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Mi alzai di scatto cacciando un urlo cercando di riprendere aria. Intorno a me tutto era bianco ed illuminato da delle luci al neon, uscì dalla vasca e guardai gli altri perplessa.

Dov'eravamo finiti?

Dietro di noi, in fondo all'enorme sala, c'era il tronco di un albero tagliato a metà, doveva trattarsi del Nemeton. Strinsi più forte la collana e con gli altri, a passo lento, ci avvicinammo.

Le radici del Nemeton affondavano nel pavimento, il grande tronco, ormai tagliato, era ricoperto di muschio e qualche pianta. Si poteva notare dal suo aspetto quanto fosse antico.

Scott alzò di poco la manica della sua maglia, osservando il tatuaggio, alzai un sopracciglio non capendo cosa stesse facendo. Poggiò la mano sul tronco e trattenne il fiato, Scott sembrava essere entrato in uno stato di trance, chissà cosa stava vedendo.

Quando Scott riaprì gli occhi, nessuno di noi osò dire una parola, rimanemmo per tutto il tempo in silenzio, l'unico rumore che avevo sentito era il fruscio dell'acqua una volta usciti dalla vasca. Dopo Scott toccò a me, chiusi gli occhi e presi anch'io un respiro profondo, avevo paura di cosa avrei potuto vedere, misi la mano sull'albero e mi sembrò di essere risucchiata da un vortice. Era difficile da spiegare perché osservando Scott avevo capito che non ci saremmo mossi di un millimetro, era più un viaggio mentale.

Era buio e c'erano alberi, tanti alberi. Mi incamminai lungo il viale, calpestando qualche foglia.

"Dobbiamo farlo per forza?" sentì dire da qualcuno alle mie spalle, mi voltai ed una luce azzurrina infastidì la mia vista, doveva essere una torcia, mi nascosi velocemente dietro ad un albero ed aspettai che quel qualcuno andasse via.

"Andiamo Scott. Assolutamente sì" questa voce... era la mia voce e quel qualcuno che avevo sentito era Scott "Amico dici sempre che in questa città non succede mai niente" questa voce invece apparteneva a Stiles, i tre del passato entrarono nel mio campo visivo e mi sfuggì un sorriso nostalgico. In meno di un anno eravamo cambiati moltissimo, tutto era cambiato.

A partire da quella notte...

Sperando di non fare rumore seguì la me del passato.

"Volevo riposare per gli allenamenti di domani" si lamentò mio fratello. "Questo è più interessante fratellino" "E poi rimani sempre in panchina" replicò Stiles, il primo della fila ed io lo replicai leggermente innervosita "Non dovevi dirlo Stiles".

"Quest'anno sarà diverso! Giocherò, anzi, sarò tra i titolari" disse con Scott, speranzoso e con tono fiero "Fai bene, è bello avere un sogno anche se questo non si realizzerà mai". Mi fermai di colpo non potendo credere alle parole di Stiles e troppo dispiaciuto per mio fratello che non sembrava averla presa bene "Ok Stiles, quando avrai finito di prendere in giro mio fratello chiamami. Io vado a farmi un giro" strappai la torcia delle mani di Stiles e andai via.

Non sapevo dire il motivo ma il mio istinto mi intimò di seguire la Luna del passato. Quella sera, con un probabile assassino in circolazione e le pattuglie della polizia che lo cercavano, decisi di camminare un bel po'. Avevo avuto proprio un'ottima idea.

Mi ritrovai a sbattere contro lo sceriffo, chiusi gli occhi impaurita da chi potessi trovarmi davanti. "Signor Stilinski salve, come va? Come mai da queste parti?" domandai con tono stridulo, dopo aver aperto piano piano gli occhi. Lo sceriffo mise le mani sui fianchi, visibilmente arrabbiato "Ciao Luna tutto bene, grazie per l'interessamento. Piuttosto che ci fai tu qui".

Un pastore tedesco, ovviamente tenuto a guinzaglio da un poliziotto, iniziò ad abbaiare verso la mia direzione. Il poliziotto puntò la torcia ed io mi feci indietro, le voci divennero sempre più ovattate fino a quando non andai a sbattere contro qualcosa, un albero.

I know you love me ; SacrificeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora