«Piacere, sono Dakota» dico appena mi siedo sul banco vicino a loro per presentarmi.
«Ciao, io sono Ashley e lei è Melissa» mi risponde una di loro.
Ashley ha dei capelli castano scuro raccolti in uno chignon, occhi di un marrone talmente cupo che quasi sembra nero. Ha un corpo formoso e agita velocemente una matita tra le sue dita, segno chiaro di agitazione. Melissa ha dei lunghi capelli castano chiaro e perfettamente lisci, gli occhi azzurri, viso da bambina e apparentemente timida.
La professoressa di scienze motorie e sportive interrompe i miei pensieri annunciando di svolgere il compito riassumendo dalle pagine del libro scolastico l'apparato scheletrico, e così cominciamo.
Il tempo scorre e l'ora si conclude, riusciamo a consegnare il compito in orario e usciamo da scuola. Saluto con un accenno di sorriso le due ragazze, e mi dirigo verso il cancello di uscita.
Arrivata a casa mangio un piatto di spaghetti al sugo, e successivamente mi chiudo nel mio rifugio, la mia camera. Ripenso alle due ragazze che sono state approssimativamente gentili con me, benchè sia stata parecchio silenziosa, ho sempre poco da dire ed evito sempre di fare figuracce. Eppure c'è da ricordare che sono le uniche due ragazze della classe con cui ho scambiato almeno una parola da quando è cominciato l'anno scolastico.
Accendo lo stereo e metto la mia canzone preferita, "Nave Fantasma" di Mostro, è una canzone in cui mi rispecchio fin troppo, e mi aiuta quando mi sento giù di morale.
Per me la musica è vita: ogni genere ha un suo perchè, ogni strumento mi parla in modo specifico, ed ognuno ha sempre qualcosa di diverso da raccontare alle persone che sono in ascolto. Adoro follemente la chitarra elettrica ed il violino, sono gli strumenti musicali che a parer mio hanno da dire più degli altri.
Si fa improvvisamente ora di cena, così mangio e mi chiudo di nuovo nel mio rifugio.
Ci ritroviamo nuovamente al calar del sole e allo spuntar della luna.
Apro il cassetto del comodino vicino al letto e tiro fuori la lametta.
Anche oggi è stata una giornata triste, buia ed angosciante, mi sento terribilmente sola, ma ormai si parla di quotidianità.
Mi addormento finalmente dopo ore di pensieri, dove la mia testa non voleva proprio star zitta.
E' un altro giorno, ho la sveglia alle 7:25 ma come sempre mi alzo venti minuti dopo, e devo prepararmi in tutta fretta per non fare tardi. Scelgo dal cassetto l'abbigliamento che indosserò in giornata, una t-shirt degli AC/DC nera, leggins neri e converse nere.
Vado in bagno, mi do una sciacquata veloce, un filo di matita e mascara sugli occhi e sono pronta.
Appena arrivo davanti scuola, cerco di farmi spazio tra l'ammasso di gente che aspetta il suono della campanella per entrare, e qualche minuto dopo sono nell'aula. In lontananza vedo le due ragazze di ieri salutarmi con la mano, e ricambio subito il saluto.
Mi concentro su un libro di geografia che ho di fronte agli occhi e aperto sul banco, quando sento muovere la sedia di fianco a me: era Ashley che mi si stava sedendo accanto.
«Hey! Posso?» mi domanda, e le annuisco.
«Ti ho visto qui da sola, e ho pensato che potesse farti piacere un po' di compagnia.»
Oh, mi fa piacere eccome, non desideravo altro in realtà, ma sono troppo egoista ed orgogliosa per farmi avanti io in situazioni del genere, voglio che mi cerchino gli altri.
Le ore scorrono veloci, e io ed Ashley non facciamo altro che parlare del più e del meno senza mai fermarci, tanto che i professori ci avranno ripreso circa dalle cinque alle sei volte.
Suona la campanella che ci avvisa dell'orario di uscita, così mi accascio verso lo zaino, ci infilo all'interno il libro e l'astuccio che ho utilizzato in quest'ultima ora, e mi dirigo verso il cancello.
«Se ti fa piacere, domani potrei sedermi di nuovo vicino a te e seguire le lezioni insieme, che ne dici?» mi propone Ashley.
«A patto che stavolta ci facciamo mettere una nota.» le rispondo scherzosamente; lei ride e conferma quanto detto, prima di salutarmi e andarsene dalla parte opposta alla mia.
[...]
Siamo nel mese di dicembre e la mia vita è rimasta esattamente uguale a come lo è stata fin'ora, tranne per il fatto che ho legato molto con Ashley. Passiamo veramente molto tempo insieme, e non la finiamo mai di parlare, troviamo sempre qualche argomento su cui dire la nostra.
In questo momento sono le cinque e mezzo di un freddo pomeriggio d'inverno, sono sola a casa e decido di chiamare Ashley per invitarla a cena:
«Hai impegni per stasera?»
«No nulla da fare, cosa avevi pensato di fare in quella testa malata che ti ritrovi?»
«Di mangiarci una pizza insieme stasera, cretina» esclamo ridendo.
«Ci sto, e grazie per l'insulto. Per le sette e tre quarti mi faccio accompagnare da te e porto io le pizze senza che ti scomodi. Margherita?»
«Of course!» urlo con un po' troppa euforia, e attacco.
In perfetto orario il citofono suona e mi affaccio dalla finestra per assicurarmi che sia Ashley, prima di aprire le porte ad uno sconosciuto. Do un'occhiata veloce al cancello d'entrata e vedo la mia amica con due scatole di pizza in una mano, e che si sbraccia con l'altra per farmi segno di farla entrare.
Schiaccio il tasto di apertura del cancello e mi avvicino alla porta d'ingresso per attenderla ed invitarla ad entrare, mi saluta calorosamente e ci sediamo a tavola.
Tra una chiacchiera e l'altra faccio una battuta davvero idiota quando improvvisamente, lei scoppia a ridere mentre beve un bicchiere di coca cola, e sputa tutto sulla tavola. Continuiamo a ridere così forte che dopo tanto tempo mi sento finalmente viva. Mi sto divertendo talmente tanto che non vorrei mai che quella serata finisse. Ma come tutte le cose belle, finisce. Più tardi ci salutiamo e ci diamo appuntamento per il giorno seguente a scuola.
Con il tempo comincio ad essere un po' più motivata sapendo che c'è Ashley, e la situazione si fa sempre meno stressante.
Da alcuni atteggiamenti noto che Melissa comincia a provare un po' di gelosia nei confronti di Ashley, e questo mi dispiace, non voglio mettermi in mezzo ad un'amicizia nata molto prima. Ci tengo a precisare che anche Melissa mi piace, è sempre solare e si sta bene quando si è con lei, semplicemente con Ashley mi sono presa di più, tutto qua.
A marzo dell'anno seguente, io e le ragazze decidiamo di creare un gruppo Whatsapp con noi tre all'interno, e pian piano cominciamo a diventare un trio, un forte trio.
Passiamo ogni secondo della nostra vita insieme, tra pranzi e cene, allo stare insieme a dormire a casa di una di noi, e tutte le prime esperienze come le mestruazioni, o come ahimè, quella delle sigarette.
Alla fine dell'anno scolastico verso giugno, siamo state tutte promosse, e verso la fine del mese decidiamo di passare una giornata al lago e, giuro non so per quale stupido motivo, ci viene voglia di comprare un pacchetto di sigarette.
Cerchiamo lungo la via un tabaccaio che potesse vendercele senza chiederci un documento per verificare la maggiore età, ne localizziamo uno e provo ad entrare io: pochi istanti dopo ne esco vincitrice con un pacchetto di Chesterfield blu da dieci. Ci incamminiamo verso il nostro stabilimento e una volta arrivate ci sediamo ed apriamo il pacchetto. Nessuna di noi aveva mai provato prima, e decidiamo di farlo insieme; Ashley è quella un po' più timorosa e ci ha messo parecchi minuti prima di convincersi a farlo, io e Melissa invece siamo state subito tentate. Tra un bagno e le chiacchiere, quel pacchetto è durato pochissimo, e per avere circa quindici anni siamo tutte in estasi per aver fatto qualcosa che non dovevamo fare, come succede un po' a tutti quando si è piccoli. Una delle paure più grandi in questo periodo è che i nostri genitori ci dovessero scoprire sentendo l'odoraccio del fumo addosso ai vestiti.
E' stata comunque una delle prime ed innumerevoli giornate indimenticabili che passerò con loro, e sento che sto guarendo dalla mia depressione, sto cacciando tutto quel buio che ho perennemente intorno a me, riesco finalmente a vedere qualche raggio di luce che illumina la mia vita.
Ce la sto facendo, e sono certa che un giorno ne uscirò totalmente.
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Hai presente quella sensazione?
Teen FictionEssere traditi. No, non sto parlando del tradimento da parte di un fidanzato come avrete già pensato tutti, ma sto parlando di una cosa ben peggiore: il tradimento da parte di un'amicizia. Un'amica di una vita, con cui hai condiviso per filo e per s...