chapter 13

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Jungkook era rimasto chiuso in casa per quasi una settimana intera. Usciva solo per andare in quella piccola e confortevole chiesa a pregare. Il superiore Namjoon non si era fatto più vedere e Jungkook aveva un disperato bisogno di finire la sua missione il più velocemente possibile per poter tornare a casa sua: in paradiso. La vita sulla terra stava risultando troppo pesante per l'angelo.

Quando aveva accettato quella missione mai aveva pensato che i sentimenti potessero complicare tutto. Pensava di aver imparato dai suoi errori e non voleva rovinare la vita di nessuno, tanto meno la sua. Taehyung si era aperto con lui e quando Jungkook lo aveva guardato dritto in quei occhi rossi e pieni di lacrime, aveva capito che il pittore avesse davvero bisogno di una persona che fosse in grado di amarlo, ma in quei pozzi scuri e pieni di purezza Jungkook aveva anche letto che Taehyung sperava che quella persona fosse proprio lui

Ma l'angelo non poteva. Doveva tornare su nel cielo, e lasciare la vita umana per sempre, oppure finire all'inferno nelle grinfie di Lucifero, ma non sulla terra, non avrebbe mai trovato una soluzione per restare al suo fianco. Non esisteva una vera soluzione. C'erano gli angeli in paradiso ad aiutare, indirettamente, gli umani con le proprie decisioni, e gli angeli che non avevano seguito le regole, all'inferno con il signore degli inferi. Jungkook era sicuro che allo scadere del tempo, sarebbe diventato un angelo oscuro. Dopotutto, era quello che si meritava.

Sbuffò, il suo telefono sul tavolo squillava. Erano giorni che Taehyung lo chiamava incessantemente, ma Jungkook era sempre rimasto a fissare il suo nome sullo schermo, senza mai rispondere. Si sentiva un vero codardo, ma come faceva a spiegare al piccolo e talentuoso pittore che non poteva stare con lui? Che se ne sarebbe dovuto andare presto? 

Guardò il calendario che ogni giorno segnava con una X: mancavano meno di 50 giorni alla fine di tutto. Quando aveva trovato Yoongi come potenziale fidanzato per Taehyung ne era rimasto contento, ma mai si sarebbe aspettato di aver portato alla mente di Taehyung un ammasso di ricordi spiacevoli e dolorosi. Si sentiva colpevole e dispiaciuto per aver causato tutto quel trambusto, ma era anche consapevole che, senza Yoongi, lui doveva ricominciare dall'inizio.

Un bussare alla porta fece fermare il suo flusso di pensieri e subito dopo una voce, la sua voce profonda, attraversò la porta di legno scuro. "Jungkook? J-Jungkook sei a c-casa?" Taehyung era sudato. Aveva corso per isolati interi dopo aver incontrato Yoongi fuori dal museo. Ormai il sole aveva lasciato spazio alla luna e la brezza serale gli stava congelando le mani,ancora sporche di vernice, e il naso. "J-Jungkook? So che sei lì, v-vedo la luce a-accesa." 

Jungkook si schiaffeggiò la fronte e poi si diresse verso la porta di casa, aprendola. "S-sono g-giorni che ti c-cerco ma di s-solito a q-quest'ora la l-luce era sempre s-spenta così non ho m-mai provato a bussare." Ed era vero. Taehyung allungava il tragitto verso casa sua ogni sera dopo il lavoro, ma non aveva mai provato a suonare il campanello, era sempre timoroso di disturbare, ma quella sera aveva colto l'occasione. 

"La luce era spenta perché di solito la sera vado in chiesa." 

Taehyung sbatté i suoi grandi occhi sotto le lenti degli occhiali. "Ma n-non c'è la m-messa a q-quest'ora..." Jungkook serrò la mascella e si spostò per far entrare il pittore infreddolito.

Taehyung si tolse le scarpe e poi guardò il calendario sul tavolo da pranzo. Si avvicinò curioso. "Vai da q-qualche parte tra m-meno di due mesi?" Jungkook non rispose alla domanda, e Taehyung si sentì a disagio, sperando di non aver detto nulla di sbagliato. 

"Taehyung," si sedette sul suo divano e portò l'indice alle tempie "perché sei qui?" 

Più Taehyung guardava il moro, più capiva che forse non era lui quello a disagio. "N-non h-hai risposto a-alla domanda." Vide il pomo d'adamo del ragazzo fare su e giù.

Si sedette al suo fianco. "Per-rchè segni i g-giorni?" Il pittore stava cercando di essere più intraprendente, voleva provarci, provare ad avvicinarsi e a parlare con lui, e voleva provare ad esternare tutte le emozioni che Jungkook gli faceva provare. 

"Mi trasferisco." Jungkook sussurrò quelle parole sputandole fuori tutto d'un fiato. 

Taehyung smise di respirare. "C-come?" La saliva iniziava a bloccarsi in mezzo alla gola e il suo cuore prese a palpitare. 

"È meglio così." L'angelo si alzò facendosi forza sulle gambe, Taehyung lo guardava scioccato.

"No" Jungkook si girò verso di lui "perché? P-perchè vai v-via?" Anche il pittore si alzò e gli si mise di fronte. 

"Taehyung perché sei qui?" Gli aveva ripetuto la stessa frase di prima e il pittore prese un grosso respiro per darsi forza prima di rispondere. I suoi occhi diventarono più seri ma con la stessa punta di dolcezza che li caratterizzavano sempre. 

"Io-io ho c-capito delle cose." 

Jungkook guardò il divano. "Vuoi sederti così me le dici?" Anche lui aveva uno strano senso di ansia e angoscia nel petto. 

"N-no preferisco s-stare in piedi." L'angelo annuì prima di deglutire pensante. Sentiva che qualcosa stava per cambiare.

"Prima di v-venire qui ho i-incontrato Yoongi." Si prese tutto il tempo per cercare di balbettare di meno e per trovare il coraggio che gli mancava. "V-voleva avere una s-seconda p-possibilità ma io gli h-ho detto che n-non sarei stato c-capace di p-perdonarlo, almeno n-non adesso." Diamine, Jungkook lo guardava con quei occhi così pieni di qualcosa che Taehyung stava facendo un'immensa fatica a continuare. "Mi ha c-chiesto un b-bacio ma io n-non volevo regalare c-così il mio p-primo bacio." Le mani erano bagnate di sudore e gli occhi pizzicavano. "J-Jungkook.." Lo richiamò con quella voce così dolce, anche se più profonda della sua. 

L'angelo aveva già fatto un passo indietro e Taehyung se n'era accorto. "No Taehyung" Era davvero sbalorditivo come riuscisse a capire, prima che il pittore finisse di parlare, cosa voleva dire. 

"P-perché no?" Gli veniva da piangere. 

"Non posso darti quello che vuoi." Jungkook si girò di spalle, non riusciva a guardarlo negli occhi. Non voleva vederlo soffrire.

"E i-invece sì, sono s-sicuro che la p-persona di cui ho b-bisogno sei tu. Io c-con te riesco a p-parlare di p-più, m-mi fai sentire n-normale e il m-mio cuore b-batte ogni v-volta che ti h-ho vicino." Aveva iniziato a piangere silenziosamente, si sentiva rifiutato dalla persona che lo faceva sentire bene, vivo e amato. 

"Taehyung, per favore." Gli occhi dell'angelo si bagnarono. Li strinse e delle lacrime gli rigarono le guance. Le lacrime dell'angelo. Gli veniva quasi da ridere. Era strano come stesse dolorosamente sperimentando una leggenda che si raccontava su in paradiso, la leggenda delle lacrime dell'angelo, che scendono solo per il vero amore. 

"Ti p-prego girati." Le mani di Taehyung si alzarono tremolanti e si attaccarono alla sua maglietta, Jungkook era ancora di spalle. 

"Mi dispiace Taehyung," la voce gli si incrinò per il pianto "non posso stare qui con te." 

Sentì il pittore scoppiare a piangere e poi due braccia lo avvolsero per la vita tenendolo forte. "Io m-mi sono i-innamorato di te." Aveva detto quelle parole con la voce così sincera e piena di dolore che Jungkook pianse ancora più forte. 

Guardò il soffitto e chiuse gli occhi. "Lo so, ma non potrò mai essere io la persona al tuo fianco."

Taehyung se ne andò con il cuore spezzato mentre Jungkook non si era girato neanche per un secondo verso di lui.

Si sedette sul divano e urlò forte. Mise le mani sul petto, dove c'era il cuore. Gli faceva male aver detto quelle parole al pittore, voleva solo aprirsi il petto e togliersi quel muscolo che pompava velocemente.

Pianse, pianse tutta la notte, e in cielo i suoi amici angeli assistettero per la prima volta alle lacrime dell'angelo.









-Alla prossima @taekookitaly ♡

Revisione a cura di BlueMeri___


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