Comme des Garçons

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è la sera dei miracoli
fai attenzione



Ho immaginato a lungo questo momento.

Siamo al mare, il cielo è una lastra di luce argentata, la sabbia polvere bianca e finissima. Tu sei nudo, avanzi dritto verso di me, e io non ho mai visto niente di più bello del tuo corpo che si muove per raggiungermi, i tuoi piedi le tue gambe il tuo bacino animati dalle stesse intenzioni, sei una locomotiva che non fa rumore, non un benedetto suono, la mitezza dei tuoi muscoli flessi mi commuove.

Ti ho trovato sussurri, mi hai trovato dico io, e accadiamo.

Nella mia mente, quello che viene dopo è facile come meravigliarsi dell'arcobaleno. Nessuno ci chiede se siamo malati, se siamo confusi, se abbiamo perso dio come una biglia in un tombino. Nessuno ci propone una cura, sputa per terra, prega per noi.

Nella mia mente, il nostro amore non desta stupore, non siamo grotteschi e nemmeno speciali, prendiamo il taxi la metro il risciò e andiamo nei posti dove vanno tutti, a lavoro al cinema al supermercato e nessuno ci pesta per strada, al ristorante ordiniamo i patti che mangiano tutti e il cameriere non si domanda come fottiamo, non suscitiamo rabbia e neppure ammirazione, non siamo motivo di orgoglio o dibattito teologico, non destiamo interesse scientifico né politico, chiediamo il conto e ce ne andiamo, a casa abbiamo un cane un divano la bolletta della luce ancora da pagare, e tutto è talmente ordinario che sono felice.

Felice, Jungkook. Sì, proprio io, e il cuore mi batte come una puttana.

Nella mia mente sono sempre felice. Mi viene naturale, è quasi un talento. Tu mi guardi come agli scogli mastodontici da cui adori tuffarti e io mi sento un dio, posso immaginare per noi qualsiasi cosa, costruirci le fantasie più deliziose, mi basta chiudere gli occhi e tu prendi vita sotto alle mie palpebre.

Vedi, nella mia mente non c'è la striscia gialla della metro da cui mi hanno scollato come un serpente investito, ma un piccolo molo in un villaggio di pescatori. Siamo soli, l'aria è buona come uva croccante, e ad aspettarci c'è una barchetta forte come un capodoglio. Saliamo a bordo, guadagnamo il largo ma poi, senza preavviso, il cielo ruggisce, minaccia di affondarci, e tu ti aggrappi al fasciame per tenerlo insieme, mi guardi disperato perché lo sai, ci vuole una vita a costruire tutto e un attimo a perderlo per sempre.

Ma tu non preoccuparti, amore mio; questo sogno è casa nostra.

Con le dita afferro i fulmini, fili di stoffa tra le mie mani, e in un attimo torna il conforto che vorrei poterti dare a occhi aperti, e dico va tutto bene andrà tutto bene staremo sempre insieme senza mentirti

allora tu
ti scolli dalla barca
mi getti al collo le braccia
e sei un bambino un uomo un vecchio che piange
siamo bambini uomini vecchi
insieme

e questo è il mio sogno più urgente e letale, tu che sei mio e io che sono tuo e niente a mutilarci.

Ho immaginato a lungo questo momento, Jungkook. E non potrebbe essere più diverso dalla realtà.

Se adesso aprissi gli occhi, scoprirei un cielo nero come la miseria, e l'unico biancore sarebbe quello della neve che ci divora le caviglie. Tu saresti tutt'altro che nudo, intabarrato nel tuo cappotto, e attorno a noi un silenzio umiliante, fiati mozzi come canne di fucili, occhi sgranati e fotocamere, bestemmie.

Tutti ci direbbero che se siamo malati, che se siamo confusi, che se cerchiamo dio con tutto il cuore forse quello ci perdona. Poi ci getterebbero addosso quella parola, froci, come fango, una coperta sotto cui strisciare, nasconderci. Se adesso aprissi gli occhi scoprirei che ti manca il fiato per lo spavento, che siamo due animali sul nastro da macello, che sei pentito.

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