열다섯

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Chan fissò lo schermo del suo bracciale dall'infermeria, era il luogo giusto, Seungmin era lì.
Attivò il microfono per comunicare con la squadra, sentì provenire il rombo delle moto che raggiungevano la posizione.
Intimò agli altri di prestare attenzione. «Questo è il luogo. Seungmin è da qualche parte in quel edificio.» la squadra si volse verso una piccola costruzione a pochi metri da loro. Era costruita su un solo piano, poteva sembrare facile trovare Seungmin lì dentro, non c'era pensiero più sbagliato.
Changbin controllò nuovamente il dispositivo «Il segnale della traccia è debole, questo significa che Seungmin non si trova in superficie.» L'edificio aveva una struttura che si allungava in profondità nel sottosuolo, grazie alla mappa dell'intera Corea che avevano sviluppato potevano muoversi con disinvoltura in quasi tutti gli edifici.
La squadra sembrava rincuorata dal sapere Seungmin nelle vicinanze e Chan non aveva il coraggio di aggiungere l'ennesima preoccupazione, sarebbe stato troppo da gestire per chiunque. Quello che angosciava Chan era un'informazione che doveva rimanere il più segreta possibile.
C'era, infatti, la possibilità che sfruttassero lo scienziato per degli esperimenti. Non solo gli Stray Kids erano a conoscenza del passato di Seungmin, la sua esistenza peculiare era fonte di interesse per molti altri scienziati e associazioni.
Chan temeva che il motivo per cui la traccia era così flebile fosse un tentativo di reiscrizione della traccia stessa. Se la sua ipotesi si fosse rivelata corretta, lo scienziato avrebbe avuto possibilità di sopravvivere pari a zero. La sua sicurezza era essenziale per la salvezza del mondo, l'intera organizzazione guidata da Chan avrebbe perso ogni possibilità di successo e, perciò, sarebbe diventata priva di utilità.
«Non c'è tempo da perdere, organizziamoci ed entriamo in azione.» Tutta la squadra gli stava prestando attenzione, in attesa di direttive. «Controllate l'equipaggiamento, armi cariche e munizioni, non sarà facile.»
Passarono i minuti, l'unico rumore era prodotto dal metallo che veniva spostato, controllato e posizionato.
Al comando di Chan si disposero in linea, armi alla mano, visiera abbassata, trasmittenti attive. Avrebbe voluto essere lì con loro, in prima linea a sfidare il pericolo, ma sapeva bene che sarebbe solo risultato in un suicidio.
«Hyunjin facci entrare e uscire sani e salvi.» era il modo di Chan per augurare buona fortuna.
Diede il segnale e Changbin si incamminò per primo, subito dietro Felix. In quanto proveniente dal futuro era incaricato di andare tra i primi in ricognizione, perciò era subito dopo chi guidava la missione.
Il radar non segnalava la presenza di nessun nemico, ma potevano avere anche loro un potere simile. Con cautela si avventurarono all'interno dell'edificio, il resto della squadra si dispose agli altri ingressi, armi cariche.
Appena ebbero finito di controllare il piano terra diedero il via libera, uno alla volta le vedette esterne entrarono e raggiunsero Changbin e Felix.
«Da questo momento in poi non posso più garantire la vostra incolumità.» disse il leader, sperando che sarebbero usciti tutti vivi da lì.

L'interno del piccolo edificio evidenziava ancora di più la decadenza della struttura, polvere, animali rintanati negli anfratti, oggetti in frantumi sul pavimento, un'ottima copertura per quello che si trovava una decina di metri sotto la costruzione. Passi cauti e silenziosi si aggiravano per i corridoi, le comunicazioni erano limitate, comunicavano con sguardi veloci e gesti.
La squadra si fermò improvvisamente al segnale del leader, avevano individuato un punto sospetto nella pavimentazione. Osservando le impronte nella polvere era possibile scorgere una direzione dei movimenti, ma, stranamente, si interrompevano di fronte ad un muro. Avevano trovato il passaggio, fortunatamente non avevano impiegato troppo tempo.
Si affrettarono ad analizzare la superficie e, dopo aver ricevuto i risultati da Hyunjin, procedettero nell'abbatterla. Venne applicato uno strumento sul muro, che permetteva di agire sui legami molecolari del materiale. Il muro si trasformò in polvere senza provocare alcun rumore.
Uno alla volta si addentrarono nel passaggio, l'aria diventava sempre più densa, appesantita dalla polvere e l'odore di corpi in decomposizione.
«Non è affatto rassicurante tutto... ciò.» esordì Jeongin, esponendo i pensieri di ogni compagno, anche se in modo ironico. Non ricevendo nessuna attenzione cercò nuovamente di alleggerire la tensione «Certo non mi aspettavo un red carpet, ma nemmeno che lasciassero tutti questi corpi lungo la strada.» attese qualche secondo ma rimase deluso.
«I.N. sono grato dello sforzo che ci stai mettendo: sicuramente essere così tesi non favorisce lo svolgimento della missione...» parlò Chan tramite le trasmittenti, «però rischi di deviare l'attenzione e in casi peggiori allertare il nemico.» sapeva che anche solo quelle parole avrebbero destabilizzato il ragazzo, quindi non parlò oltre. Probabilmente Jeongin era in imbarazzo, perché per i minuti successivi camminarono in completo silenzio.
Minho fissava insistentemente i monitor, ogni passo compiuto dalla squadra faceva aumentare il suo sconforto. La traccia individuata non aumentava di intensità nonostante si stessero avvicinando alla fonte, tutti l'avevano notato e nessuno aveva la forza di renderlo reale, comunicandolo.
«C'è un problema.» Felix era in testa, ma si era fermato improvvisamente ancora distante una decina di metri dall'indicatore. Era un vicolo cieco.
«Impossibile, da qualche parte dovrà pure portare» era il pensiero di tutti «guardatevi intorno, ma con cautela.» furono gli ordini di Chan e cosi iniziarono a fare. Scansionarono la parete che bloccava la strada, ma non aveva nessuna particolarità: al suo esterno c'era solo la terra del sottosuolo. Lo stesso risultato fu ottenuto analizzando le pareti, anche il pavimento non era una via d'uscita.
Alzarono lo sguardo al soffitto, non sembrava presentare anomalie, ma lo scanner rivelò il contrario. «Assurdo, questo posto è peggio di un labirinto.» fu la lamentela di Han mentre iniziava a posizionare il necessario per salire. Disintegrarono il muro e si issarono nel corridoio sovrastante.
Al di là del passaggio si trovava l'ennesimo corridoio polveroso, ma per fortuna erano assenti i cadaveri. «Si vede che nessuno ha mai trovato quel passaggio.» fu la considerazione di Changbin che si guardava intorno con circospezione.
Han annuì, «credo che i corpi di poco fa fossero il risultato di un'imboscata, questa struttura è progettata davvero bene.» concluse con ammirazione, «Prendere esempio non sarebbe una cattiva idea.» propose.
«Geniale, così i nemici hanno già la mappa d'accesso per la nostra base, come siamo altruisti.» lo schernì Jeongin per la pessima trovata. Prima che iniziasse un battibecco e che Chan perdesse la pazienza, intervenne Hyunjin a riportare la concentrazione.

Ripresero a muoversi in direzione del segnale, finalmente il corridoio si aprì in una stanza ampia. Ricordava vagamente uno studio medico del passato, ma erano presenti molte strumentazioni provenienti dal futuro, per precisione: dalla prima parte del futuro, ancora non completamente distrutta dalla guerra.
Seungmin era lì, ma il segnale era troppo debole. Non era normale una situazione simile, per di più la stanza appariva deserta.
Iniziarono a perlustrarla, spostarono ogni mobile ma la traccia portava senza dubbio a quella stanza ed era completamente vuota. «Non è qui, in realtà non c'è assolutamente nessuno qui.» con queste parole Hyunjin confermò la paura della squadra.
«Stai dicendo che hanno evacuato l'intero edificio? Portandosi dietro Seungmin?» domandò Minho, terrorizzato dal fallimento e ciò che avrebbe causato.
«Corretto, ora non possiamo fare molto. Cercate delle tracce, qualsiasi cosa, anche se vi sembra insignificante.» fu l'ordine del leader, parlò flebilmente, cercava di nascondere lo smarrimento per non far svanire completamente la speranza dei compagni.
Calò il silenzio, solo il rumore dei mobili spostati e lo stridere delle attrezzature metalliche arrivavano dalle trasmittenti.
Minho aveva le mani nei capelli, era stupito e allo stesso tempo spaventato dalla calma con cui la squadra stava eseguendo l'ordine. Le sue mani tremavano, man mano che la realizzazione di aver molto probabilmente perso un compagno si faceva più nitida il suo respiro accelerava.
Non riusciva a staccare gli occhi dagli schermi, il puntino luminoso ricambiava lo sguardo. Fu allora che smise di tremare e si sporse in avanti indicando il segnalatore.
«Perché non si affievolisce? È ancora qui, nella stessa posizione.» urlò, la squadra blocco ogni movimento e si precipitò a controllare.
«Ormai la traccia dovrebbe essersi affievolita o essere persino scomparsa, ma non è cambiata.» commentò Felix, picchiettando sullo schermo. Hyunjin si affrettò ad ingrandire il più possibile quell'area della mappa, «presto, controllate in questa posizione.».
Fu lì che lo trovarono.

Capitolo quindici

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꧁ Noah ꧂

소리꾼 || Thunderous© [skz]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora