Capitolo 4

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"È una televisione"
La voce di James giunse alle mie spalle facendomi sobbalzare.
Mi aveva colta di nuovo a fissare uno degli strani oggetti che c'erano in casa.
Mi aveva già mostrato il frigorifero, una specie di armadio freddo che conservava i cibi, il microonde, una scatola che li riscaldava, e la lavastoviglie, che invece serviva a lavare piatti bicchieri e posate senza fatica.
Incredibile quello che erano riusciti a fare gli umani in appena un secolo! Alla fine ero riuscita a scoprire che eravamo nel 2015, da un calendario appeso in corridoio. Ero stata in quella stupida lampada per 134 anni! Inoltre ci trovavamo da qualche parte sulla West Coast, nei pressi di Los Angeles. Il nome in sé non mi diceva molto, ma eravamo in America.
Ero finita nel Nuovo Continente. Incredibile!
"A che serve?" chiesi continuando a fissare quel rettangolo piatto e lucente, che occupava circa un quarto della parete del salotto.
"A questo" disse e premette un tasto su una scatolina rettangolare che teneva in mano.
Balzai indietro, spaventata.
Delle persone erano comparse all'interno di quell'aggeggio. Si muovevano e parlavano concitatamente.
"Tranquilla." fece James sorridendo.
"Sono intrappolati lì dentro?" domandai, non riuscendo a mascherare lo sconcerto.
"Certo che no!" mi rassicurò lui "Senti, è abbastanza complicato. Non saprei spiegartelo, ma ti posso assicurare che nessuno è intrappolato" Non mi aveva del tutto convinta. Come se avesse percepito la mia incertezza, una delle persone sullo schermo si mise a strillare e a singhiozzare.
"Sono attori" disse allora James.
"Attori?" mormorai perplessa.
"Esatto. Hai mai assistito ad uno spettacolo?" Annuii.
"Ecco. È esattamente la stessa cosa. Solo che loro non sono realmente qui"
Non avevo ancora capito bene a che servisse quell'oggetto, e mi ripromisi di scoprirlo.
"D'accordo" dissi "Sono molto realistiche queste immagini. Gli manca solo la grandezza naturale e la terza dimensione" mormorai pensierosa. "Ti porterò al cinema un giorno di questi" disse ridendo.
Ignorando la battuta chiesi "Cos'è?"
"Un posto dove proiettano tanti spettacoli come questo" disse indicando il televisore "ma con uno schermo enorme e con degli speciali occhiali che ti permettono di vedere le figure tridimensionali"
"Come a teatro?" chiesi con crescente curiosità.
"Quasi. Ma molto più spettacolare" aggiunse entusiasta.
"Capisco. Mi piacerebbe" dissi, volendo capire il motivo di tanto entusiasmo.
Sorrise e annuì.
Sentii gli occhi tingersi di rosa e sbattei con forza le palpebre per farli tornare normali. Cosa diavolo mi prendeva? Come poteva un banale sorriso farmi quell'effetto?
L'orologio a pendolo batté la mezzanotte e io mi riscossi dai miei pensieri.
"Direi che è ora di andare a letto" disse James.
"Come? Di già?"
"Non lo sai che le brave ragazze a mezzanotte vanno a dormire?" chiese punzecchiandomi.
"E chi dice che io sia una brava ragazza?" chiesi con una sfrontatezza che non avevo realmente.
Un lampo divertito gli accese lo sguardo.
"Allora fai il bravo genio e ascolta il padrone" sussurrò a pochi centimetri dalla mio viso.
"Che sleale" bofonchiai "Pensavo fossi solo James"
Sorrise "Hai sempre da replicare?" chiese cercando di assumere un tono severo, senza riuscirci.
"Ovviamente" dissi sorridendo a mia volta.
"Davvero, non ho sonno. E poi ho fame" dissi lamentosa.
Era la pura verità. Rovesciò la testa indietro e rise di gusto.
"Di nuovo? Mangi parecchio, per essere uno scricciolo" disse.
"Come mi hai chiamata?!" ribattei irritata, ergendomi in tutto il mio metro e sessantacinque, scarso.
"Scricciolo. Direi che ti si addice molto" disse lui, scrutandomi dal suo metro e ottanta. Presuntuoso!
"Lo odio" sibilai.
"Allora è perfetto, Scricciolo" disse mettendomi una mano sulla testa.
Mi scostai digrignando i denti. I miei occhi dovevano essere striati di rosso.
"Se hai fame, dovrebbe esserci qualcosa in cucina. Io vado a letto" disse e si incamminò per le scale.
"Ehi aspetta!" gli urlai.
Non poteva lasciarmi in quel modo. Si voltò a guardarmi con la fronte aggrottata, in attesa che proseguissi. Leggermente a corto di parole, mormorai "I bravi ragazzi non trattano così le ragazze".
Che stupidaggine! Ma ormai non potevo più rimangiarmelo.
Un sorriso arrogante gli si dipinse sul volto.
"E chi ha mai detto che sono un bravo ragazzo?" mormorò con un sorriso sornione.
Mi fermai impietrita a quelle parole. Sembrava scherzasse, ma un'ombra passò per un istante nei suoi occhi d'ambra. Sparì tanto rapidamente che restai a chiedermi se avessi realmente visto qualcosa.
Un "Buonanotte, Scricciolo" mi raggiunse da in cima le scale.

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Ciaoo a tutti :)
Vi consiglio di leggere "rebirth" di @Alexis97, è una storia molto interessante :)

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