"pensieri comuni"

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La bionda e la mora, l'azzurra e la nera, l'eroina e la cattiva, Emma e Regina, così diverse ma anche così uguali, l'armatura che entrambe le donne si sono costruite é molto simile, così come le ragione per cui entrambe non si lasciano ferire facilmente, un uomo, c'entra sempre un uomo, Neal per Emma e Daniel per Regina, per quest'ultima la ragione principale è sua madre Cora che ha sempre definito l'amore una debolezza e in un certo senso aveva ragione, Emma abitava ormai a Storybrooke da parecchio tempo e come ogni eroina voleva risolvere tutti i problemi da sola,  Regina come sindaco e madre iperprotettiva di Hanry non toglieva gli occhi di dosso dalla bionda, anche se in fondo la regina sapeva che questi non erano gli unici motivi, era come se quella donna dai capelli bionda e  gli occhi verdi come gli smeraldi la attraesse, come una calamita, il modo di muoversi della bionda anche se un po' goffo attraeva molto la mora, Emma passava molto spesso dall'ufficio di Regina o da cosa sua, Emma si auto convinceva che aveva così tanta voglia di vedere la mora per via di Hanry, ma nel profondo anche lei sapeva benissimo che non era così, la bionda provava un'attrazione strana per lei, una cosa strana che non aveva mai provato, neanche con Neal o Uncino, l'eleganza, il fascino, il modo di essere di Regina era un fascino del tutto nuovo per la bionda, Emma aveva appena scoperto di avere la magia e la bionda nonostante non lo volesse ammettere si trovava ancora più legata a Regina, Emma aveva riflettuto per giorni su quella scelta e nonostante il nervosismo nel bussare alla porta della mora lo fece, Regina andò ad aprire la porta con il suo solito passo deciso ed il rumore dei tacchi che rimbombava in tutta casa, Regina vide dallo spioncino della porta una Emma nervosa e quasi sul punto di voltarsi e andarsene, Regina fece un lieve sorriso involontario ed aprì la porta, Regina scrutò la bionda da cima a fondo e poi disse:-" Miss. Swan, cosa ci fa qui?" Emma rabbrividì per il modo in cui Regina pronunciava quel suo cognome che tanto aveva amato, Emma si schiarì la voce con un leggero colpo di tosse e rispose:-" ecco come lei ben sa io ho scoperto di avere la magia e volevo sapere se fossi disposta a farmi da insegnate" Regina sorrise per la richiesta della bionda, fece segno ala bionda di accomodarsi in casa e si fece seguire fino alla cucina, Regina si sedette di fronte alla fonte del suo desiderio, la mora con un lieve sorriso sulle labbra disse:-" certo miss. Swan, sarò lieta di aiutarla, possiamo cominciare domani, oggi ho da fare"  Emma sorrise lievemente e uscì dalla casa accompagnata da Regina, quando la mora chiuse la porta poggiò le spalle contro di essa e l'unica cosa a cui riusciva a pensare era Emma. La bionda ritornò con il suo maggiolino giallo al loft dei suoi genitori, la bionda entrò in quella casa con un sorriso a trentadue denti che certamente non sfuggi alla curiosa Mary Margaret, la quale vedendo la figlia così sorridente disse:-" a cosa dobbiamo quel bellissimo sorriso o a chi?" Emma sobbalzò a quella domanda, la bionda effettivamente non sapeva ancora il motivo per cui la mora le facesse quell'effetto, Emma diventò tutta rossa e rispose:-" niente di che" Mary Margaret disse:-" beh dal rossore sul tuo viso non si direbbe" proprio in quel preciso istante entrò David in casa, Emma abbracciò il padre e gli sussurrò all'orecchio:-" mio salvatore" la bionda lasciò il padre confuso e uscì dalla porta per andare a prendere Hanry e portarlo da Regina, David chiese alla moglie:-" cosa le hai detto?" Mary Margaret rispose:-" nostra figlia ha una cotta" Emma nel frattempo aveva già preso Hanry, portò il ragazzino a casa della mora, Hanry bussò alla porta e Regina andò subito ad aprire, la mora abbracciò il figlio che subito entrò dentro casa lasciando le scarpe su per le scale, Regina ed Emma si guardarono per qualche secondo perdendosi ognuno negli occhi dell'altra, Emma ancora persa negli occhi scuri della mora disse:-" beh io devo andare" "certo, si a domani" rispose lei con un certo rossore sulle guance, la mora chiuse la porta e tornò al suo lavoro e ancora una volta l'unica persona a cui riusciva a pensare era Emma.

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