chapter 2

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Jungkook era frustato. Subito dopo l'incontro con Taehyung era corso in una chiesa vicino a quel enorme museo e si era chiuso dentro aspettando che qualcuno dall'alto lo contattasse e lo aiutasse. 

"Signore, ho bisogno del vostro aiuto." Aveva chiuso gli occhi concentrandosi per riuscire a chiamare il suo superiore, Namjoon. 

Pochi secondi dopo, una luce bianca invase la chiesa e Jungkook sorrise aprendo gli occhi. "Angelo Jungkook, sei sulla terra da meno di tre ore e già mi convochi?" 

Jungkook si sentiva in imbarazzo ma aveva davvero bisogno dell'aiuto di qualcuno. "Mi dispiace Signore, ma ecco.." prese il biglietto che Taehyung gli aveva dato prima di scappare via e si avvicinò al suo superiore, "ho trovato il ragazzo che devo aiutare, e mi ha dato questo, ma io non so leggerlo."

Le guance gli si erano colorate di rosa e aspettò che l'anziano dicesse qualcosa. "Oh ti ha dato il suo numero di telefono." 

Jungkook alzò un sopracciglio confuso e il Signore rise. "Oh angelo Jungkook, ti ricordi la lezione sugli apparecchi elettronici del mondo terrestre?" Jungkook annuì ma l'espressione fece trapelare tutta la sua confusione. "Il ragazzino ti ha dato un modo per contattarlo."

Jungkook prese in mano di nuovo il foglietto ma sbuffò. "Ma io non so leggerlo Signore," si morse il labbro "non mi avete dato questa abilità." 

Namjoon iniziò a camminare avanti e indietro per la piccola chiesa. "Sei tu a non avermela chiesta caro, non mi avevi detto di darti l'abilità della loro lingua e nient'altro? Che al resto ci avresti pensato tu?" Jungkook abbassò la testa, facendo un cenno positivo. Sapeva bene che aveva chiesto solo di saper parlare la loro lingua. Aveva esplicitamente detto di non voler altri aiuti, era convinto di potercela fare da solo, aveva visto milioni di innamoramenti durante la sua lunga vita da angelo, ma dovette ammettere di aver sottovalutato la missione. 

"Jungkook caro, io ti avevo proposto un aiuto, e un aiuto non è barare, se no non lo avrei permesso, o sbaglio?" 

Jungkook abbassò la testa sussurrando un "si Signore", e l'anziano sorrise avvicinandoglisi. "Non è debolezza accettare qualche aiuto per la tua permanenza sulla terra, quindi.." L'anziano chiuse gli occhi e Jungkook lo imitò. Una mano gli toccò la testa ed una forza sovrannaturale si sprigionò sopra e dentro di lui. Il suo superiore gli stava trasmettendo delle abilità che solo gli umani possedevano. 

"Adesso caro angelo avrai tutto quello di cui hai bisogno, non deludermi." Jungkook aprì gli occhi e si ritrovò da solo in quella umile chiesetta. 

"Grazie Signore." Sapeva benissimo che quell'angelo lo avrebbe sentito.



Taehyung si era ripreso, o almeno in parte. Era chiuso nel suo laboratorio a dipingere, ma qualcosa lo bloccava. Aveva la testa piena di pensieri che si accavallavano uno sull'altro. La mano che di solito era ferma e precisa ora tremava, le sue pupille non riuscivano a stare ferme in un punto preciso.

Si tolse il basco dalla testa e si massaggiò le palpebre, mettendo le dita sotto gli occhiali rotondi.

Qualcuno bussò alla porta ed entrò. "Tae?" La sua assistente, nonché unica amica, entrò nel suo laboratorio e gli sorrise. "Scusa il disturbo, ha chiamato quel Jungkook poco fa ed ha acquistato uno dei tuoi quadri, ma mi ha chiesto di vederti." 

Taehyung si alzò di fretta e si passò le mani già sudate sui pantaloni, come se dovesse pulirsi dalla polvere, anche se in quel luogo, grazie alla precisione quasi compulsiva di Taehyung, di polvere non ce n'era neanche un granello. 

"No p-per favore no," scosse le mani agitato, "non-non farlo venire qui Yuna, per f-favore.." 

La sua amica gli si avvicinò, restando però sempre a debita distanza. "Okay Tae, non ti preoccupare, mi inventerò qualcosa." 

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