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Come diamine faceva ad avere il mio numero? Io ho il suo, ma non gli ho dato il mio.
Rimasi immobile sulla chat tra me e le ragazze, cercando di guadagnare tempo prima di visualizzare del tutto il messaggio di Axel. Cosa avrei dovuto dirgli? Sì, ho ricevuto il regalo e fondamentalmente l'ho apprezzato, ma perché tutto ciò?
Non riesco a spiegarmi tutta questa generosità nei miei confronti, non abbiamo mai avuto un vero e proprio dialogo, io so a malapena chi lui sia e viceversa.
Mi sento violata, mi trovo in una di quelle rarissime volte in cui non ho la capacità di reagire, come se non avessi focalizzato a pieno la situazione. Era tutto troppo strano, precoce e morboso.
Rimango ancora online senza leggere in definitiva il messaggio, e alzo lo sguardo al finestrino dell'autobus.
Mancano circa una diecina di minuti al mio arrivo alla scuola, e sto attraversando una parte del tragitto che più adoro.
La carreggiata è pulita, ben asfaltata e curata, di cui all'esterno c'è un prato anche troppo verde per il periodo che si indirizza sempre di più all'inverno. Gli alberi in banchina che circondano la strada in entrambi i lati, lasciano che le loro chiome alte si fondano tra loro creando una specie di tunnel naturale, facendo trapassare dei piccoli raggi di sole. Ogni volta che passo per questa strada mi trasmette tranquillità, e faccio un respiro profondo cercando di rilassarmi.
Torno alla realtà e mi convinco di rispondere ad Axel:

-Dakota
A cosa lo devo?

-Axel
Ho pensato che potesse farti piacere un regalo simile, magari per farti sciogliere un po'.

Farmi sciogliere? E perché mai dovrei?

-Dakota
Ci vorrà ben altro per far sciogliere una come me.

Esco dalla chat e mi impongo di non rientrarci anche se avesse continuato a scrivermi.
Una corazza come la mia è stata sottoposta ad anni e anni di lavoro, per far in modo che nessuno potesse abbatterla e né tantomeno scalfirla, come il mio cuore. Ormai sono apatica, non sento nessun tipo di emozione e non ho bisogno di un ragazzo a caso che mi venga a dire di 'sciogliermi un po''.
Non sa come sono fatta davvero e quello che ho passato, se solo lo sapesse scapperebbe a gambe levate, e farebbe anche bene.
Prenoto la fermata in cui devo scendere per dirigermi a scuola e scendo dal bus. Devo parlare con qualcuno.
Ashley mi risponde dopo tre squilli.

«Che cazzo vuoi?»

«Stai calma pantera, devo aggiornarti.» dico, soffocando una risata per la sua solita delicatezza.

«Mentre parlavo con voi in chat, Axel mi ha mandato un messaggio chiedendomi se mi fosse piaciuto il regalo.»

«Gli hai dato il numero e non mi hai detto niente!» mi urla nelle orecchie.

«Non hai capito, sciocca! Io non gli ho dato il mio numero, lui mi aveva dato il suo, al pub, ricordi?»

«E quindi come ha fatto ad avere il tuo?»

«Non lo so, qualcuno ha allegramente deciso di darglielo senza il mio permesso.»

Ashley rimane qualche secondo in silenzio, riflettendo sulla situazione, ed io mi accendo una sigaretta.

«Non saprei dirti chi è stato, ma lo scopriremo. In tutto ciò che cosa ti ha detto?» mi chiede poi.

«Che questo regalo aveva l'intento di farmi sciogliere un po'» dico sbeffeggiandolo.

La mia amica sbotta in una risata talmente forte che mi costringe ad allontanare il cellulare dall'orecchio, ma con cui poi mi contagia.
Ashley mi conosce bene, e siamo molto simili.
È sempre gentile e disponibile con le persone, eppure odia profondamente l'umanità. Prima di conoscere Melissa era sempre sola, ciò che aveva era solo una madre con cui poteva parlare di tutto, ed una sorella più grande con cui a malincuore non aveva un bel rapporto.
Quando Ash aveva solo dieci anni, il padre ebbe un incidente stradale e morì sul colpo. Da quel giorno non so per quale motivo, il rapporto tra lei e la sorella Maxis non fu più lo stesso. Non ho mai saputo altro, Ashley odia parlarne ed io ho sempre preferito evitare di aprire questo discorso per non provocarle il dolore di ricordare quanto accadde.
Si chiude molto in sé, ma io e Mel siamo un'eccezione, in quanto le sue uniche vere amiche.

«Questo non ha capito con chi ha a che fare.» mi dice quando finì di ridere.

Affermo quanto ha detto e le chiedo di aggiornare Melissa sulla situazione poi chiudo la chiamata, lancio lontano la sigaretta ormai consumata ed entro in classe.
Mi siedo al mio solito banco in fondo all'aula, e cerco di concentrarmi sulla lezione di lingua spagnola.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 13, 2021 ⏰

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