È così facile amare Jungkook.
Lui è il bene nella sua declinazione più pura, imbarazza gli angeli, fa vergognare i santi.
A vederlo così candido e compatto, col corpo solido e le braccia ricoperte di tatuaggi, uno se lo scoperebbe e basta, ma poi Jungkook ti fa innamorare.
Ti fa sentire speciale, unico al mondo, anche se sei marcio e se fai schifo, anche se sei quel povero stronzo di Kim Taehyung, ultimo nato della famiglia Kim, orfano di padre e madre, omosessuale selvaggio e confuso, un pericolo pubblico, una bomba a frammentazione.
Jungkook ti bacia le ferite, cancella le brutture, ha lo stomaco forte e una bocca violenta, un cazzo enorme e dritto, gli occhi come foglie in primavera.
Lo ama, deve dirglielo.
Taehyung avrebbe voluto una platea degna del loro sentimento, qualcuno che sappia cosa significhi amare allo spasmo di se stessi, ma deve accontentarsi di questi involucri squallidi e vuoti.
Si fa largo tra la folla, il corpo pesante e liquido, come piombo fuso.
Jungkook gli sta davanti, le maniche arrotolate fino ai gomiti, gli avambracci esposti, e quella pelle svelata gli sembra la cosa più nuda e arrapante che abbia mai visto. Allora basta con le smancerie, glielo dirà più tardi quanto è pazzo di lui, adesso ha il cazzo duro e gonfio, si deve spogliare, farà parlare la lingua e la carne.
Scivola fuori dalla maglietta e qualcuno sussulta, c'è il flash di una foto, che cazzo combina, una voce di donna che invoca il suo nome; Jungkook non si scompone, allarga appena le narici. Resta vigile e calmo, negli occhi un guizzo impercettibile, l'intermittenza pericolosa dei loro corpi in collisione.
Taehyung si accende, nelle mani un'audacia febbrile, miracolosa. La zip fa resistenza, incontra tra le cosce un'erezione superba, magnifica, pulsante. Non servono farmaci davanti a Jungkook, gli basta il suo odore, il profilo legnoso, una falange, l'unghia smangiata del dito medio. Negli anni si sono lasciati dietro una scia di sudore e depravazione, ci hanno imbrattato tovaglie e lenzuola, i sedili posteriori dell'auto di Namjoon; hanno scopato senza pudore davanti al suo povero vecchio autista, si sono leccati fino a farlo schiantare.
Facciamogli vedere come trombano due uomini, che prendano torce e forconi, stanotte diamo fuoco al dannato villaggio.
Tutt'attorno lo stupore si fa inclemente, vorace. Qualcuno applaude, è questa la festa che cercano, che finisca in sodomia, chi è debole di cuore può andarsene all'Inferno. Parte un giro di scommesse, Kim Taehyung senza mutande, dieci a uno che viene, in tutti i sensi. Qualcun altro s'indigna, volete aiutarlo, ma all'improvviso i pantaloni gli cadono, scivolano lungo le gambe, fino ai piedi. Esplode un urlo primitivo e in un lampo Jungkook lo raggiunge, gli incatenano i polsi le sue mani prepotenti. Taehyung sente che potrebbe venirgli addosso, rovinarsi la vita in un istante.
Però Jungkook non è arrapato, è solo furioso, così vicino da mozzargli il fiato, gli sussurra nei denti falla finita, sei fuori di testa, sei ubriaco.
L'intensità della sua voce lo devasta, gli s'incunea nel cuore e nel cervello, come un ruggito primordiale, ma poi qualcosa s'intromette, violenta il loro amore, la loro intimità. Riconosce quella mano, appollaiata sulla sua spalla come una piccola colomba bianca, un petalo caduto; Ara somiglia ad un cincillà. Taehyung osserva la sua principessa, il suo splendido furetto. È così carina, un docile animaletto da competizione, ma adesso lui è stanco di gareggiare, vuole solo prendere lo yacht e partire. Jungkook adora Forte dei Marmi, le Tremiti, il tramonto dall'isola di Vulcano; hanno giurato di tornare in Italia, ci hanno lasciato due o tre sogni stesi al sole, tra i limoneti di Sorrento.
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The Love You Give
FanfictionTaehyung e Jungkook crescono insieme come cuccioli di lupo. A legarli è un sentimento potente, feroce e dolcissimo come le onde del mare in cui nuotano d'estate, in Italia. Taehyung è assente e spigoloso, Jungkook ha mani morbide nate apposta per r...