pt.18 [Yellow-Coldplay]

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“Si tranquillo, Clarke sii forte” e poi chiudo la chiamata.

Sono ferma a fissare lo schermo nero del telefono da trenta minuti, sono immobile, letteralmente, non so come reagire a quello che ho scoperto, non so neanche quello che sto provando in questo momento.

“Lexa mi apri?”
“Anya vattene”
“Lexa ti prego, non puoi stare da sola adesso”
“Tu lo sapevi e non mi hai detto niente”
“Se te lo avessi detto saresti impazzita”
“PERCHE’ PENSI CHE ORA NON LO SIA”
“Lexa apri questa cazzo di porta e parliamone ok?”
“L’hai voluto tu” apro la porta e mi butto su di lei, preparo il braccio per tirarle uno pugno ma me lo blocca e me lo rigira, con un colpo di reni si rigira e si posiziona sopra di me, con una mano mi tiene le mani attaccate al pavimento e con l’altra mi tira uno schiaffo

“Ti ho allenata io deficiente” detto ciò si alza e mi tende una mano per aiutarmi, ho ancora lo sguardo perso nel vuoto, delle lacrime mi scendono spontanee

“L’ha fatto veramente Anya, quello psicopatico l’ha fatto veramente”
“Lexa-”
“QUEL COGLIONE HA SCOPATO UNA CAZZO DI RAGAZZINA DI 15 ANNI TRA L’ALTRO ANCORA VERGINE E SENZA IL SUO FOTTUTISSIMO CONSENSO”
“Lo so ma Lexa-”
“MA LEXA UN CAZZO, ROAN HA DETTO CHE AVEVA LE GAMBE PIENE DI SANGUE, CHISSA’ CHE CAZZO LE HA FATTO, ERA LA SUA PRIMA VOLTA, DOVEVA ESSERE SPECIALE, ROMANTICA, INDIMENTICABILE, MAGARI CON ME E NON CON QUEL MANIACO”

“E’ questo il tuo problema vero? Che la sua prima volta non sei stata tu?”
“Anya no ma io dico, ti si è fuso il cervello? Non me ne frega un cazzo, se lei avesse voluto, sarei stata contenta per lei, ma lei NON VOLEVA…lei non voleva” mi appoggio al muro e scendo piano piano fino ad arrivare sul pavimento “E’ colpa mia Anya, è tutta colpa mia, avevi ragione, avrei dovuto lasciare stare, non avrei dovuto aspettarla per un mese su quel tetto di merda, non avrei dovuto portarla a casa o baciarla o chiederle di stare insieme”
“Si e in questo modo avresti permesso alla madre di ucciderla? Lexa le hai salvato la vita, più volte, la salverai anche adesso” non riesco a dire nulla, Anya si siede vicino a me e mi fa poggiare la testa sulla sua spalla “Andrà tutto bene Lexa, non arrenderti adesso, la mia sorellina non si arrende mai capito?” chiudo gli occhi e annuisco “Ti voglio bene Alexandra”
“Anche io Anya, grazie per tutto”
“Che ne dici se ti preparo una camomilla e poi ti metti a dormire?” annuisco semplicemente poi ci alziamo entrambe, lei va in cucina e io vado in camera.

Sul muro accanto al letto ho tantissime polaroid messe in fila e ognuna di queste mi ricorda un giorno importante nella mia vita, ci sono foto con i miei amici, foto con Anya, foto con Clarke…Stacco quella che ho fatto il giorno che ci siamo messe insieme, è lei con la testa appoggiata sulle mie gambe mentre la mia mano le accarezza i capelli, accarezzo a foto e la metto sul mio cuscino.

Dopo aver bevuto la camomilla che Anya mi ha preparato mi butto sul letto e mentre stringo la foto tra le mie mani mi addormento.

La mattina dopo vengo svegliata dallo squillo del mio telefono, convinta che sia Roan mi alzo di colpo e rispondo ma la voce che mi risponde non è affatto simile a quella di Roan, né tanto meno a quella di Clarke

“Buongiorno Alexandra, ti ho svegliata?”
“Che cosa vuoi?”
“Te lo hanno mai detto che la tua voce al mattino è molto attraente?”
“Sono io che sono attraente non la mia voce e oltre ad essere attraente sono anche molto lesbica, quindi vai al punto CHE.COSA.VUOI”

“Pensavo di averti detto che ti saresti dovuta calmare”
“Non seguo i tuoi ordini”
“Oh, fidati presto lo farai, anzi inizia subito, non portare niente, ti controlleremo comunque, è sali sul furgone nero che trovi davanti al portone di casa tua, a quanto pare se vuoi rivedere la tua biondina dovrai obbedirmi” e poi chiude la chiamata, lancio il telefono sul muro, probabilmente rompendolo e poi vado a vestirmi

su un tetto per una sigaretta- CLEXA FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora