a fidarmi della gente e non nego il fatto di aver pensato di poter cambiare in questo aspetto, qualche anno fa, quando ero al primo anno, era un completo inferno, certo, parlavo con i miei compagni di classe ma solo di scuola, non uscivo mai con loro. Eravamo troppo diversi per essere compatibili in qualsiasi modo, quindi decidevo semplicemente di evitare di sprecare il mio tempo per gente per cui non ne valeva la pena. Chiamatemi presuntuosa e tutto il resto ma io so che l'ansia sociale non è una cazzata e la gente dovrebbe smetterla di prenderla come uno scherzo, perché esiste ed è ben oltre il reale.

Tornando alla realtà.
"Ooo ci sei" mio fratello dice usando un tono di voce abbastanza elevato da far tremare i miei poveri timpani.
Di seguito schiocca le dita un paio di volte davanti ai miei occhi in cerca della mia attenzione; così ritorno in me dopo il mio viaggio tra i pensieri che mi assillano in continuazione ogni giorno senza sosta e lo spingo.

"Deficiente, papà stava parlando con te" dice, mentre offeso se ne va calciando il pallone per tutta casa.

Mi siedo accanto a papà sul divano.

"Quindi, vieni all'allenamento di tuo fratello con me o?" dice sorridendo
"Eh credo di no, lo sai che non mi vuole tra i piedi e in più mi da noia vederlo giocare" rispondo.
Lui invece che parlare, chiama indietro mio fratello dicendo "TOMMASO VIENI".
Mio fratello, sgarbato come il solito e irritato torna indietro con la palla seguita dai suoi piedi.

"Cosa" dice mentre il suo sguardo è fisso su mio padre.
L'espressione "cosa" è un spreco di fiato ma è solita di mio fratello, cioè abbi la decenza di aggiungere qualche parole e dire direttamente "cosa c'è?". Non è difficile.

"Lei può venire al tuo allenamento, giusto?" dice mio padre focalizzando la sua attenzione sul pallone rossonero che sta sotto il piede di mio fratello.

"Assolutamente no" controbatte mio fratello sorridendo fastidiosamente verso la mia direzione.
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A/N
HEYYYYY ecco finita la prima parte! noiosa un pochino dai ma nella prossima vedrete più azione. Non spoilero ovviamente ;))

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