열둘

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Hyunjin si sentiva impotente, voleva essere sul campo ad aiutare il suo leader. Era ben consapevole che non fosse in pericolo di vita, almeno fino a quando nello scontro non si sarebbero aggiunte altre guardie armate.
Se fosse corso sul luogo in quel preciso momento non avrebbe comunque fatto in tempo, poteva solo affidarsi alle capacità di Chan e sperare che Felix andasse in suo soccorso.
Ma il ragazzo era irraggiungibile, aveva spento la trasmettente e il localizzatore, era diventato un fantasma. In più nemmeno il radar poteva rivelarsi utile per colpa dell'abilità che Felix possedeva.
In verità Hyunjin non sapeva nemmeno se anche lui fosse in pericolo o, peggio, se fosse già stato catturato. Non voleva pensare oltre, la sola ipotesi che potesse venir ferito lo faceva tremare, era come un fratello per lui, non sarebbe mai stato in grado di perdonarselo.
Non sarebbe nemmeno riuscito a consolare o semplicemente vedere il leader distrutto dalla morte di Felix, sapeva che si sarebbe incolpato e Hyunjin, in condizioni simili, non avrebbe potuto fare nulla per lui.
Si colpì le guance con i palmi, non aveva tempo di perdersi in tali pensieri.
Avvisò Chan dell'indisponibilità del compagno, la risposta fu un grugnito, ma non sembrava stesse male.
Rimase in ascolto provando, ad intervalli, a contattare Felix, nel caso avesse acceso il dispositivo.

Felix continuava ad ispezionare i corridoi, facendo attenzione a camuffare la propria presenza ed evitare le sentinelle di passaggio.
Non appena si era separato da Chan aveva disattivato la trasmittente, per evitare di sentire la sua voce ed essere disturbato dai suoi ordini.
Voleva dimostrargli di essere all'altezza di ogni missione, di non essere un bambino indifeso bisognoso di cure, non lo era più da tempo, forse non lo era mai stato.
Era ancora immerso nei suoi ragionamenti quando un boato scosse la struttura dell'edificio. Non sapendo cosa stesse succedendo rimase immobile sul posto, non voleva riattivare la comunicazione, benché sapesse che poteva costargli la vita. L'orgoglio era troppo.
«Stava andando tutto fin troppo bene.» si lamentò correndo verso l'origine del rumore. Sentì degli spari e i suoni, soliti essere provocati dagli scontri, farsi più nitidi man mano che si avvicinava. Lo stridere delle lame fu udibile, appena avesse imboccato il corridoio successivo si sarebbe trovato coinvolto.
Si fermò in attesa, attivò la trasmittente. Nei pochi secondi di accensione udì i passi delle sentinelle propagarsi nella struttura, poi furono coperti dalle urla di Hyunjin. Ma non fu quello a spaventarlo. Quando Hyunjin tacque fu sostituito dagli ansiti di Chan.
Hyunjin non gli lasciò tempo di agire o pensare, gli espose rapidamente la situazione. Chan era in pericolo e, anche se non era stato aggiunto, era sottinteso che la colpa fosse in gran parte di Felix.
Caricò le armi, respirò per calmarsi, ogni secondo era indispensabile: doveva raggiungere Chan prima dei rinforzi nemici.

Vide Chan cadere a terra, l'espressione contratta in una smorfia di dolore mal camuffata. La pistola era scivolata troppo lontano perché potesse recuperarla.
Felix si lanciò a terra per evitare di essere colpito, la prese, impugnò entrambe le pistole puntandole contro la sentinella.
La teneva sotto tiro, studiava nel tempo che si era procurato i suoi punti deboli.
Non fece fuoco ma raggiunse Chan, tenendo la propria arma puntata restituì la pistola al proprietario.
«Alzati, svelto. Tra meno di due minuti saremo circondati.» non smise di dargli le spalle, fingendo che essere concentrato sul nemico fosse la ragione.
Chan tossì e sfregò i sangue che fluiva dallo zigomo, si alzò a fatica stringendo i denti per trattenere un lamento. Gli era stata inflitta una ferita profonda ad una coscia, fortunatamente non era stata colpita la vena femorale, ma i pantaloni erano ugualmente pregni di sangue scuro.
Appoggiò una mano alla parete grigia dell'edificio per sorreggersi, lasciando un'impronta di sangue. Felix si spaventò non appena se ne accorse, strinse l'impugnatura del coltello legato alla cintura cercando di scaricare almeno un po' di rabbia.
Ira rivolta alla sentinella causa delle ferite, alla missione, all'intera situazione che doveva risolvere, non solo quella momentanea, ma l'intera guerra. Ed in fine rivolta a sè stesso, alla sua incapacità di proteggere coloro a cui teneva.

Cercò gli occhi del leader, iridi scure, calme nonostante tutto, decise e gentili. Riacquisì sicurezza.
Il tempo a loro disposizione era agli sgoccioli, i passi sempre più vicini.
Felix sparò alle gambe del nemico. Due colpi, si accasciò urlando.
«Sopravvivi. Ci incontreremo ancora e non ti risparmierò.» sibilò con ira. Dallo sguardo non traspariva nulla, non un frammento di rabbia, era uno sguardo spietato, di cui erano possessori solo coloro che avevano conosciuto la freddezza del futuro.
Fece appoggiare Chan a sè, in silenzio cercarono di lasciare l'edificio quanto più velocemente le ferite permettevano.
Tutte le uscite presenti sulla mappa il loro possesso erano state bloccate, dovettero nascondersi in un'area poco controllata.
Fece adagiare Chan, che si stese contro il muro con fatica. Era semicosciente, nonostante la resistenza che stava opponendo, il dolore stava invalidando la sua mente. «Fammi controllare il taglio.»
Il tono freddo, quasi più tagliente della lama che l'aveva colpito, era tradito dal tremore delle mani, dalle lacrime che scorrevano sulle guance, dall'espressione preoccupata che tentava in vano di dissimulare.
Inaspettatamente Chan rise. Una risata debole, poco più che un respiro. Spense la trasmittente, fece cenno a Felix di copiarlo. Quando entrambi smisero di sentire le insistenti domande di Hyunjin, Chan osservò la piccola stanza in cui si erano rifugiati. Era alla ricerca di eventuali telecamere, con suo sollievo era completamente spoglia.
Allungò una mano verso il viso del compagno, provò ad asciugare le lacrime, lasciando strisce rossastre sopra le lentiggini.
«Sto bene, abbiamo superato di peggio.» cercò di rassicurarlo.
«Non è solo per quello.» Felix balbettò singhiozzando silenziosamente. Chan ridacchiò nuovamente, intenerito.
Felix tentò di nascondere il volto nel palmo della sua mano, Chan si intenerì. Gli mancavano da tempo momenti leggeri del genere, rubati dai litigi e dalle missioni.
Lo accarezzò, sentendo dopo settimane la morbidezza della sua pelle. Non voleva tornare alla realtà cruenta, dopo aver assaggiato quella dolce pace.
«É tempo di tornare a concentrarsi.» fu costretto a dire.
Felix si riscosse a quelle parole, allontanò il palmo di Chan con un gesto rapido. Si convinse che il messaggio dietro quell'affermazione fosse un rimprovero.
Credette che l'intenzione era criticare il lavoro appena svolto, era contrariato dalla velocità con cui la relazione si era incrinata nuovamente. Proprio ora che sembrava intravedere un risvolto positivo.
Storse il naso e aprì la bocca per ribattere.
Chan fu più svelto, gli posò l'indice sulle labbra. Felix tacque, accorgendosi dei passi nelle vicinanze.
Sospirò, quel breve silenzio gli aveva fatto realizzare cosa gli era passato per la mente. In parte era anche colpa sua, non poteva continuare a negarlo.
«Chris, non posso più sopportarlo.» le lacrime erano tornate ad inumidirgli gli occhi.
Chan lo abbracciò, non era il luogo nè la situazione adatti a chiarire. Sebbene quello fosse anche il suo desiderio, doveva rimandare.

Hyunjin non sopportava più la coppia. Ancora meno capiva a cosa servisse il suo compito se alla fine le comunicazioni venivano interrotte.
Dopo minuti di completo silenzio Chan gli aveva trasferito i dati raccolti, segnale che fossero pronti e in grado di effettuare l'estrazione.
Seungmin lo raggiunse nella stanza. L'altro non lo sentì, aveva ancora le cuffie. Seungmin rimase a fianco della porta, in attesa. Si avvicinò, mettendo le mani sulle spalle di Hyunjin, solo quando quest'ultimo ebbe spento gli apparecchi, abbandonandosi sullo schienale con un sospiro.
Seungmin rise, cingendo le spalle di Hyunjin, che fu contagiato dalla risata.
Parte della tensione a cui la squadra era sottoposta si era alleviata.

Capitolo dodici

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꧁ Noah ꧂

소리꾼 || Thunderous© [skz]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora