Quinto capitolo

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Quando arrivammo all'ospedale ci dissero che ancora la stavano visitando, così io e Chris restammo fuori ad aspettare. "Tom" mi chiamò Chris. "Vuoi sapere come l'ho conosciuta?" gli chiesi io, intuendo la domanda. Durante il tragitto in macchina da casa di Chiara all'ospedale siamo stati in totale silenzio e quindi me l'aspettavo questa domanda ora. "Bhe in realtà ti volevo chiedere se volevi un caffè, ma magari puoi dirmi anche come l'hai conosciuta, si" lo guardai e pensai che ogni tanto la bocca chiusa potevo tenerla. "Non pensare di tenere la bocca chiusa su questo, te lo avrei chiesto comunque, solo che ora non mi sembrava il momento adatto" mi disse prima di darmi il tempo di proferire anche una sola parola. "D'accordo, ora ti spiego tutto, e si lo voglio il caffè" lui sorrise e si alzò per prendere il caffè. Tornò dopo pochi minuti e io iniziai a parlare. Gli raccontai ogni cosa, anche di come aveva capito in tre secondi che ero stanco, come avevo avuto il suo Insta, come ci eravamo messi in contatto; insomma gli dissi ogni cosa. "Wow, due giorni intensi direi" commentò Chris alla fine del mio racconto. Intanto nessuno degli infermieri era uscito da quella maledetta stanza e io iniziavo a preoccuparmi. "Hai ragione, si" fissavo costantemente la porta e finalmente la vidi aprirsi. Da essa uscirono gli infermieri e il dottore "Come sta?" chiesi io immediatamente mentre mi alzavo e Chris faceva lo stesso. "Voi siete familiari?" chiese il dottore con sospetto "No, ma..." Chris iniziò a parlare ma il dottore lo interruppe "Allora non posso dare nessuna informazione mi dispiace" e iniziò a camminare. Nonono devo sapere come sta, ne ho bisogno. "Aspetti, la prego, mi dica come sta. I suoi genitori sono morti, non ha fratelli o sorelle. Non ha nessuno la prego" lo pregai e alla fine si arrese "Va bene. La ragazza sta bene, ha però molti lividi su tutto il corpo, in particolare nella parte sotto del ventre. Visto che ci è stato detto che è stata violentata le abbiamo fatto un'ecografia e fortunatamente non abbiamo trovato nulla" sospirai e lo ringraziammo. "Possiamo vederla?". "Si certo" detto questo se ne andò e noi entrammo nella stanza. Era silenziosa. Noi ci sedemmo su delle sedie e la guardammo dormire. Io la osservai e notai che si vedevano i lividi in faccia e sulle braccia. Alcuni sembrava stessere scomparendo, probabilmente erano quelli di ieri. Ne era piena in tutte e due le braccia, e non voglio nemmeno immaginare cos'ha sul resto del corpo. Povera... non se lo meritava... non riesco nemmeno a immaginarmi il dolore che ha provato mentre quello stronzo la violentava. Giuro che se non pagherà per quello che ha fatto gliela farò pagare io. "Se vuoi puoi andare" dissi a Chris, interrompendo il silenzio creatosi nella stanza. "No, resto. Così ti faccio compagnia." Mi disse. "Ma è tardi vai a dormire" replicai girandomi a guardarlo. "Anch'io l'ho salvata, dovrei essere qua quando si sveglierà, no?" affermò con un sorriso stampato in faccia. Gli sorrisi anch'io e girai di nuovo la testa verso di lei. Erano le 3:15 e ancora non si era svegliata, Chris invece era crollato almeno un'ora fa, io invece sono rimasto sveglio. Stavo per addormentarmi quando sentii un mugolio e dei movimenti sul letto. "Chiara!" esclamai io entusiasta. Lei aprì gli occhi e mi guardò.

Chiara's pov

Al richiamo del mio nome aprì gli occhi e guardai la persona alla mia sinistra. Era Tom, che con un sorriso stampato sul volto mi prendeva la mano. "Ciao" cercai di dire, ma mi uscì solo un flebile mugugno. "Non parlare, sei debole". Mi disse lui con dolcezza. "Grazie, per tutto" ribadii io non badando alle sue parole. "Mi hai salvato la vita, grazie" aggiunsi e gli sorrisi. "Ho fatto quello che ritenevo giusto" disse mentre continuava a sorridermi. Decisi di guardarmi intorno. Ero in ospedale, ovvio, e Tom non era solo nella stanza. Dietro di lui c'era una sedia con una persona seduta, ma non riuscivo a vederla bene in faccia dato che dormiva con la faccia rivolta verso terra, era buffo. Cercai di non ridere e chiesi a Tom chi era quella persona. "Oh lui? Sai benissimo chi è" mi rispose con fare misterioso e poi si alzò per andarlo a svegliare. "Chris, si è svegliata, adesso svegliati tu per favore o non ci vengo alla festa di sabato." Sussurrò e quell'uomo si alzò di scatto e prese Tom per il colletto. "Se non vieni giuro che ti ammazzo". Io urlai per lo spavento e per la sorpresa. "O mio dio io non posso crederci" dissi. Cioè ma stiamo scherzando?? Quello è Chris bonazzo Hemsworth!! Loro d'altro canto mi guardarono Tom con un sorriso, nonostante avesse ancora le mani di Chris al suo collo, e Chris stupito. "Tu sei Chris Hemsworth!!" esclamai a bocca aperta. Lui lascio Tom per il collo e si sistemò "Si sono io, anche io ti ho salvato, ho chiamato la..." ma lo fermai ancora prima che potesse finire "Grazie di aver chiamato la polizia, ti devo la vita. Comunque qualcuno mi deve spiegare da quando i maschi usano l'olio per capelli della L'Oreal e poi... non sapevo avessi un gatto." Feci una pausa e poi ripresi "No tu infatti non hai un gatto, c'era un gatto randagio a casa tua, vero?" non c'è bisogno che dica che erano a bocca aperta e Chris non smetteva di fissarmi. "Ha fatto quella cosa tipo Sherlock Holmes, vero Tom?" dichiarò Chris con ancora il suo sguardo su di me. Tom sorrise e confermò "Sì, mi sa lo ha fatto di nuovo" e con mio stupore Chris bonazzo Hemsworth si mise a ridacchiare. "Cavolo è fantastico, come hai fatto a capirlo?" mi chiese "Sono curioso anch'io. Insomma non è da tutti capire certe cose appena sveglio in ospedale" disse Tom. Io lo ignorai e risposi alla domanda di Chris. "La risposta è ovvia: ho capito che usi l'olio per capelli della L'Oreal perché hai i capelli che profumano di quell'olio, lo uso anch'io per questo lo riconosco; per quanto riguarda il gatto ci sono dei peli di gatto sul tuo cappotto e su quello di Tom". Credo che la loro faccia era ancora più stupita. "Bene! E come hai capito che era un gatto randagio?". Io sbuffai, ma è mai possibile che questi uomini non sanno guardare? "Uff è facile: sia tu che Chris avete vari graffi sulle mani e sulle braccia. Se fosse stato tuo il gatto, Chris, non ti avrebbe graffiato se tu avessi provato a prenderlo, no?". Chris rise "Si, bhe hai ragione, ma come fai a capire questo in tre secondi?". Stavo per rispondere quando nella stanza entrò un'infermiera "Scusate signori ma dovete uscire dalla stanza per dei controlli." Così rimasi sola con l'infermiera e dopo che lei mi fece tutti i controlli da fare mi lasciò sola. Tom e Chris se ne erano andati io non avevo proprio voglia di mettermi a dormire. Invece mi misi a pensare a quello che era successo... insomma, mi ero così tanto sbagliata su di lui? Era così dolce i primi anni del nostro fidanzamento... mi portava al cinema perché sapeva che lo adoravo, mi portava a cena in posti costosi e mi faceva sentire una principessa, mi viziava. E poi dopo l'incidente stradale che mi portò via la mia mamma e il mio papà era l'unico che mi faceva stare bene e mi propose di andare a vivere insieme, perché in quella casa c'erano troppi ricordi dei miei e mi faceva stare male. Mi disse che aveva trovato quell'appartamento vicino al bar in cui lavoravo e al ristorante in cui lui lavorava ed era perfetto... tutto perfetto. Poi arrivarono le prime gelosie, ma non ci feci molto caso perché la gelosia è normale, no? Ma a quanto pare quella non era gelosia, era ossessione. E io sono stata così stupida da non capirlo. Quello che è successo stanotte era l'ultima cosa che mi sarei aspettata. Non so nemmeno perché lo ha fatto, entrò in casa e mi picchiò. Poi mi prese per i capelli e mi disse che lo facevo eccitare, che non vedeva l'ora di farmi davvero sua. Io fino ad allora avevo sempre rifiutato di fare qualcosa con lui perché non mi sentivo pronta, anche se avevo venti anni. Quando pronunciò quelle parole capii subito quello che voleva dire e iniziai a dimenarmi e a urlare ma lui mi tappò subito la bocca. Piangevo mentre mi violentava, sentivo i suoi sospiri e le sue sporche parole nelle mie orecchie e mi veniva da vomitare. Ma non potevo stare ancora lì, dovevo reagire, dovevo fare qualcosa. Poi tutto finì. Se ne andò e mi lasciò lì, da sola. Non so nemmeno io come e con quale forza mi alzai e mi sedetti sul letto. Ero sotto shock, non riuscivo a pensare se non a come uscire da lì senza che lui lo sapesse. Poi ripensai alle parole di Tom Se quello stronzo farà di nuovo quello che ha fatto ieri, chiamami e non preoccuparti per l'ora, tanto ho sempre il telefono acceso. Dovevo chiamare lui, ne avevo bisogno. Riuscii zoppicando per il dolore ad arrivare alla cucina, dove era rimasto il mio cellulare. Chiamai Tom e lui, dopo avergli spiegato quello che era successo, mi chiese l'indirizzo. È pazzo pensai, vuole farsi male sul serio quest'uomo. Mi rifiutai ma lui insisteva e mi convinse dicendo che poi avrebbe chiamato la polizia. Chiusi la telefonata e dopo un secondo sentii Justin aprire la porta. Nascosi subito il cellulare, ma lui lo vide e capì che avevo chiamato qualcuno. Lo implorai di fermarsi, gli dissi che non avevo chiamato nessuno, ma lui non mi credette e mi prese di nuovo per i capelli. Mi portò per la seconda volta nella camera da letto e riprese a violentarmi. Quella volta pensai davvero di morire perché mi stava facendo più male di prima dato che si era arrabbiato. Ma poi arrivò lui, Tom. Saltò sul letto e gli diede un pugno, che bastò a far cadere Justin dall'altra parte del letto. Il resto non lo ricordo molto, ricordo solo che lui mi abbracciò e mi sussurrava delle parole dolci col tentativo di farmi stare meglio. Poi sentii la polizia entrare e Tom alzò un po' la voce per farsi sentire dagli agenti. In quel momento sobbalzai per lo spavento, non volevo farlo, non so nemmeno io perché l'ho fatto. Poi il tutto è ancora più confuso: io che provo a non staccarmi da Tom ma poi rinuncio e vado con gli infermieri, loro che mi sdraiano sul letto e mi iniettano qualcosa, forse calmante o morfina, i vicini mi guardano mentre gli agenti portano via il mio fidanzato che ancora urlava minacce di morte nei miei confronti. E poi il buio. Piansi come una disperata dopo aver ripercorso la nottata appena trascorsa e poi mi addormentai con le lacrime ancora agli occhi.

Ciao a tutti! Ecco qua il quinto capitolo della storia. Spero davvero che vi stia piacendo e se è così lasciate una stellina o un commento se volete.

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