pt.10 [In Luv With U-Finn]

507 40 13
                                    

Sono sdraiata sul letto con una Clarke addormentata, come sempre, sopra di me. Anya ha parlato con Nyko spiegando la situazione e mi ha dato una settimana a casa, in modo che io possa aiutarla a riprendersi del tutto e magari evitare che faccia altre cazzate.

Sono passati due giorni da quando stavo per perderla, e sono due giorni che non chiudo occhio. Sono distrutta, lo ammetto, vado avanti solo grazie al caffè, ma non posso permettermi di addormentarmi e rischiare che lei si svegli sola e che magari presa in un momento di debolezza provasse di nuovo ad uccidersi.
In più, ogni volta che provo a dormire rivivo quella scena, lei, bianca, tremante e fredda, tra le mie braccia.

Sono quasi le 5 di mattina, decido di alzarmi per farmi un caffè, il 4 o 5 che ho preso durante tutta la nottata.

Arrivo in cucina e metto la moka sul fornello, premetto, non mi metto a fare il caffè con la moka ogni volta che lo devo bere, abbiamo anche la macchinetta ma ormai è mattina, tanto vale farlo bene no?

Mentre aspetto che il caffè esco sul balcone, poggio i gomiti sulla ringhiera e inizio a fumarmi una sigaretta osservando il sole che piano piano decide di svegliarsi, poi sento una mano prendermi il pacchetto delle sigarette dalla tasca posteriore dei pantaloni, non mi giro, so che è Clarke

“Mi serve l’accendino” sorrido a quell’affermazione, ricordandomi la prima volta che ci siamo viste, mi giro e le accendo la sigaretta che aveva tra le labbra
“Come mai sei già sveglia, ti ho svegliata io?”
“No, dovevo andare in bagno, poi ho visto che non c’eri, come mai TU sei già sveglia?”
“Ho la sveglia naturale, quando vado a lavoro sono abituata a svegliarmi presto”
“Non mi piace quando menti”
“Perché pensi che io stia mentendo”
“Perché ti sento ogni volta che ti alzi durante la notte, so che non dormi e bere tutto quel caffè ti fa male, sento il tuo battito molto più veloce ultimamente, dovresti smetterla”
“Sto bene, non ti preoccupare”
“No, non stai bene, ho spento il caffè, adesso ce ne torniamo in camera e ti metti a dormire, e non discutere” decido di non dire nulla, entrambe finiamo di fumare e ritorniamo in camera, ci mettiamo nella stessa posizione di prima e lei inizia a disegnare con il suo dito dei cerchi sul mio braccio “Lexa io sto bene, lo sai vero?”

“Stavi bene anche due giorni fa Clarke, non te sto facendo una colpa sia chiaro, so quello che si sente in quel momento, ti ricordo che ci ho provato anche io, ma non posso affidarmi ad un tuo ‘sto bene’, scusami davvero”
“Non hai niente di cui scusarti, però mi dispiace che tu non riesca più a fidarti di me”
“Io mi fido di te, è delle tue emozioni che non mi fido, prendono il sopravvento a volte, ed è una delle cose che adoro di più di te, perché metti tutta te stessa in quello che fai, però non riesci a controllarle e ho paura, se fossi addormentata non mi accorgerei di niente, e gli incubi che faccio mentre dormo si realizzerebbero una volta svegliata, lo capisci questo vero?”
“Non mi hai detto che fai degli incubi”
“Non posso chiudere gli occhi Clarke, perchè è vero che ti ho tra le braccia tutte le notti, ma io ti avevo tra le braccia anche quel giorno. Ti prometto che tornerò a dormire, solo che per ora ho bisogno, io stessa, di essere vigile SEMPRE, me lo sono perdonato una volta, non credo che ci riuscirò anche con te”
“Non sto capendo” faccio un pesante sospiro, sapevo che prima o poi glielo avrei dovuto dire

“Ti ricordi quando abbiamo fatto il gioco delle 5 domande” lei annuisce “ti ho detto che ho avuto solo una relazione seria, tu poi mi hai chiesto informazioni sulla ragazza e io ho usato il bonus perché non mi sentivo pronta a parlarne, ora sono pronta e credo che tu debba saperlo, ti chiedo solo di non interrompermi, quando avrò finito puoi chiedermi tutto quello che vuoi”

continua a farmi dei grattini sul braccio e io decido di iniziare a accarezzarle i capelli, stranamente oggi, mentre lo racconto a lei, non tremo per la prima volta, e non sento neanche la necessità di piangere, è come una calmante per me, le sue carezze, il suo profumo e quegli occhi azzurri, mi calmano, mi rilassano come niente, a parte l’erba, aveva fatto prima d’ora.

su un tetto per una sigaretta- CLEXA FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora