IX

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La mamma di Luke è una donna troppo buona, ma a me andava bene così. "Se avete bisogno, contate su di noi" ci ha detto. Anche se sapeva che non avrei osato abusare del loro aiuto. Io me la so cavare da sola. Sto bene così, anche senza mia madre attaccata alle costole.

Da mamma:
Torna se hai bisogno, Bea. Ci sarò sempre per te. Baci, mamma.

Guardo quel messaggio che mi sembrava più una lettera di scuse. Alla fine ha ceduto, si sente in colpa ad aver cacciato di casa sua figlia, di averla lasciata sola in quel mondo così crudele.

A mamma:
Sto bene così, grazie comunque. Luke si prende cura di noi.
Ti voglio bene oxox

Quel ti voglio bene piazzato alla fine del sms era un modo per farle capire che non me la sono presa. Non ce l'ho con lei, ma solo grazie a Luke che ha saputo darmi qualcosa di meglio di quello che avevo già. È la mia ancora di salvezza anche se sono io quella che dev'essere forte per lui. Come ogni sera quando lui è agitato per quelle sue esibizioni nei locali in centro e io devo tenergli la mano e dargli da mangiare un pacchetto di Smarties per farlo calmare. "Sei la mia roccia" mi dice sempre. E lo sono, sono la sua roccia sebbene, inconsapevolmente, sia lui che mi rende così forte. Ma non glielo dico, voglio farlo penare ancora un po'. È troppo presto per rimettersi insieme anche se ci siamo andati vicino, quando ho fatto la prima ecografia al quarto mese, l'infermiera ci ha fatto sentire il cuore del bambino che batteva all'impazzata. Andava così forte che sembrava fosse lì lì per scoppiare.
"Ti amo" dice Luke con gli occhi lucidi.
"Anche io."
Ci baciamo quasi mentre mi pulisce la pancia da quel gel trasparente che mi ricopre ogni centimetro di pelle, ma poi entra la dottoressa per dirmi che va tutto bene e muore lì dove è iniziata.
Torniamo a casa contenti di aver saputo che è un maschietto.
"Guarda che pisello, già mi somiglia."
"L'importante è che non diventi stupido come te."
Luke non ride, bisogna stare ancora attenti a fare certe battute. Siamo nella fascia 'no battute che riguardino la causa della nostra separazione'. Allora cambio subito argomento.
"Come lo chiamiamo?"
Iniziamo a discutere animatamente mentre stiamo sdraiati sul divano a mangiare i pop corn. M'infilo in bocca un chicco di mais scoppiato in padella mentre Luke mi scuote la gamba per cercare di convincermi a chiamarlo Alex.
"Alex Hemmings, senti come suona bene" dice. "Alex Hemmings, allora? Ti piace?"
"No che non mi piace" borbotto lanciandogli un pop corn. "È meglio Thomas. Thomas Hemmings."
Luke mi guarda offeso, prende il pop corn che gli ho tirato e lo mangia. Mastica con la bocca aperta perché sa che mi dà fastidio, ho detto che Alex mi fa schifo e mi vuole torturare per farmi pentire di quello che ho fatto uscire dalla mia bocca.
"Smettila, Luke" dico tappandomi le orecchie. "Ti odio."
Mi giro di lato e tengo gli occhi e le orecchie serrati. Non vedo e non sento niente finché Luke non inizia a farmi il solletico sui fianchi facendomi girare di nuovo a pancia in su. Punta le ginocchia sul divano e sta sopra di me mentre fa passare le dita sotto la mia maglia facendomi contorcere dal ridere.
"Ti prego" ansimo. "Basta, Luke!"
Si ferma di colpo e mi guarda dall'alto. Il suo sguardo mi penetra sotto pelle, mi ipnotizza con i suoi occhi blu come il mare. È eccitato da morire, dai pantaloni s'inizia a intravedere la sua erezione che preme contro i boxer forse troppo stretti. Si accorge anche lui e si mette una mano sul cavallo prima di sedersi dov'era prima.
"Cazzo" dice guardando il pavimento.
Mi mordo le labbra e cerco di frenare il mio corpo che vuole saltargli letteralmente addosso. Voglio assaporare ogni centimetro della sua pelle, mi manca sentire il suo odore su di me dopo che avevamo fatto l'amore. Fremo dall'eccitazione e mi allontano da lui prima di finirci a letto insieme.
"Bea" dice avvicinandosi a me. "So che vogliamo la stessa cosa in questo momento, lasciati andare."
Fa scorrere le mani sulle mie braccia per poi arrivare alle spalle. Mi fa voltare e mi massaggia la schiena delicatamente. I nostri corpi sono premuti uno contro l'altro e posso sentire la sua erezione crescere sempre di più contro il mio sedere. Non ce la faccio più, non riesco a controllarmi e mi lascio sfuggire un gemito dalla bocca.
"Sii mia ancora."
Mi toglie la maglia extra large e la butta sul pavimento, poi toglie la sua. Sento il suo petto gelido contro la mia schiena. La sua pelle sulla mia, di nuovo, dopo quattro mesi di astinenza.
Passa le mani sulla mia pancia e finisce per palparmi il seno. Stringe forte attorno ai capezzoli e gemo ancora. Ormai sono totalmente fuori controllo, il mio respiro è diventato irregolare e ora l'unica cosa che voglio è farmi sua.
"Luke" ansimo girandomi. "Ti voglio così tanto."
Lo bacio sulle labbra più volte per prendere di nuovo confidenza con quella bocca ormai sconosciuta e sento il suo sapore. Sorrido, è ancora lo stesso.
Mi siedo sul tavolo da pranzo e lui mi sfila le mutande insieme ai pantaloni del pigiama. Finisce tutto sul pavimento con il resto.
Sono nuda davanti a Luke che mi guarda attentamente per cercare tutte le differenze dall'ultima volta che mi ha vista così. Mi sfiora tutto il corpo fino ad arrivare al seno, poi gli afferro le mani e le nostre dita si intrecciano automaticamente.
"Sono ancora io" dico baciandogli il collo. "Mi è solo cresciuta un po' la pancia."
Sorride e mi lascia per togliersi i pantaloni e i boxer che gli davano fastidio. Gli guardo l'erezione e mi mordo le labbra mentre passo la mano sul mio sesso. Sono bagnata, sono pronta per te, amore mio.
Entra in me e facciamo l'amore su quel tavolo da pranzo che ci ha regalato mia madre, su cui ci sono ancora i segni dei miei esperimenti di scienze delle elementari.
Le mie pareti si stringono attorno a lui e veniamo insieme, abbracciati. Rimane dentro di me per un po'. Siamo stanchi, io ho il culo incollato al legno laccato del tavolo.
"Mi sei mancata così tanto" mi sussurra con la bocca attaccata alla pelle della mia spalla. "Dio, se mi sei mancata."
Parla a fatica e con il fiatone, sembra che abbia corso la 1.000 metri senza essersi nemmeno scaldato, invece mi ha solo scopata sul tavolo del salotto.
Gli bacio il collo, "anche tu" ansimo.
Esce da me e si inginocchia per terra, mi bacia le grandi labbra e inizia a mordicchiarmi il clitoride facendomi venire una seconda volta. Mi lecca e si alza davanti a me prima di avermi infilato la lingua in bocca. Mi fa sentire il mio sapore.
"Sai di un sapore che mi piacerà tutta la vita" mi dice.

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Aloha, anche questo capitolo è finito. Luke e Bea finalmente hanno ceduto e sono tornati insieme, ma d'altronde s'amavano, cosa si poteva fare? Lei l'ha torturato in po' cercando di allontanarlo e poi s'è lasciata andare. Chi non si lascerebbe andare davanti a Luke Hemmings, mi chiedo. Ha resistito anche fin troppo.
Pensava di non volerlo più, ha mentito a se stessa perché le ha fatto troppo male. "Non mi ci rimetto più con Luke" E INVECE, BEATRICE.

Beh, mh, la smetto di annoiarvi. Avrei finito. Okay, avete voglia potete commentare - mi farebbe taaaaaaanto piacere - o limitarvi a mettere un voticino. Grazie a tutti comunque, che seguite queste storia, spero vi stia appassionando tanto quanto a me.
A presto, Marti.

Sotto il cielo d'ottobre, l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora