Rimasi dei lunghissimi secondi a pensare e senza proferire parola dopo che ciò che mi era appena stato detto. Ero in piedi di fronte a lui con le braccia distese e le mani appoggiate sul suo tavolino. Sentii una scossa che mi fece rabbrividire tutto il corpo quando ripensai, a che effetto mi faceva Axel quando ero solo una ragazzina. Ho sempre pensato che lui fosse quel classico ragazzo più grande che non avrebbe guardato nemmeno di striscio una come me, e invece siamo di nuovo qui.
Tutto il chiasso che avevano percepito le mie orecchie, tra voci che si sovrastavano e la musica reggaeton in sottofondo, all'improvviso non sentivo più nulla, era come se fossi rimasta da sola in angolo buio del paese ed ero chiusa nei miei pensieri. Ma il fattore principale era che mi ero totalmente incatenata a due occhi color nocciola, che mi fissavano in attesa di una risposta.
Me lo ricordo eccome, ricordo tutto.«No mi dispiace, non so proprio chi tu sia.»
Vidi un leggero accenno di delusione nel suo sguardo, ma poi tornò ad osservarmi. Questa volta però, si soffermò sulla mia scollatura, che effettivamente stando appoggiata sul tavolo in questo modo, tendevo a mostrare qualche ben di Dio per gli uomini involontariamente.
Spostai il busto all'indietro smettendo di appoggiarmi e incrociai le braccia, in attesa di una sua frase.«Beh, sono passati alcuni anni... ma pensavo che ti ricordassi.» comunica infine, guardandosi attorno.
«Te l'ho già detto mi dispiace, non ne ho idea. Ora se vuoi scusarmi, torno al mio mojito.» e faccio per girarmi, quando invece vengo presa per un polso da Axel.
Aveva una presa ferma e rigida, ma non stringeva.«Ti andrebbe di fare un giro?»
«Come prego?» gli domandai sorpresa. Come può pensare che io possa andare a fare un giro con lui?
«Andiamo a fare un giro, in macchina... parliamo un po'.» si spiega, e io sbotto in una risata.
«Ti ho appena detto che non ti conosco e ora vorresti che io venissi a fare un giro con te? Per andare dove poi? Ma per favore.» concludo il dialogo liberando il mio polso dalla sua presa e tornando dalle mie amiche.
È vero che mi ricordo di lui, gli ho mentito, ma comunque non lo conosco così bene da poterci andare a fare un giro, cosa gli salta in mente?«Ma che è successo?» mi urla Ashley nell'orecchio.
«È Axel. Ve lo ricordate?»
«Certo che sì.» risponde Melissa, e l'altra annuisce.
«Mi ha chiesto di fare un giro... che illuso.»
«E perché mai dovresti?» dice Ashley ridendosela sotto i baffi.
«Non lo so, infatti sono qua.»
Chiudiamo il discorso con sguardi sconcertanti e continuiamo a sorseggiare le nostre bevande, di cui ormai la mia sa più di acqua del ghiaccio sciolto che di menta e rum. Comunque lo finisco e vedo arrivare il resto del gruppo di Axel, seguiti da Eddy con il vassoio pieno di cocktail e birre varie.
«Hermano!» urlo a Eddy una volta che ha finito di distribuire le bevande ai ragazzi.
«Hermana de mi corazón, dimmi tutto.»
«Vorremmo il bis per favore.»
«Subito tesoro!» e si allontana.
Axel continua a guardarmi imperterrito anche mentre i suoi amici gli parlano, è terribilmente fastidioso, dovrebbe darsi un po' di contegno.
Nel frattempo Eddy torna con le nostre ordinazioni, così io e le mie amiche proponiamo un altro brindisi.
Mentre alziamo i biccheri, Axel dall'altro tavolo porta in alto la sua birra verso di noi e la beve.«Non ce la faccio più a stare qui. Beviamo i nostri cocktail e andiamocene.» dico in tutta fretta, e le ragazze approvano.
Bevo talmente con tanta foga il mojito che dei giramenti di testa mi fanno barcollare perfino da seduta. Avrei dovuto bere con più calma, ma ho fretta di andare via, questa situazione mi mette in soggezione.
«Vado a pagare.» comunico alle mie amiche, e con difficoltà mi alzo dalla poltroncina cercando di non sembrava una cretina ubriaca.
Faccio ingresso nell'interno del pub e mi dirigo da Eddy per pagare.
Lo cerco con lo sguardo e lo vedo dietro al bancone intento a farsi trasportare dalla musica che tanto adora.«Allora, oggi paghi tu?» mi domanda Eddy.
«Già, oggi tocca a me.»
Schiaccia qualche tasto alla cassa che rilascia man mano uno scontrino, e poi me lo consegna. Estraggo il portafoglio dalla borsa e prelevo i soldi sufficienti per pagare.
«Gracias hermana, è sempre un piacere avervi qui.»
«Grazie a te Eddy.»
Mi allontano dalla cassa e vado verso l'uscita, poi ci ripenso e indietreggio.
«Eddy scusa, cosa sai dirmi su quel gruppetto di ragazzi che hai servito poco fa?»
«Beh niña non so molto, ma vengono qui ogni domenica sera. Vengono sempre in molti ma non ho mai visto una ragazza con loro. Questo è quello che posso dirti hija. Posso sapere perché?»
«Niente di che, era solo curiosità.»
«Bueno, allora alla prossima!» mi dice saltellando euforicamente.
Esco dal pub e vedo le ragazze già in piedi pronte per andare via e ci incamminiamo.
Non presto attenzione al tavolo dov'è seduto Axel, non mi importa e voglio ignorarlo per fargli capire che non ho nessun interesse nei suoi confronti.
Quando arriviamo alla macchina di Ashley e stiamo per entrare, mi sento chiamare alle mie spalle.«Dakota! Aspetta ti prego.»
Mi giro e vedo Axel correre verso di me.
«Ma che diavolo vuoi ancora?»
«Volevo darti questo.»
Mi porge un tovagliolo di quelli da bar, con scritto un numero telefonico sopra.
«Axel, cosa pensi di ottenere dandomi il tuo numero di telefono?»
«Mi piacerebbe sentirti qualche volta e magari, vederti.»
Osservo il numero di telefono scritto sul tovagliolo, e penso che ora magari buttarlo a terra sarebbe irrispettoso, così lo metto in tasca.
«Vedremo.»
«Già è un segno il fatto che tu non lo abbia accartocciato e lanciato via.» mi dice sorridendo.
«Volevo farlo in realtà, ma ho scelto di essere educata.» concludo e salgo in macchina, richiudendo immediatamente lo sportello.
Ashley mette in moto il motore, inserisce la retromarcia ed usciamo dal parcheggio.«Hai fatto colpo.» mi dice Ashley, dandomi una leggera botta sulla gamba. Sono seduta sul sedile del passeggero, mentre Melissa è seduta dietro.
«A quanto pare, se non fosse che a me non interessa.»
«Almeno è stato cordiale. È vero che ti ha fissata come un maniaco, ma è stato gentile ed educato. Magari potresti ripensarci, questi ragazzi non si trovano più al giorno d'oggi.» mi incalza Ashley.
Effettivamente non ha tutti i torti, ci penserò.
La testa ha finalmente smesso di girare e faccio rientro a casa, mi spoglio dei vestiti usati, estraggo il tovagliolo dalla tasca dei jeans, infilo il pigiama, e mi metto sotto le coperte calde. Osservo il numero telefonico e ne studio la scrittura: non sembra essere una bellissima grafia. Comunque decido di salvarlo sul mio iPhone e lo poggio in seguito sul comodino, oscurando lo schermo troppo luminoso per i miei occhi brilli, e mi addormento.
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Hai presente quella sensazione?
Teen FictionEssere traditi. No, non sto parlando del tradimento da parte di un fidanzato come avrete già pensato tutti, ma sto parlando di una cosa ben peggiore: il tradimento da parte di un'amicizia. Un'amica di una vita, con cui hai condiviso per filo e per s...