accidental lover
what'd you do with all my common sense?
you came in undercover
when I didn't even want a friend.
Portofino scottava.
Taehyung sbirciò oltre le tendine del cabinato, ma non vide nulla; gli yacht attraccati durante la notte nascondevano il panorama.
Affranto, sospirò. Se solo suo fratello l'avesse lasciato uscire; da solo, libero e felice, per qualche ora. Aveva supplicato, urlato e pianto, aveva provato a corromperlo con il denaro e si era offerto di lucidare la fiancata sinistra della nave, ma Namjoon era rimasto inflessibile, fossilizzato nelle sue convinzioni.
«È pericoloso» aveva tagliato corto.
A Taehyung era parso di impazzire. «Cosa diavolo c'è di pericoloso, a Portofino?» aveva strillato, incapace di comprendere la preoccupazione del fratello. «Hai paura che spenda tutta la paghetta? Che mi rimpinzi di gelato fino a scoppiare? Che mi diverta, per una volta in questa vita?»
Nel sentirli battibeccare, Jin aveva staccato gli occhi dal giornale. Era il più grande tra loro e anche il più ragionevole, ma allo stesso tempo il più annoiato dai loro discorsi.
«E lascialo andare, Namjoon! Infilagli un cappellino e un paio di occhiali da sole, nessuno farà caso a lui! Siamo asiatici, nemmeno ci distinguono tra noi.»
Namjoon era rimasto interdetto da quella sbrigativa osservazione, ma subito si era ripreso per estinguere il flebile entusiasmo del fratello minore.
«La mia risposta è no. Se vuoi uscire, puoi venire in barca con noi. Andiamo a San Fruttuoso.»
«Ma io voglio la focaccia!» tuonò Taehyung, spazientito.
«E allora manda Leo a comprartela.»
A quel punto, Jin e Namjoon avevano levato le tende. La famiglia Jeon, ormeggiata accanto a loro, aveva invitato tutti per un giro in barca a largo di San Fruttuoso. Taehyung era rimasto tentato; ci sarebbero stati i figli dei signori Jeon, Jungkook e Hoseok, insieme ai loro fratellastri Yoongi e Jimin, ma a nessuno sarebbe stato concesso nuotare fino a riva, toccare i ciottoli o comprare un ghiacciolo. Non avrebbero potuto visitare l'Abbazia né bere un caffé seduti su uno scoglio. Taehyung avrebbe voluto comprare una calamita, sceglierla personalmente, magari provarsi un borsellino di cuoio, scattare qualche foto agli alberi, mangiare in quella trattoria all'ombra degli ulivi.
Invece no. Dovevano rimanere in incognito, comportarsi con modestia e stare insieme.
Così, per protesta verso quell'eccesso di premura divenuto tirrania, aveva deciso di rimanere sullo yacht a bere ginseng freddo, sorvegliato a vista da Leo, uno dei membri dell'equipaggio.
Si era subito pentito di quella scelta. La piscina sul tetto ribolliva, e scivolare nella jacuzzi anche solo per pochi minuti gli avrebbe procurato un infarto. Nel cabinato, invece, l'aria condizionata gli seccava la gola e non ne poteva più di sentire la pelle dei sedili premergli contro la schiena. Lui voleva la brezza, i granelli di sabbia, perdersi nell'acqua del mare.
Al terzo bicchiere di ginseng, il desiderio di salire a prua e pisciare sullo yacht di quell'armatore greco di cui non ricordava il nome si fece impellente; forse, se avesse commesso qualche cazzata, Namjoon l'avrebbe liberato.
Uscì nella calura estiva, cercando di ignorare lo sguardo di Leo che lo seguiva come un'ombra. Fuori si cuoceva.
In cima allo yacht, Taehyung ammirò Portofino.
Era splendida, un dipinto incastonato nel verde. Con le pareti tinteggiate di rosso Tiziano, rosa cipria e giallo limone, e quella piazzetta deliziosamente assopita, sembrava un piccolo sogno proibito. Ammirò il riverbero del sole nell'acqua smeraldina, così pulita da sembrare una piscina.
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The Love You Give
FanfictionTaehyung e Jungkook crescono insieme come cuccioli di lupo. A legarli è un sentimento potente, feroce e dolcissimo come le onde del mare in cui nuotano d'estate, in Italia. Taehyung è assente e spigoloso, Jungkook ha mani morbide nate apposta per r...