L'estate scorre giorno per giorno, ed io e le ragazze non possiamo ormai fare a meno di trascorrere il tempo insieme.
Abbiamo legato così tanto che quasi sembrava ci conoscessimo da anni.Siamo sedute all'esterno di un bar, il cui nome è "Sister's Bar": è ubicato circa al centro del nostro paese, con vista sul parco principale; l'interno è completamente in legno, con al lato sinistro il bancone per il servizio dei clienti, ed al lato destro i tavolini da due o tre persone per consumare l'ordinazione, con la parete a specchio.
La prima cosa che ordiniamo è il caffè con la panna. Poi, più tardi quando cominciammo ad avere fame, ordiniamo una coca cola alla spina ed un pacchetto di patatine, come era di nostra abitudine.
Oggi sento il bisogno e il dovere di parlare con loro delle mia situazione psicologica, devono sapere come sto davvero, glielo devo.
Sono seduta su una sedia di metallo più fredda di me, stringo tra le mani i braccioli e le ginocchia mi tremano come una foglia in pieno autunno.
Non è affatto facile parlare di questa depressione, mi sento in imbarazzo, a disagio ed incompresa ancor prima di cominciare a raccontare la faccenda, ma ho troppa paura che loro possano cambiare idea su di me.Bevo un sorso di coca cola dalla cannuccia, deglutisco con difficoltà, alzo lo sguardo e mi faccio coraggio.
«Ho cominciato a tagliarmi quando notai che la mia mente era del tutto straziata dalla situazione che vivo. Questo dolore interno che provo ogni giorno non mi lascia mai stare, e mi opprime. Non mi lascia mai scelta, non riesco a pensare ad altro o ad occupare tempo su qualcosa che mi appassiona. Questa malattia, chiamata autolesionismo, si mangia tutto: pensieri, passioni, amicizie, famiglia, lo stare bene, e a volte mi costringe perfino a non ascoltare la musica, non riesco più a capirla e ad interpretarla, la mia malattia non lo vuole. Sono dentro ad un tunnel infinito, buio e freddo. E' come se io durante la mia giornata, camminassi in questo tunnel cercando un'uscita, ma poi, quando arriva la sera, cado e piango, perchè un'uscita non c'è e sono stanca, e lì arriva la lametta: finalmente quei minuti della giornata dove il dolore provato nella mia testa posso trasportarlo sulle mie braccia, e permettermi un po' di pace. Eppure sono del tutto consapevole che quando finisco di farmi male esternamente, torna il dolore interno... ma quei pochi minuti di libertà della mia mente sono come un piccolo spiraglio di luce da dentro quel dannato tunnel in cui sono rinchiusa da fin troppo.»
Quando scandisco queste parole, cercando di far capire loro quello che veramente provavo in parole semplici, vedo Ashley guardarmi con uno sguardo allarmato, è preoccupata e non aveva idea di come aiutarmi non essendoci mai passata. Quando guardo Melissa, la trovo con quegli occhi azzurrissimi fin troppo lucidi, e rimangono in silenzio di tomba per qualche minuto. Perciò, continuo:
«Non so per quale motivo io oggi, abbia avuto il coraggio di parlarne con qualcuno. Non mi è mai successo e non ne ho mai avuto il coraggio. Evidentemente, se quest'oggi mi sono sentita di aprirmi con voi, è perché mi avete dato motivo per farlo. Mi fido davvero di voi ragazze, e sono sicura che non mi giudicherete.»
«Non potremmo mai giudicarti per una cosa del genere Dakota, non ci sono mai passata e sicuramente non posso capire al cento per cento quello provi, pur avendocelo raccontato nel modo più semplice che hai potuto, ma non per questo devo o voglio allontanarmi da te. Voglio aiutarti» mi rincuora Ashley, mentre Melissa si limita ad annuire con la testa.
In quel preciso istante, capisco di avere affianco due persone che sanno capirmi e sorreggermi, e in qualche modo, mi sento più leggera, come se mi fossi letteralmente tolta un peso di dosso.
Non mi era mai successo di sentirmi così, ed è una sensazione bellissima, finalmente sento di poter respirare, e riesco persino a vedere quella luce in fondo al tunnel che ho tanto cercato da sola.
Forse il segreto era questo, trovare persone disposte ad aiutarti, anche semplicemente parlandone. Probabilmente, parlare e sfogarsi con qualcuno di una certa stima, è la miglior medicina che si possa somministrare.
Ormai si è fatto buio, e torno a casa, nel mio rifugio.
Mi ritrovo nuovamente al calar del sole e allo spuntar della luna, ma oggi è diverso: non ho voglia di tirare fuori la lametta e liberarmi la mente. Improvvisamente, mi accorgo che la mia mente è già libera, sono spensierata e non ho bisogno di esternare il mio dolore.
È un enorme passo avanti per me, sento che finalmente qualcosa sta cambiando e le uniche cose che mi vengono in mente se penso al perché, sono proprio Ashley e Melissa. Grazie a loro sto combattendo la mia malattia... ma guarirà mai completamente? Tutto il dolore e la depressione che ho accumulato dentro, riuscirò mai a liberarmene?
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Hai presente quella sensazione?
Teen FictionEssere traditi. No, non sto parlando del tradimento da parte di un fidanzato come avrete già pensato tutti, ma sto parlando di una cosa ben peggiore: il tradimento da parte di un'amicizia. Un'amica di una vita, con cui hai condiviso per filo e per s...