Mi hai insegnato ad essere forte.

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Sei perso quando ti guardi indietro,
quando capisci che questo maledetto mondo
non ha tempo per darti tempo,
per farti vivere,
farti crescere e farti godere le persone che hai affianco e questo beh..
questo lo capisci sempre tardi.
Lungo questo tragitto tortuoso inciamperai su
dispiaceri e dolori chiamati morte
e sentimenti distrutti chiamati vita.
Sai nonna ora sono grande,
grande tanto da poter capire l'importanza che ha un nonno
nella vita di un nipote.
Noi,
io forse,
non ho mai voluto intrecciare le nostre vite
poi così tanto con te ma nonostante questo sento
che le nostre vite sono intrecciate
e non passa giorno in cui non maledico
i giorni in cui eri lì,
a due passi da me ed io,
nonostante il resto sarei potuto venire lì.
No,
non sei lassù nonna e
non scrivo immaginando tu sia lì,
scrivo per sfogarmi e dirti,
anche se non di persona,
quello che avrei sempre voluto dirti ma non ce
l'ho mai fatta.
Mi sono posto degli obbiettivi nella vita, sai?
Spero tu sia orgogliosa di me perché
credo che qua nessuno lo è...
Non esterno i miei sentimenti e come un autolesionista mi faccio male da solo ma non tagliandomi,
soffrendo dentro che forse è peggio.
Certe cicatrici nonna,
non vanno via,
sai?
Mi hai insegnato ad essere forte e ti ho vista combattere mille battaglie contro una tremenda bestia chiamata tumore e le hai vinte tutte o quasi.
Ora che sei un guscio con qualche organo in meno che ogni giorno
elemosina la morte la mia anima rimaurgina i giorni persi
e non ce la faccio a chiamarti anche se vorrei
ma credimi,
io piango dentro e fuori,
ti penso la notte,
ti penso il giorno,
ti penso e basta.
Ho paura nonna e tu,
tu non lo sai.
Io non sono forte come te,
io ho paura...
paura che tu possa lasciarmi qui
in mezzo a queste bestie che vogliono farmi del male.
Hai combattuto con le unghie e con i denti,
ti ho vista sorridere nonostante le difficoltà e ridere di tutte le tue malattie ed io mi chiedo
di notte cosa avrei potuto fare per cambiare tutto questo,
cosa un essere inutile come me avrebbe potuto fare per salvarti.
La medicina,
quella che tutti elogiamo,
non ti sta salvando, nonna.
Ti sta solo dando un altro po' di tempo per soffrire e alle volte
penso sia egoista nel pensare di volerti ancora in vita
nonostante tu sia stanca della esistenza sofferta.
Non hai uno stomaco ma hai un cuore e so che questo cuore è grande,
grande quanto questo schifo di mondo ed io
non mi scordo di te,
né ora né mai,
nonna.
Vorrei poterti abbracciare,
anche solo un secondo e dirti che mi sei mancata.
Sai nonna
quando tu non ci sarai anche una parte di me andrà via,
te la porterai tu nella tomba e resterà lì con te.
Aumenteranno le ansie,
le paure,
gli incubi.
Vorrei fermare il tempo,
metterlo in pausa solo per godere di te a pieno e per sempre ma questo non si può.
Io sono lontano un pó di chilometri da te ma il mio cuore è rimasto lì,
sul ciglio della strada a guardare le auto passare sotto casa tua con l'interminabile striscia del tempo trascorrere.
Perdonami nonna se non riesco,
se non ce la faccio a chiamarti,
a sentire i tuoi ultimi sospiri di cosce soffocati dalla stretta lenta ed eterna della stanchezza che abbraccia gli esseri viventi.
Non sono stato un buon nipote forse,
non abbiamo mai avuto un rapporto 'sobrio' come tutti i nipoti con i nonni ma credimi,
tu mi sei dentro.
Abbi cura di te, nonna.
Tu sei una guerriera ma io no,
nonna.
Ti ho voglio bene,
ti ho voluto bene e
ti vorrò bene.
Abbi cura di te prima
che del mondo,
nonna.

'Mi hai insegnato ad essere forte e poi te ne sei andata'.

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