CAPIT. 1
ventitre marzo duemilasedici
È così strano quando il tempo,lo scorrere dei minuti accada così lentamente. Quando ,chiusa nel buio della tua camera,soffocata dai rumori di New York ti senti estraniare del mondo. Vedi tutto da una finestra,riesci a vedere solo un'immagine limpida di quello che accade fuori,guardi le persone sorridere e i ragazzini giocare ,vedi una coppietta baciarsi sotto la pioggia e due ragazze belle da mozzare il fiato. Guardi come se fossi in un sogno,guardi tutto quello che vorresti essere o fare,ma sai che non ne farai mai parte. Okay, sogno finito. Decido di chiudere le serrande allora,di andare in bagno a farmi una doccia. Andate tutti a fanculo. Mi chiamo Elisabetta Querci e mentre osservo me stessa allo specchio in biancheria intima non posso fare a meno di pensare a tutte quelle ragazze con le curve o formose che invidiano quelle magre senza capire che magari anche quelle magre invidiano quelle formose. Mi tocco con un dito la costola che sporge inesorabilmente dal mi ventre sognando di avere un po di forme e di non essere magra come uno stecchino. Il mio sguardo cade poi su una lametta. Anzi, sulla lametta. La mia lametta. La prendo e mi incido cinque o sei segni nell'incavo del polso destro. All'inizio ,le prime volte che mi tagliavo, li facevo piccoli,per paura di prendere qualche vena,ma ora non me ne curo e i miei segni arrivano a qualche centimetro di lunghezza. Mi sciolgo i capelli con il polso pulsante dalla ferita e entro nella doccia dopo essermi tolta anche mutande e reggiseno. Quando finisco la doccia mi stendo sul letto ancora in accappatoio e con i capelli neri bagnati. Anche stasera non ceno. Non che ai miei genitori gliene importi. Mia madre praticamente sta sempre fuori per lavoro e io sono costretta a stare con mio padre,che mi tratta peggio di una zanzara particolarmente fastidiosa. Mi metto a dormire con lo stesso pensiero fisso di ogni notte: domani mi farò degli amici,per il mio bene.
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Diario di un ex - autolesionista
Teen FictionElisabetta Querci ha diciassette anni, vive a New York ma nel chiasso della sua città non è mai riuscita a trovare degli amici o qualcuno che la amasse ,inclusi i suoi genitori. Elisabetta odia il suo corpo ,pensa di essere troppo magra,si taglia e...