27aprileduemilasedici
Era lunedì e a l'ora di biologia come al solito andai in bagno per non subirmi il supplizio che mi avrebbe riservato la professoressa Morris. Abbassai la tavoletta del water,chiudendolo e mi sedetti usandolo a mo di sedia. All'improvviso sentii bussare alla mia porta,nemmeno il tempo di dire 'occupato' che sentii una voce familiare :" Elisabetta,sono io,Lizzy,fammi entrare." Aprii la porta e mi ritrovai davanti la mia unica amica che pensavo aver perso. Senza indugi entró nella cabina del bagno,e si sedette vicino a me. :" volevo solo scusarmi,non avrei dovuto dirti quelle cose brutte,e soprattutto non davanti a Ethan. Mi sei mancata tanto questa settimana,e ho saputo anche della cosa del tetto..si è girata un po la notizia a scuola..avrei dovuto starti vicino."
Lizzy dopo il suo discorso stava per piangere,e non mi era mai capitato di fare un certo effetto a una persona,anche perché stavo per piangere anche io. La abbracciai,ci abbracciammo e tra i suoi capelli biondi le sussurrai :" ho baciato un mio amico gay davanti a Ethan per farlo ingelosire. È un problema?" Ci staccammo dall'abbraccio e ci misimo a ridere. In effetti quella sera dopo aver baciato Nath avevo guardato dalla parte di Ethan e l'avevo sorpreso con un bicchiere in mano frantumato da lui stesso,per la rabbia forse. Mi ricordavo anche quanto era bello quella sera,tutto in nero,con la maglietta nera che gli risaltava il fisico e che gli faceva risaltare gli occhi verdiacqua. Era bello come sempre. -Eli? Ci sei?- disse Lizzy portandomi bruscamente alla realtà con uno schiocco di dita.
- Comunque non ho idea di come riavvicinare i rapporti con Ethan,mi guarda sempre male e l'ultima volta che l'ho visto era super incazzato.- dissi io. Guardai Lizzy in cerca di un aiuto anche se lei era concentrata a mettersi il suo rossetto rosso della Mac. -Mi stai ascoltando almeno?- insistetti io. -Eh? Ah.. Tranquilla Eli,lunedì prossimo ci sarà il camposcuola di tutte le classi del nostro anno, alla mia classe hanno già dato l'avviso,dovrebbero darlo anche a voi fra poco.- disse Lizzy che aveva preso a ripassarsi l'eyelainer. -Si ok stupendo ma che c'entra con la questione Ethan?-
Lizzy si girò verso di me con un sorriso smagliante e riprese la sua parlantina -Ethan ha diciotto anni ok? E noi diciassette. Nella nostra scuola i quarti,cioè noi,vanno in camposcuola. Nella sua i quinti,cioè anche lui vanno nello stesso posto dove andremo noi!!!! Almeno conoscerò anche qualche carino.- - ommiodio seria?- dissi io sprizzante di gioia -sii. Comunque riguardo a ora per me dovresti scrivergli,oggi uscite. Dovete riprendere il rapporto un po per volta non tutto insieme.- mi disse Lizzy mentre si alzava per uscire dal bagno. - Sei pazza? E che gli scrivo? E se mi manda a quel paese?- chiesi io preoccupata mentre la seguivo fuori dalla cabina del bagno. - dammi il telefono.- ordinò lei. Glielo diedi,e la osservai mentre con le unghie ticchettava sullo schermo per scrivere un messaggio. -Fatto- disse Lizzy ridandomi il telefono. "Ei Ethan ti va di vederci oggi pomeriggio fuori scuola tua così usciamo insieme?" Diceva il messaggio che aveva inviato a Ethan. Lui rispose subito "ti vengo a prendere io fuori scuola tua" mi misi una mano sulla bocca e stavo per sgridare Lizzy per il suo gesto avventato ma lei se n'era già andata.
--------------------
Mancavano cinque minuti alla Campanella che segnava la fine di quella giornata scolastica e io stavo davanti allo specchio del bagno a sistemarmi per fare bella figura con Ethan. Avevo una maglietta bianca semplice a maniche corte della ralph lauren,un paio di Jeans Levi's attillati e ai piedi le superstar completamente bianche. Uscii dal bagno proprio mentre suonava la campanella. Appena arrivata fuori notai subito Ethan,in jeans e maglietta grigia appoggiato alla sua macchina nera che mi aspettava. Tutte le ragazze che stavano uscendo in quel momento lo guardavano adoranti ma lui osservava con occhi spenti un punto fisso della strada. Mi feci coraggio e andai verso di lui. - Ciao- dissi io. Alzò finalmente la testa e mi guardò con una strana espressione.
-Dai sali- disse soltanto. Mentre la macchina si dirigeva verso qualche ristorantino dato che dovevamo pranzare Ethan parlò
:"Quello che hai baciato l'altra volta non sarà geloso?" Impallidii:" ehm..in realtà non c'è nessun "quello".. Ero ubriaca e quello lì era un mio amico si,però era ubriaco anche lui. Mi dispiace."
:" ti dispiace per cosa? Mica stiamo insieme noi due." Disse Ethan freddamente anche se da quando mi ero inventata la frottola dell'ubriachezza era più rilassato. "Hai ragione ,scusa di nuovo." Dissi io appoggiandomi co la testa sullo schienale del sedile e volgendo lo sguardo al finestrino,non più a lui. Sentivo il suo sguardo su di me. Mi voltai a guardarlo e lo vidi che mi osservava preoccupato e un po' pentito di quello che aveva appena detto. Accostò la macchina. "Siamo arrivati." Disse lui indicando un ristorante a pochi metri di distanza. Scesi dalla macchina,e una volta seduti al tavolo ordinai un'acqua frizzante e delle verdure grigliate. -Tu non mangi?- chiesi a Ethan una volta che il cameriere se ne fu andato,dato che non aveva ordinato niente. -Non ho fame.- disse lui.
-Ho saputo che qualche giorno fa sul tetto della tua scuola hai provato..a..insomma volevo solo sapere se era vero e non erano solo voci.- Ethan non riusciva a finire la frase e evitava di guardarmi negli occhi. -In realtà non mi va..ecco..di parlarne. Ma non è per colpa tua se è quello che ti stai chiedendo.- dissi io fredda. Per il resto del pranzo chiaccherammo del più e del meno ma sempre con una certa riservatezza,come se eravamo costretti a fare quello che stavamo facendo. Sulla via del ritorno ,diretti verso casa mia ritornò la solita aria imbarazzante che c'era prima. Finalmente la macchina si fermò davanti al palazzo di casa mia,stavo per aprire lo sportello quando Ethan mi chiamò:" senti Elisabetta volevo dirti che mi dispiace per come ti ho trattata,avrei voluto scriverti io,ma non ho avuto il coraggio e aspettavo ogni giorno un tuo messaggio. Tu non ti puoi certo scusare su il tipo di persona che è tuo padre e nemmeno per non avermi detto he sei depressa perché sono cavoli tuoi. Mio fratello..io lo vedevo una volta ogni due anni quindi non era nemmeno molto importante per me,ma quando sono venuto a sapere tutta la verità pensavo che tu mi stessi prendendo solo in giro,che stessi giocando con i miei sentimenti. Solo ora ho capito che non è così." "Ti perdono" dissi io guardandolo negli occhi. Gli diedi un bacio sulla guancia e me ne andai un po scossa ma felice.
STAI LEGGENDO
Diario di un ex - autolesionista
Teen FictionElisabetta Querci ha diciassette anni, vive a New York ma nel chiasso della sua città non è mai riuscita a trovare degli amici o qualcuno che la amasse ,inclusi i suoi genitori. Elisabetta odia il suo corpo ,pensa di essere troppo magra,si taglia e...