9. Motel California pt.1

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"Ehi Luna" mi richiamò una voce maschile a me conosciuta, mugugnai qualcosa e mi stiracchiai. Eravamo fermi.

"Avanti scendete" ci urlò contro il coach, muovendo la mano con cui manteneva una cartellina smuovendo così il suo fischietto, appeso al collo. Sbadigliai stropicciandomi gli occhi e poi scesi dall'autobus affiancando le ragazze.

"Beh ho visto di peggio" commentò Scott, cercando di trovare un lato positivo. Nessuno riuscì a capire cosa stesse succedendo, ma eravamo davanti ad un motel, mal ridotto e degno dei peggiori film horror a basso costo. "E dove hai visto di peggio?" chiese Stiles, ironico.

Il coach fischiò per richiamare l'attenzione "Ascoltate la gara è stata rimandata a domani questo è il motel con più stanze libere e meno buon senso quando si tratta di accogliere un branco di degenerati come voi. Formate delle coppie in modo saggio" spiegò il coach, consegnando a tutti delle chiavi. "Tranne voi tre" indicò me, Allison e Lydia, bloccandoci con il suo braccio "Siete state fortunate, per voi ho trovato una stanza tripla" ci informò per poi darci la chiave ed andare via, borbottando ai ragazzi qualcosa che riguardava mani e mutande. Imbarazzante.

Questo posto metteva i brividi, ed avevo anche una strana sensazione, a quanto pare non ero l'unica. Lydia era ferma e fissava con terrore quel motel.

"Lydia" la richiamammo io e Allison per farla muovere, di certo separarsi dal resto del gruppo non sembrava una buona idea. "Questo posto non mi piace" sussurrò, Allison sorrise, cercando di alleggerire la tensione "Secondo me questo posto non piace nemmeno ai proprietari, è solo per una notte".

Inclinai di poco la testa verso destra, e guardai il motel con curiosità "In una notte possono accadere tante cose" mormorai, facendomi venire i brividi da sola. Mi strinsi nella mia giacca color pesca e raggiunsi le altre due, un po' più avanti ormai.

Entrate in camera, Lydia si sedette sul letto, riluttante, ed Allison decise di farsi una doccia veloce, io invece decisi di chiamare la mamma per avvisarla.

"Allora tutto bene?" domandò mia madre, sospirai, poggiando i gomiti sulla ringhiera e guardai in basso. Da qui potevo vedere i distributori automatici e giurai di aver visto qualcuno romperle, scossi la testa e presi a fare avanti e dietro "Sì mamma, solo che il motel fa schifo".

"Sarà solo per questa notte" mi rassicurò, avvertendo una leggere risata "Per fortuna" sbuffai.

Rimanemmo un altro po' al telefono a chiacchierare di cose fondamentalmente futili e poi riagganciai.

Feci per ritornare in camera ma andai a sbattere contro qualcuno. Sollevai di poco la testa e notai che per fortuna si trattasse solo di Isaac. "Isaac" lo salutai, ma lui mi guardava con occhi spenti, sembrava non mi stesse neanche guardando in realtà.

Avanzò lentamente verso di me ed io feci dei passi indietro fino a sbattere contro il muro. Imprecai mentalmente, menomale non avevo preso una bella botta, non ci tenevo ad avere un bel bernoccolo come ricordo. Isaac potrò le sue braccia ai lati della mia testa e continuava a fissarmi in un modo a dir poco inquietante, deglutì rumorosamente non sapendo come comportarmi, ero spaventata.

Si avvicinò ad un palmo dal mio naso e sussurrò, in modo provocante "Che ne dici di ricominciare da dove ci siamo interrotti?". Lo guardai spiazzata, non era un comportamento da Isaac questo. "Si può sapere che ti prende?" tuonai. Lui non mi ascoltò "Possiamo anche divertirci" continuò, tentando di allungare le mani ma io lo bloccai.

"Isaac" sussurrai, lui continuava a non ascoltarmi, anzi, afferrò i miei polsi, iniziando anche a farmi male. "Isaac mi fai male" urlai dimenandomi, a causa di un movimento brusco tirai una gomitata ad Isaac, che barcollò all'indietro, ma almeno sembrò riprendersi. "Cos'è successo?" domandò, agitandosi, sembrava si fosse risvegliato da un sonno molto ma molto profondo. Misi le mani sulle sue spalle e tentai di rassicurarlo "Ehi va tutto bene". Tremava come una foglia ed era veramente dispiaciuto. "Io... mi dispiace non volevo" balbettò.

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