다섯

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«Non credo che tu abbia le credenziali per accedere in tutta tranquillità alla struttura.» il tono divertito alle spalle di Minho lo fece sobbalzare. Si voltò pensando ad una scusa inventata al momento «Non era mia intenzione, mi sono solo perso» disse con più convinzione che poté.
«Mi sembra, invece, che tu stia curiosando indiscretamente.» parlò il ragazzo, mettendosi le mani sui fianchi teatralmente. Minho si arrese e cercò di sfuggire a quella situazione semplicemente raggiungendo la sala.
Quando si incamminò, però, il ragazzo lo seguì. «Ho sentito che sei una nuova recluta e hai già affrontato una, per così dire, missione di grado inferiore» il ragazzo provò ad intraprendere un discorso con Minho, fallendo ripetutamente. «Perché mi segui? Vuoi informare Chan oppure un superiore che stavo curiosando?» lo accusò spazientito dal suo continuo parlare. Per nulla turbato, l'altro, rise a pieni polmoni. «Niente di tutto ciò» disse accelerando il passo, per poi fermarsi pochi passi di fronte. «solo se mi fai un favore.» la sua espressione mutò in un ghigno. Minho sbuffò per dissimulare quanto quel cambiamento improvviso l'avesse reso irrequieto, voleva risultare più pericoloso di quanto in realtà non fosse, almeno per preservarsi la vita. «Ovviamente nulla è gratuito, sentiamo il ricatto.» cerco di scacciare il timore che gli faceva tremare la voce.

«Per prima cosa dovrei presentarmi, le buone maniere sono essenziali» un sorriso tirato deformò nuovamente la sua espressione, gli occhi chiusi formavano due piccoli spicchi di luna. Inquietante.
«ti direi il mio nome in codice, come d'altronde ha fatto colui che conosci come Chan, ma non ne ho uno» rise, poi tornò serio appoggiò le mani sui fianchi come aveva fatto in precedenza. Minho voleva scappare, si sentiva in pericolo, ma i suoi muscoli erano come congelati.
«Dimmi cosa vuoi che faccia, il nome non è così importante.» questo fu ciò che disse, quando in realtà sperava di ottenere il contrario. Indietreggiò di qualche passo, potendo così appoggiare la schiena contro la parete, sperava di risultare intimidatorio, o perlomeno non terrorizzato quanto in realtà fosse.
«Almeno presentati tu» sorrise solo con gli occhi, poggiandogli una mano sulla spalla «io sono interessato a differenza tua.» La differenza d'altezza metteva maggiormente in soggezione Minho.
«Pensavo lo sapessi già: non sono la famosa nuova recluta?» la tensione era crescente, Minho sapeva che a momenti non sarebbe più stato in grado di reggere la situazione. Sperava nell'intervento di Chan, anche se poteva rivoltarglisi contro. Restava, in ogni caso, un'opzione migliore che inimicarsi qualcuno di così pericoloso.

«Hwang! Fai tre passi in dietro.» era una voce autorevole e familiare, Minho però aveva la visuale bloccata dal braccio del ragazzo ancora sulla sua spalla.
Contrariamente all'ordine, Hwang strinse la presa sulla spalla, Minho si sentì una preda. Spesso gli era capitato lungo la sua vita, non voleva sentirsi così una volta di più, l'aveva promesso al sé stesso bambino.
Mantenne la promessa. Spinse il ragazzo, che cadde a terra. «Sembra ti manchi allenamento.» lo derise, sinceramente stupito.
«Lee Know, non osare iniziare una zuffa.» aveva dimenticato la presenza dell'altro ragazzo, si voltò a vedere di chi si trattasse.
«Lee Know? Mi chiamo Min...» spalancò gli occhi «tu?» il ragazzo si mise al suo fianco. Appoggiò tre dita dove prima Hwang aveva stretto, massaggiando con delicatezza.
Minho sbatté le palpebre sconcertato, quel ragazzo era sempre così gentile con lui.
«Lui è Hwang Hyunjin, da poco classificato come membro ufficiale, io e lui non andiamo molto d'accordo.» sussurrò, ridacchiando.
«In sua presenza, anzi, riferisciti a me sempre con "J.one", solo con Chan usa il mio vero nome.» lo sguardo perplesso di Minho chiedeva spiegazioni.
«Le nostre vite sono in pericolo, come avrai notato, quindi meno persone sanno chi sei meglio è.» Minho annuì silenzioso, doveva abituarsi il prima possibile a quella nuova realtà. «A proposito, il tuo nome è "Lee Know"» non ricevette risposta.
Spinse la sua schiena per farlo camminare. «Chan ti aspetta.» aggiunse poi avvicinandosi al suo orecchio: «Ti spiegherò tutto più tardi, ora vedi di eseguire gli ordini.»

Minho si allontanò lungo il corridoio; quando fu ad una certa distanza, da dove Hyunjin si era rialzato frettolosamente, sentì un urlo soffocato. La tentazione di voltarsi era notevole, ma per la sua sicurezza era meglio se avesse seguito la ragione.
Han tirò il colletto dell'uniforme di Hyunjin, strinse il tessuto fino a sentire i polpastrelli bruciare a contatto con la stoffa ruvida.
«Non è il tuo incarico, non interferire» sibilò acido, spingendolo nuovamente a terra. Ora la differenza d'altezza era a suo favore, incombeva sul ragazzo caduto con superiorità.
Hyunjin era però sfacciato, per nulla preoccupato delle conseguenze rise alzandosi lentamente. Si spolverò i pantaloni neri pece, aggiustò i bottoni dell'uniforme, anch'essa nera. Si ritenne fortunato di non indossare una cravatta, Jisung avrebbe potuto strangolarlo.
Tra loro due non scorreva buon sangue, Han era rimasto deluso quando Chan aveva scelto proprio lui come uno dei membri. Hyunjin puntava ad ottenere la perfezione, era per quello che si era arruolato; non avrebbe permesso a "quello stupido ragazzino" di ottenere compiti di maggiore importanza solo perché aveva fatto parte dell'allenamento tenuto da Chan in persona. In aggiunta non era stato il solo a prenderne parte, in totale furono in tre a partecipare all'addestramento definito formativo.
Benché avessero la stessa età Hyunjin si riteneva più qualificato per partecipare rispetto a lui, si era sentito escluso. Da quel giorno, per Han, il rapporto con il futuro leader si era evoluto velocemente. Erano diventati ottimi amici, dettaglio indispensabile per far funzionare la squadra. Mentre Hyunjin si sentiva sempre più lasciato indietro, cercava di far notare la sua presenza, la sua rilevanza, evidenziando gli errori di Jisung. Spesso sentiva che non fosse il modo corretto per raggiungere il suo obbiettivo, ma il rancore accumulato era troppo per tornare indietro.

«Non hai l'autorità per impormi ordini, ricordalo, siamo sullo stesso piano.» vide i muscoli di Jisung tendersi. «Cosa vede in te Chan? Sei solo impacciato e spaventato.» voleva che superasse il limite, dimostrare alla squadra quanto fosse debole. «Ti senti importante, migliore» iniziò ad alzare la voce, la gola che bruciava «ti sbagli, non sei all'altezza di quello che ci aspetta.»
La vide, la rabbia nei suoi occhi, crescere come fuoco, fiammeggiare nelle iridi scure. Bruciavano entrambi, odio divampante, il fuoco scorreva nelle vene, i muscoli erano pronti a scattare.
«Tu invece ti ritieni tale? Ironico.» fu la risposta di Jisung, poi gli si scagliò contro. Hyunjin pensava che risultare la vittima dello scontro gli avrebbe giovato, però l'opponente non aveva intenzione di limitare la sua forza.
Ricevette una spallata, il colpo non fu troppo forte, ma era solo una finta. Jisung lo afferrò per la camicia sui fianchi, la posizione gli consentì di alzare la testa e di conseguenza colpire Hyunjin sul volto.
Non fu mai fiero della sua altezza come in quel momento. «Sì, mi sento all'altezza, è esattamente quella che necessitavo.» lo sbeffeggiò vedendolo coprirsi il naso sanguinante. Hyunjin ringhiò, strofinandosi il sangue che gli scorreva sui palmi.
I suoi occhi saettarono lungo il corridoio, nessuno sembrava nei paraggi, avrebbe dovuto prolungare la sua sofferenza fino all'arrivo di qualcuno, sperando non fosse proprio Chan.
«Non ti meriti di essere qui, tornate nel tuo tanto rimpianto passato.» continuava a istigare Jisung, in cambio riceveva sempre più lividi e ferite, forse stava esagerando.
«Sai forse hai ragione» Han raddrizzò la schiena, iniziavano a sentirsi dei passi da un'estremità del corridoio. Qualcuno stava giungendo correndo.
«sono un alieno in questo mondo, mi sembra di non appartenere a nessun luogo, non importa quanto io sorrida: mi sento maledettamente solo.» un sorriso triste concluse le sue parole, Hyunjin credette di iniziare a capire. «I don't seem to belong anywhere by myself.*»

𓊈*𓊉 "//„ - citazione Alien [Han Jisung]

Capitolo cinque

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Questa storia la stanno leggendo in quattro gatti, be' meglio per voi ;) ci sarà un sacco di spettacolo.
Se vi va di commentare anche cavolate che vi vengono in mente leggendo sarò felice di leggerle.

< Take care everyone 3

꧁ Noah ꧂

소리꾼 || Thunderous© [skz]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora