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Ora che Changbin era stato avvisato, Chan poteva prendersi un momento di pausa.
Si diresse alla sua stanza, prima passò da Jeongin per ritirare dei file che avrebbe dovuto studiare. Contenevano alcune mappe delle gallerie metropolitane, il modo più sicuro per spostarsi senza essere notati. Alcuni passaggi più utilizzati erano stati individuati e bloccati dalle squadre nemiche, per questo Jeongin era stato incaricato di mappare le aree restanti alla ricerca di vie alternative.
Lo trovò sdraiato sul pavimento con un fascicolo posato sul viso, le braccia abbandonate anch'esse per terra. «I.N... c'è qualche problema?» non era addormentato, aveva sentito Chan arrivare.
«Ho bisogno di una pausa.» lasciò Chan spiazzato. «Vuoi abbandonare la squadra? Personalmente non ho alcun problema, ma sai a cosa vai incontro.» Jeongin rise, si alzò e raccolse il fascicolo.
«Non intendevo una cosa così drastica,» si sistemò le maniche. «Voglio solo che l'efficienza migliori.»
Chan capì a cosa si riferiva. Gli mise una mano sulla spalla per rassicurarlo, si fece dare i file ed uscì.
Era compito suo provvedere alla squadra, placare i malumori e coordinare le scelte, doveva saperlo fare.
Scosse il capo, pensarci così tanto avrebbe solo fatto aumentare le probabilità di fallimento, era il leader, ovviamente sarebbe stato in grado.
Doveva prendere in mano la situazione, troppi pensieri ed emozioni stavano strappando il suo controllo, odiava farlo ma era necessario.
Con tutte le probabilità si sarebbe pentito, stava per far diventare la sua esistenza viscida e sporca, per quanto impensabile più falsa di quella che stava vivendo. Il primo passo verso la degradazione l'aveva già compiuto, non aveva avuto altra scelta.
Ora una scelta gli era stata gentilmente concessa, sapeva quale sarebbe stata la sua risposta, nessuno avrebbe più sofferto.
Gli era stato concesso il privilegio del sacrificio, la squadra, coloro che erano e che stavano diventando i suoi amici, la sua famiglia, li avrebbe tenuti al sicuro, salvi, per sempre.
Venne strappato dalle sue malsane riflessioni dal fruscio dei fogli sul terreno, svelto li raccolse, fece un respiro profondo tenendo le palpebre socchiuse. Riprese a camminare.
Sfogliava distrattamente le bozze della missione, aveva già trovato vari punti da modificare, non sopportava i suoi repentini cambi di idea. Scocciato riordinò le pagine, poi le rilesse e compulsivamente le sistemò un altro paio di volte. Segnale chiaro ed esplicito che non era solo Jeongin a necessitare di un momento per riprendersi.
Si appuntò mentalmente di fare qualcosa a riguardo, una volta completata l'occupazione del distretto. La salute della squadra veniva prima di qualsiasi impresa Chan volesse o dovesse portare a termine, ma quella era strettamente indispensabile.Raggiunse il corridoio del dormitorio più tardi di quanto avesse programmato, era stato colto dall'impellente bisogno di prendersi un caffè, il più forte possibile: quella notte l'avrebbe trascorsa perfezionando ogni spostamento.
Sentì la voce di Jisung provenire dalla stanza di Felix, pensò che lo stesse confortando riguardo alla recente lite, magari addobbando il discorso con qualche insulto nei suoi confronti.
Come dargli torto? Se lo meritava, ma aveva anche una motivazione che non aveva fatto in tempo ad accennare minimamente.
Superò silenziosamente la stanza, con suo disappunto non colse neppure una parola del discorso.
Fece scorrere la tessera sul lucchetto, con uno scatto la serratura si aprì, ripose la tessera e strinse la presa sul plico di fogli. Sentiva il caffè iniziare a dargli l'energia che richiedeva, durante la notte avrebbe comunque usufruito del sostegno di qualche bevanda energizzante.
Changbin era ancora preso dalle sue analisi, come gli era stato ordinato stava apportando modifiche ad alcune armi, perciò la stanza era vuota e silenziosa, quello che serviva a Chan. Perlomeno così si aspettava.
Abbassò la maniglia e sospirando richiuse la porta dietro di sé, appoggiò i fogli sul pavimento il tempo di togliersi la giacca dell'uniforme, allentò il nodo alla cravatta blu notte, lasciando qualche bottone della camicia slacciato all'altezza del petto. Raccolse i documenti dopo aver appeso la giacca, si strofinò i capelli con la mano che non reggeva il plico, per liberarli dalla scomoda acconciatura.
Superò la scrivania dove posò i fogli, dirigendosi verso le due stanze.
Vide che la porta della sua camera era chiusa, era solito, al contrario, lasciarla accostata, cosicché nell'occasione in cui non avesse potuto abbassare la maniglia gli bastava dare una leggera spinta al legno scuro.
Portò istintivamente una mano alla fodera della pistola, era scarica ma l'intruso difficilmente l'avrebbe saputo. Spinse la porta che produsse un cigolio, maledisse i cardini mentalmente.
All'interno della stanza qualcuno si mosse, uno strofinio di lenzuola fu chiaramente udibile, poi un colpo sordo di qualcuno che cade lo seguì.
Chan entrò bruscamente impugnando l'arma davanti al viso.Felix ricambiava lo sguardo, con gli occhi spalancati di terrore. Il viso di Chan fu solcato da mille emozioni, in fine abbassò l'arma tenendosi il cuore con una mano.
«Felix» sussurrò ancora scosso «cosa diamine...?» ma non terminò la frase. Le parole poco prima ricevute gli trafissero la memoria, lo sguardo si incupì.
Similmente fecero gli occhi del ragazzo che cautamente si stava rialzando. Lo guardò come fosse un estraneo, ogni traccia di amore ed affetto che Chan era abituato a scorgervi era sostituita da un dolore tagliente, tale da trascinare entrambi all'inferno.
Si era creata una profonda e frastagliata crepa tra loro, forse nemmeno le reciproche suppliche avrebbero lenito quella ferita.
«Chris esci.» la voce era roca di pianto, poteva percepire la gola arrossata dalla disperazione. Gli occhi cerchiati dai segni della rabbia, le costellazioni sulle guance rese lucide dalle lacrime, i capelli argentei come erba alta al vento, tirati dalle mani tremanti di insicurezza.
Felix sembrava appassito, ed era solo colpa sua. Sentì le lacrime scorrere, vide il suo riflesso sul viso del ragazzo. Uscì.
Come immagine nella sua mente, ulteriormente tormentata, il labbro tremante stretto tra i denti, per camuffare la reale fragilità.
Sentì Felix riprendere a piangere, soffocare i singhiozzi nelle lenzuola. Immaginò le nocche bianche stringere le coperte pece, colori dolorosi uniti al rosso della pelle morbida al tatto delle guance. Gli mancò improvvisamente quel contatto.
Si costrinse ad abbandonare la stanza quasi correndo. Per poi rientrare pochi istanti dopo a recuperare i documenti ancora sulla scrivania.
Il pianto sottile come i respiri da cui era interrotto, lamentele sospirate che scivolavano sotto la porta fino al triste ascoltatore, il cuore fatto a pezzi dalla sofferenza che non sapeva alleviare.Tornò alla caffetteria strofinandosi con le maniche le guance, irritando la pelle, poco gli importava. La giacca infilata in fretta senza curarsene, si copriva il volto al passaggio di qualcuno, pretendendo di essere preso ad analizzare le mappe.
Si abbandonò su una sedia, non riusciva a mantenere la stessa posizione per troppo tempo.
Passò la notte immerso nel lavoro, con i bicchierini di caffè ad accumularsi accanto ai fogli ricoperti di nuovi appunti e strategie.
Quando ormai era giunto l'orario in cui l'intera struttura si risvegliava, lui era addormentato, con la penna ancora tra le dita, perso in incubi scuri in cui si sentiva annegare. Annegava nella tristezza, nella colpa di non potere. Non potere nulla contro tutto.
Felix annegava con lui, nelle lacrime versate, nella durezza delle sue parole, nell'amore che, nonostante tutto, non riusciva ad allontanare.
L'aveva osservato, protetto dallo stipite della porta.
Quando la crisi di pianto si era lentamente calmata, prima che Changbin entrasse, sgattaiolò fuori dalla struttura ancora avvolto nel lenzuolo che non riusciva ad abbandonare.
Sedette fuori dalla stanza, dove la luce che passava dalla porta aperta non giungeva.
Accovacciato contro la parete, stretto in sé stesso, così si addormentò prima di Chan.༒
Capitolo otto
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La rivelazione per Minho dovrà aspettare
*evil laugh*
< Take care everyone 3
꧁ Noah ꧂
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소리꾼 || Thunderous© [skz]
Fanfiction꧁ 소리꾼 ꧂ Thunderous ▄︻̷̿┻̿═━一 •••••••••••••••••••••••••• [×]Squadra speciale, nome in codice 'Stray Kids' [×]Membri confermati in attività '6' [×]Membri totali '8' [×]Località di attività 'Corea, Seul' [×]Base operativa principal...