chapter 12

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Era mercoledì pomeriggio e Taehyung si ritrovava, come sempre del resto, nel suo piccolo laboratorio all'interno del museo. Erano passati tre giorni da quando, quella mattina, Jungkook era corso via dicendo di avere delle commissioni da fare.

Nei giorni successivi, il pittore aveva provato a mettere da parte l'imbarazzo e a chiamarlo, ma Jungkook non aveva mai risposto e non aveva neanche visualizzato i suoi messaggi. Taehyung si sentiva deluso dal suo comportamento, e la mente ormai aveva iniziato ad elaborare il fatto che Jungkook fosse scappato via da lui perché, dopo aver ascoltato la sua storia, lo avesse trovato strano e anormale.

Jungkook non sembrava per nulla quel tipo di persona che si allontanava per motivi del genere, ma dopo le venti chiamate senza risposta da parte del moro, Taehyung si era abbattuto ed aveva davvero iniziato a pensare che Jungkook non volesse più avere a che fare con lui. Dopotutto, chi era così buono di cuore da voler bene ad una persona disturbata e piena di traumi com'era lui?

Passò tutta la mattina e il pomeriggio a dipingere. Aveva bisogno di scaricare l'ansia e la delusione sulla grande tela, ma da quello che ne uscì fu solo peggio. Non si era accorto minimamente di aver disegnato un paesaggio limpido e luminoso, dove in alto nel cielo un angelo guardava la terra. La cosa che lo destabilizzò di più fu il dover accettare che quell'angelo dalle ali maestose e bianche somigliasse a Jungkook. I capelli erano neri e mossi, il corpo muscoloso ma non esagerato, e i suoi grandi occhi riflettevano tutta la luce e la grazia che eternava il mondo sotto di sé. Taehyung, inconsciamente, aveva dipinto Jungkook come fosse un angelo, come se fosse il suo di angelo, e quella consapevolezza gli fece inumidire i suoi grandi e dolci occhi. Se era il suo angelo perché lo aveva lasciato da solo su quella terra egoista ed amara?

I giorni continuarono a passare e Taehyung si sentì sempre più abbandonato.

La settimana era giunta al termine e, mentre stava chiudendo il cancello del grosso museo dove lavorava, una mano gli toccò spalla. Si girò di scatto spaventato e si ritrasse dal quel tocco quando vide lo sguardo ammaliante di Yoongi. "Taehyung..." Il ragazzo non voleva di sicuro spaventarlo, ma Taehyung stava tremando. 

"C-che ci fai q-qui? C-cosa vuoi?" Vide lo sguardo di Yoongi diventare triste e si sentì quasi in colpa, ma la verità era che Taehyung non riusciva proprio a stare vicino a lui. Non riusciva a guardarlo e a non vedere i suoi anni più brutti delle superiori, non voleva incolparlo per le azioni del suo ex ragazzo, ma non riusciva neanche ad non avercela terribilmente con lui.

"Non volevo darti fastidio, passavo di qua e ti ho visto chiudere il cancello ed ho approfittato della cosa per un saluto." 

Taehyung si morse un'unghia ed annuì, recuperando il telefono dalla sua tracolla. "È t-tardi e s-sta diventando b-buio" 

Fece un passo in avanti ma la mano di Yoongi si strinse al suo polso. "Ti prego non andare, parliamone." 

Il pittore abbassò lo sguardo sul suo polso intrappolato e aprì la bocca per respirare. "Ti-ti prego l-lasciami." Sapeva che Yoongi non volesse fargli nulla di male, ma quella mano stretta al suo polso senza il suo consenso, lo stava facendo andare nel panico. 

"Ti prego Taehyung, dammi un'altra possibilità, io non ti farei mai nulla." Il ragazzo non lo lasciò andare ma si avvicinò di più. 

"Y-yoongi p-per fav-vore n-non tratten-nermi" Yoongi era vicinissimo al suo viso. Taehyung sentiva il respiro caldo dell'altro, mischiarsi con il suo accelerato. 

"Scusa io-" lasciò andare il suo polso ma alzò una mano e per accarezzargli la guancia. A Taehyung veniva da piangere. Quando il sabato prima Jungkook aveva fatto lo stesso gesto non gli era per nulla dispiaciuto, ma in quel momento, con quella persona davanti, sentiva solo un grande senso di nausea salire su per la gola. 

"Taehyung io mai avrei pensato di rincontrarti, ma è successo e non hai idea di quanto questo per me sia un sollievo." Continuava ad accarezzarlo, forse sperando di riuscire a fermare il tremolio nel corpo del pittore, ma Taehyung non riusciva ad ascoltarlo. Le sue orecchie ronzavano e il suo cuore andava così velocemente da assordarlo; voleva solo scappare a casa sua. "Se il destino mi ha portato te forse è perché voleva che io aggiustassi le cose, è la mia seconda possibilità." 

Scosse la testa e balbettò più del solito. "N-no t-tu m-mi hai m-mentito l-la possibilit-tà di a-aiutarmi c'è l'avevi a-avuta alle s-superiori, io-io n-non posso..." 

Yoongi abbassò la testa affranto e deluso da se stesso. "Mi dispiace, ma pensavo che mi avresti dato almeno una chance per aggiustare le cose passate.. Ho davvero bisogno di essere perdonato da te." Staccò la mano dal viso del pittore e gli si avvicinò ancora di più. "Avevo così voglia di baciarti quella sera.." 

Taehyung deglutì e alzò lo sguardo. Yoongi era a pochi centimetri di distanza. "Io-io-" Dannazione, lui no! Lui non voleva baciarlo, non voleva dare il suo primo bacio così, non a lui. "Io- no-" Lo sussurrò, ma data la vicinanza Yoongi lo capì lo stesso. 

"Perché?" Il pittore aveva smesso di tremare. Chiuse gli occhi e si immaginò il suo primo bacio, la sua prima volta, il suo primo amore. Li riaprì subito dopo spaventato ma consapevole di quello che voleva, di quello di ciò aveva davvero bisogno, di quello che il suo cuore urlava da qualche settimana. "Jungkook."

Yoongi se n'era andato confuso dopo aver sentito quel nome. Taehyung era come incantato, sentiva un calore forte al centro del petto dopo averlo sussurrato. Voleva Jungkook. Voleva che Jungkook lo baciasse, che lo toccasse, che lo facesse sentire vivo.

Era deluso e arrabbiato dal comportamento del moro, sì, ma finalmente aveva sentito il petto affievolirsi dopo aver pensato a lui e a Jungkook insieme. Non aveva mai provato nessun tipo di sentimento negli ultimi anni, e di certo non aveva mai immaginato di baciare qualcuno, ma quel ragazzo che era spuntato così, dal nulla, aveva la forza di riuscire a far togliere quella tanto dura quanto spessa corazza che Taehyung stesso si era costruito con il tempo. Jungkook era davvero come se fosse il suo angelo, come se fosse stato mandato lì per lui, per aiutarlo, per salvarlo da tutti quei demoni che metaforicamente invadevano la mente del pittore. Era uno spiraglio di luce al quale doveva andare incontro, doveva aggrapparsi. Doveva correre verso di lui e poi aprire la grande porta che portava alla sua nuova vita. Ad una nuova possibilità per essere finalmente felice. 

Una vita che Taehyung avrebbe voluto passare con quel ragazzo, a volte un po' buffo, ma così dolce e premuroso. Doveva solo capire il perché fosse scomparso dopo quella sera, doveva cercare per una volta di essere forte ed affrontare tutte le paure ed i timori che lo avvolgevano nell'oscurità da sempre. Doveva trovare Jungkook e dirglielo.

Ma Jungkook era sprofondato nell'abisso della consapevolezza: la consapevolezza che non sarebbe rimasto ancora per molto con lui su quella terra.



Capitolo dedicato interamente a Taehyung e la sua nuova consapevolezza di ciò che prova per il nostro dolce ma tormentato angelo!
Spero vi sia piaciuto♡

-alla prossima @taekookitaly ♡

Revisione a cura di BlueMeri___


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