여섯

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Minho entrò nella stanza, si aspettava di trovare come minimo una decina di persone, ma all'estremità opposta del lungo tavolo in marmo bianco sedevano solo Chan e un ragazzo dai capelli argentati. Ricevette un cenno, prese posto di fianco a Chan, di fronte al ragazzo.
«Sei arrivato, alla fine.» nella sua voce c'era scherno, ma non si trattava di un tono maligno. Minho annuì lievemente, ancora scosso da quello che era successo poco prima.
«Lui è Felix,» presentò il ragazzo, Minho fece per stringergli la mano, lo sguardo che Chan gli rivolse lo bloccò. «anche se è il suo nome in codice lo preferisce a quello di nascita, come me d'altronde.» l'ultima frase fu poco più di un sussurro, però sia Felix che Minho erano abbastanza vicini per sentirla. Felix prese una mano di Chan, provando a scacciare l'immensa tristezza che era calata nella sala. «Un giorno, forse neanche così lontano, ci conosceremo abbastanza per condividere anche questo.» fu Felix a parlare, la sua voce bassa, in netto contrasto con il viso angelico, stupì Minho. «Lo spero.» balbettò in risposta.
Chan prese un sorso dalla bottiglietta d'acqua che aveva davanti a sé, Felix studiava Minho, ogni suo movimento od espressione non sfuggiva al suo sguardo. Però Minho non se ne accorse, non lo sospettò nemmeno per un istante.
«Ti ho convocato per organizzare la tua prima missione.» si schiarì la gola, Felix gli tocco con un dito la spalla per richiamare la sua attenzione. Chan si chinò verso di lui, per permettergli di sussurrargli qualcosa, che Minho non colse, all'orecchio.
Poi Felix si alzò di scatto, gli occhi che volevano sembrare calmi tradivano la sua agitazione, saettando per la stanza e lungo la figura di Minho.
«Dov'è J.One?» la voce uscì stridula dalle labbra. «Era in corridoio con Hyun...» non gli permise di finire la frase che corse fuori dalla stanza, facendo cadere la sedia a terra, non preoccupandosi di richiudere la porta alle sue spalle.
Chan non sembrava turbato. «Capita spesso che qualcuno debba fermarli dal spararsi un proiettile a vicenda.» rispose alla domanda silenziosa di Minho, che rimase scioccato da quello che aveva sentito.

Pochi minuti dopo si sentì Felix tornare, non era solo, poiché una seconda voce borbottava delle scuse. Han fece il suo ingresso trascinato da Felix, lo fece sedere al suo fianco, offrendogli la sua bottiglia ancora chiusa. La prese e bevve, più che per la sete lo fece per evitare lo guardo di disappunto di Chan.
«Jisung, intanto che ti riprendi vi illustro come si svolgerà.» Minho capì da come Chan gli si era rivolto che si conoscevano da tempo. Mentre veniva descritto il luogo d'azione e tracciati i percorsi su una mappa digitale, Minho osservava Han nascondere le mani nelle maniche dell'uniforme. Cercò di non distrarsi oltre.
Il piano era semplice, ma i rischi erano elevati. Una squadra di sole tre persone doveva fare irruzione nella base affiliata alla Jyp, recuperare un file contenente le informazioni principali e l'intera mappa del Distretto 9. Se fossero stati scoperti avrebbero perso la vita, anche se fossero riuscita a consegnare il file sarebbero stati uccisi per evitare complicazioni.
Han si tirò in dietro non appena fu nominato Hyunjin. Voleva partecipare, si sentiva abbastanza preparato persino per guidare la missione, ma sapeva che essere in squadra con lui significava solo fallimento.
Chan però fu irremovibile: Hyunjin avrebbe partecipato. Felix si offrì per sostituire Han, ma Chan disse che la squadra era già formata.
Si alzò. «La missione sarà guidata da Spearb, supervisionerà lo svolgimento e mi comunicherà come procede l'addestramento di Lee Know.» fece una pausa, guardando l'interessato. «Aspetta. Non posso partecipare ad una missione simile, giusto?» cercò conferma negli altri due, Han si limitò ad un'alzata di spalle, Felix era ancora irritato per l'esclusione.
«Credo sia meglio che partecipi Felix, al posto mio.» Chan lo zittì bruscamente. «È un ordine.» seguì un silenzio opprimente.
«I.N sarà incaricato di gestire l'operazione via radio, se qualcosa andasse storto interromperemo tutto immediatamente.» si diresse alla porta, lasciò dei documenti sul tavolo così che Minho potesse leggerli.
«Vado ad informare Changbin e Hyunjin. Felix, avvisa Jeongin.» si fermò con una mano sulla maniglia, aspettando che Felix si alzasse per raggiungerlo.
«Dovrebbe essere ancora con Hyunjin, puoi benissimo avvisarlo tu.» rispose acido, senza spostarsi dalla sedia. Chan si avvicinò e lo sollevò per un braccio, scuro in volto, Minho non l'aveva mai visto così, rabbrividì.

Uscirono dalla stanza lasciando Han senza nessun compito da svolgere, rimase seduto a giocare con le maniche. Minho prese i fogli iniziando a leggere, successivamente decise di sfruttare l'occasione per chiedere dei chiarimenti al ragazzo.
«Spearb è il nome in codice di...?» venne interrotto per l'ennesima volta quella giornata. «Changbin, ha ventidue anni, è un mio amico. I.N è Jeongin, vent'anni, il più piccolo del gruppo ma è affidabile.»
Minho riprese a leggere i documenti, su cui erano riportati gli spostamenti che avrebbe dovuto compiere. Era terrorizzato.
Han fece per alzarsi ed uscire. «Se hai finito di leggere seguimi.» Minho sistemò i fogli e si alzò. Però prima di uscire prese la bottiglia e fece cenno a Jisung di avvicinarsi. Gli prese le mani e, bagnato un lembo della camicia, gli pulì le abrasioni sulle nocche.
Jisung rimase impassibile, borbottò un "grazie" una volta che Minho si voltò per posare la bottiglia. «Di nulla.» rise per il suo imbarazzo, non era abituato a tali gentilezze da persone con cui non aveva confidenza.
Uscirono dalla stanza, camminando verso la stanza che sarebbe diventata l'alloggio di Minho fino al successivo trasferimento al Distretto 9.
«Ritengo sia giusto raccontarti l'intera storia.» disse di punto in bianco Jisung.
Raggiunsero l'ala della struttura adibita ai dormitori, Han gli aveva elencato gli occupanti di ogni stanza e, all'incirca, la disposizione della struttura. Aprì la porta con una tessera, che poi diede a Minho.
«Dividerai la camera con Felix, siete gli unici membri non ancora in servizio.» una domanda sorse a Minho, ma la tenne per sé.
Invece, decise di porgergliene un'altra: «Perché sono qui?» Han sospirò, era giunto il momento delle spiegazioni, non poteva prendere altro tempo o Minho sarebbe stato in pericolo. 

Felix camminava lentamente verso la sala principale, dove Chan avrebbe comunicato i componenti della squadra per la missione a venire e le istruzioni per eseguirla. Sperava che avrebbe potuto partecipare questa volta, si sentiva messo da parte. Erano settimane che assisteva passivamente alle missioni, il massimo di cui veniva incaricato era coordinare via radio gli spostamenti.
Ma nonostante Jisung si fosse tirato indietro, l'incarico gli venne rifiutato nuovamente. Venne trascinato fuori dalla stanza, Chan aveva superato il limite, nessuna spiegazione sarebbe stata in grado di calmarlo a quel punto. Non importava che relazione ci fosse tra di loro, se Chan non si fidava di lui nemmeno per mandarlo in missione non sarebbe continuata a lungo.
Jeongin aveva portato Hyunjin nel laboratorio di Seungmin per farlo curare e magari anche calmare, quindi il corridoio era deserto. Chan camminava pochi passi davanti, con il braccio teso all'indietro per tenere stretto il polso di Felix.
«Smettila di essere così infantile.» si voltò, la rabbia gli affilava i lineamenti del volto.
«Continui a lasciarmi indietro! Sarei io quello infantile?» gli rispose ironicamente, aveva il respiro corto, ma non voleva urlargli contro. Chan si fermò, lasciò il polso e incrociò le braccia al petto.
«C'è un motivo dietro ogni mia scelta, è il compito del leader.» la voce fredda come ghiaccio, e come ghiaccio le parole ferirono Felix.
«Lo stai svolgendo male!» urlò «Perché sei venuto a prendermi se non posso svolgere il mio di compito?» Chan non rispose, forse iniziava a sentirsi in colpa o forse cercava dal trattenersi dall'iniziare una lite.
«Non ti fidi più di me? Ovvio dovevo pensarci prima.» Felix decise di sfogarsi «Sono una delle reclute qui da più tempo, nonostante ciò non sono ancora un membro ufficiale.» diede sfogo alla frustrazione covata per anni.
Sentiva la gola bruciare «So come combattere, so come sopravvivere. Forse l'hai dimenticato vivendo in questo presente ancora intatto, noi siamo stati cresciuti dalla distruzione in persona.» le guance si fecero lucide di lacrime.
Un riflesso spontaneo fece muovere Chan in avanti, come per volerlo abbracciare, ma si fermò prima di sollevare le braccia. «Sono vivo, non è già questo prova delle mie capacità?» domandò retoricamente, con la voce spezzata dai singhiozzi. «Riguardo una cosa forse hai ragione» strinse i pugni, abbassò lo sguardo «I'm getting weak, but I keep pushing myself.*»

Si voltò, diretto al suo dormitorio, Chan lo lasciò andare con l'amaro in bocca. Ritenne fosse meglio che la rabbia defluisse prima di rivelargli la motivazione.
Solo quando imboccò il corridoio degli alloggi ricordò che lì si trovava Minho, non poteva presentarsi in quello stato. Possedeva la copia della tessera di un'altra stanza, che sapeva vuota al momento.
Sospirò lasciandosi cadere sulle lenzuola, pessima idea: avevano il suo profumo. 

𓊈*𓊉 "//„ - citazione Hellevator

Capitolo sei

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꧁ Noah ꧂

소리꾼 || Thunderous© [skz]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora