VIII

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In tv danno Paranormal Activity e Luke mi ha costretta a guardarlo, anche se sapeva perfettamente che ad aver paura sarebbe stato lui e non io. È dall'inizio del film che è sdraiato vicino a me, con la testa appoggiata alla mia gamba. Mi stringe la mano tra le sue dita mentre i due protagonisti del film dormono ignari del pericolo che sta incombendo su di loro.
"Vado a prendere qualcosa da mangiare in cucina" annuncia facendomi spaventare. "Vuoi qualcosa?"
Faccio cenno di no con la testa prima che Luke sparisca in cucina. Sta di là per evitare una delle parti più 'spaventose' del film, come era suo solito fare. "Gli uomini non devono far vedere che hanno paura" mi diceva.
"Luke torna qui, brutto vigliacco" ridacchio. "So che non stai facendo niente!"
Mi alzo per andare a controllare quello che sta facendo e lo vedo appoggiato al mobile della cucina intendo a guardarsi i piedi. Gli tiro un buffetto sulla spalla e mi metto di fianco a lui raccogliendo tutta la sua tristezza.
"Cos'hai, biondino?"
Mi guarda con gli occhi tristi, "oggi me ne devo andare, arriva tua madre" dice sospirando. "Di già."
Gli cingo la vita con le braccia e mi avvinghio a lui appoggiando la guancia al suo petto. Sento il suo cuore battere all'impazzata, allora gli faccio ancora quest'effetto.
Lui piega il collo e appoggia la sua testa alla mia.
"Quando mia madre saprà che sono incinta ti lascerà stare qui quanto vorrai."
Sento un tonfo provenire dalla sala, non troppo lontano da noi, ma non voglio controllare. So che è arrivata mia madre, ma non guardo, evito di trovarmi faccia a faccia con lei, ho ancora bisogno di qualche secondo per prepararmi.
"E invece ti sbagli, signorina."
Non appena la voce di mia madre mi giunge alle orecchie spalanco gli occhi. Luke mi lascia e mi giro dopo aver preso un gran respiro.
Ti prego Dio, fammi sprofondare nel terreno o ci penserà lei ad uccidermi. Portami giù ora, qui. Per favore.
Mi si è fermato il cuore, non lo sento più battere. Rimango pietrificata mentre guardo mia madre mettere le braccia conserte. Mi fissa con gli occhi strabuzzati da pazza, come quelle donne che hanno appena ucciso marito che le tradiva.
Adesso mi uccide e la arrestano. Finirà in isolamento nelle carceri di Sidney.
"Non ci posso credere" borbotta arrabbiata. "E no, cari, non ho intenzione di tenervi qui in casa mia per accudire mia figlia che è rimasta incinta due, tre, quanti mesi fa?"
Mia madre si lascia cadere sulla sedia della cucina mentre mi faccio prendere dal panico. Mi trema tutto e sono costretta a sedermi anche io.
"Sono di due mesi e.."
"Santo cielo, ed io che pensavo addirittura fossi vergine!"
Luke appoggia una mano sulla mia spalla e stringe le dita attorno la mia pelle morbida. Vuole farmi sapere che questa volta c'è, è qui apposta per me, non come prima. Adesso è accanto a me e non mi lascia più, qualsiasi cosa accada.
Si vuole far perdonare, quello stronzo.
"Voi due" mia mamma passa lo sguardo prima su di me e poi su Luke. "Non ho intenzione di badare a voi due, voi tre. Avete voluto metter su famiglia e ora ve la caverete da soli. Non vi voglio più in casa mia."
"Non è stata una cosa voluta" dico giocherellando con le dita.
"Peggio per voi, io non vi voglio più vedere insieme a casa mia. Mi dispiace, ma dovete prendervi le vostre responsabilità."
Guardo Luke in cerca di conforto, "troveremo una soluzione, stai tranquilla" mi dice.
Ma io non sto tranquilla, come faccio a stare tranquilla sapendo che devo lasciare la casa dove ho sempre vissuto entro 24 ore. Eppure non voglio nemmeno aspettare fino alla fine della giornata, me ne vado subito. Lancio i miei vestiti in una valigia sotto lo sguardo di Luke che ha già in spalla il suo borsone.
"Tua madre non lo fa per cattiveria, è solo arrabbiata."
"E a me chi ci pensa, eh?"
"Ci penso io a te, Bea."
Chiudo la cerniera e Luke mi porta giù la valigia. Usciamo e mia madre ci saluta prima di chiudere la porta alle nostre spalle. Guardo la facciata triste di quella che era casa mia, il muro scrostato abbruttiva tutto e i fiori messi lì per decorazione non si vedevano nemmeno.
"Possiamo andare nel mio appartamento."
Guardo Luke con aria interrogativa.
"Doveva essere una sorpresa ma poi ho deciso di partire per l'università ed è successo quel che è successo. Però l'ho risistemato, per te, per noi."
Gli angoli della mia bocca s'incurvano in un sorriso. Sono sollevata, è come se mi avesse tolto di dosso un grosso macigno, pensavo che avrei dovuto chiedere aiuto alla mamma di Luke e invece lui aveva già un asso nella manica.
Mi tiene gli occhi chiusi con le mani mentre saliamo una lunga scalinata.
"Siamo arrivati?"
"Ancora una scalino" dice lasciando la presa. "Eccoci, ma non aprire ancora gli occhi."
Premo le dita sulle palpebre chiuse e cerco di trattenere la voglia di sbirciare. Sento le chiavi aprire la porta e le mani di Luke mi afferrano i polsi delicatamente, trascinandomi verso di lui.
"Posso aprire gli occhi?"
"Aspetta, aspetta."
Mi lascia ancora, sento un rumore e subito mi prende le mani scoprendomi gli occhi. Sbatto le palpebre più volte e vedo davanti a me un piccolo salotto con un divano blu scuro, un tavolino e una televisione niente male. Guardo le foto appese al muro dietro al divano, siamo io e Luke.
Sorrido e ne punto una, "Questa te l'ho fatta io. L'hai trovata nel tuo telefono, vero?"
Fa cenno di si e incrocia le braccia al petto. Mi guarda mente passo il dito sulla parete bianca appena stata verniciata. Butto un'occhiata alla cucina, piccola ma vivibile.
"Ora arriva la parte migliore" dice afferrandomi di nuovo le mani e trascinandomi nel corridoio. "Scegli quale porta aprire."
"Direi quella di..."
"Ti consiglio quella di sinistra per prima" mi sussurra ad un orecchio.
Allora punto il dito su quella di destra e mi avvicino.
"No Bea, prima devi.."
Non lo lascio finire di parlare e apro la porta di legno bianco. Rimango senza parole quando vedo una piccola cameretta allestita per il bambino. C'è tutto il necessario: una culla, un orso di peluche, tanti giochi e un fasciatoio.
"Luke" dico stupita. "È... È bellissima."
"Manca ancora qualcosa, ma i mobili ci sono già. Li ho comprati con i soldi che ho fatto nelle ultime serate."
Fa la sua espressione orgogliosa e se la tiene stampata in faccia per tutto il giorno. Poi cambia subito umore quando lo chiama sua mamma, "sto a casa di Michael a dormire. Ricordati che ti devo parlare" le ha detto.
Ha deciso che vuole fare la pazzia anche lui, dobbiamo dirlo ai suoi genitori. Hanno il diritto di sapere che il loro bambino ha messo incinta la sua ex. Devono sapere che loro figlio è un coglione ma che comunque sta cercando di rimettere a posto le cose. Che casinista, il loro figlioletto.

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Aw siamo già a 1k di visualizzazioni e più di cento voti, sono felicissima, grazie tante! Spero che il capitolo vi piaccia, non è niente di che e si, so che la fine fa schifo, ma comunque ci ho messo il mio cuoricino nello scrivere questa parte.
Se ne avete voglia potete commentare anche solo un 'che schifo' o un 'che bello', così, tanto per farmi contenta - so che volete farmi contenta, avanti -. Anyway, io ho finito di annoiarvi. Alla prossima, Martina.

Sotto il cielo d'ottobre, l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora