XIII

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La sesta ecografia e la prima senza Luke, che ha avuto un imprevisto, 'un appuntamento importante per la band'. Allora gli ho detto che non faceva niente, 'tanto viene mia mamma, m'accompagna lei', ma non è la stessa cosa, avere Luke di fianco era importante e invece mi ritrovo seduta nel corridoio della ginecologia da sola.

Sono stravaccata sulla sedia di plastica con le gambe aperte, ormai non riesco più ad accavallarle. Mi mangio le unghie nervosamente e mi fermo di colpo quando vedo arrivare una ragazza che mi sembra famigliare, stringo lo sguardo su di lei mentre guardo la figura ingrandirsi e divenire sempre più chiara: Rebecca Johnson.

La ragazza più popolare della scuola, la reginetta indiscussa di ogni ballo scolastico dal 2008 al 2014, la colonna portante dell'orda di ragazzine che le correvano dietro come dei cagnolini per avere un accenno di approvazione dalla ragazza più voluta ed importante della scuola. La classica bionda, bella, con la pelle abbronzata in ogni periodo dell'anno. Col sole, la pioggia, il vento, la tempesta, lei era sempre perfetta.

"Guarda chi si rivede! Beatrice Smiths, la fidanzata di Luke Hemmings" dice baciandomi su entrambe le guance. "Dio, che ti è successo?"
Mi guarda la pancia e mi fissa, letteralmente, con una faccia disgustata.
Gesù mantienimi o l'ammazzo.
"Rebecca, che piacere."
"Allora ti ha messa incinta eh, ci è riuscito quello stronzetto!"
Non appena la vedo schiudere le labbra in un sorriso mi si accappona la pelle, inizia a ridere, a gridare, con la sua voce stridula e tanto fastidiosa da farti venire voglia di tagliarti le orecchie.

"Beh? Dov'è? Voglio salutarlo."
"Ha un impegno molto importante e purtroppo non è potuto venire ad accompagnarmi."
Si siede di fianco a me e mi mette una mano sul braccio, "oh signore, che impegno avrà dovuto avere? Niente è più importante di vedere l'ecografia del suo figlioletto."
"Sta facendo un colloquio con una delle più famose case discografiche. Sai, lui e la sua band stanno avendo molto successo in questo periodo."
"Quindi non c'è nessuno ad accompagnarti?"
"C'è mia madre" dico alzandomi. "Credo mi stia chiamando, è meglio che vada, tra cinque minuti ho una visita da fare."

Segue i miei movimenti e si alza anche lei, mi guarda come per dirmi di non andare, di rimanere un po' a chiacchierare.

Poso gli occhi sulle sue mani che si torturavano a vicenda e in quel momento capisco che è sola, la fama che aveva al liceo era completamente svanita, le sue 'amiche' se n'erano andate, l'avevano lasciata in balia di se stessa e del suo caratteraccio.
"Va bene, allora ciao" mormora. "Spero di rivederci presto."

Presa dai sensi di colpa decido di chiederle se in questi giorni ha voglia di vedersi con me per bere qualcosa insieme. Risponde subito di si, s'aggrappa a quella richiesta che aspettava chissà da quanto tempo. Mi dà il suo numero e mi saluta contenta prima di andarsene.

Faccio l'ecografia con mia madre che mi stringe la mano, più agitata di me. Mi sembra di essere tornata a scuola, quando mamma era sempre più preoccupata di me il primo giorno di scuola.

"Che emozione, Beatrice" mi dice mettendosi alla guida. "Mi sembra die esser tornata a diciannove anni fa, quando aspettavo te."
Quasi piange mentre mi racconta quanto lei e papà erano emozionati ad avermi.

Ci fermiamo davanti ad un semaforo rosso, a Baker Street, e guardo fuori dalla finestra, osservo la gente entrare in pasticceria, la più buona di Sidney.
"Mamma ti prego, smettila o mi fai pianger.." mi blocco non appena riconosco Luke seduto al tavolino di fianco alla vetrina.

"Tesoro, stai bene?"
Non rispondo e lo fisso dalla macchina, sta bevendo un milkshake di fronte ad una ragazza bellissima con i capelli ramati, che gli stringe la mano.
Riesco appena a vedere le loro mani una sopra l'altra che mia madre parte.
"Fermati! Mamma, fermati!"
"Cosa?"
"Fermati, dannazione!"

Sotto il cielo d'ottobre, l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora