Diciannovesimo capitolo

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Tom's pov

Quando uscii dalla doccia mi sentivo decisamente meglio. Non sentivo più quell'ansia e quella paura che avevo provato negli ultimi tre giorni e parlare con lei mi aveva fatto sentire molto meglio. Mi vestii in fretta e poi scesi le scale diretto al salotto. Lì trovai Chiara seduta sul divano con le gambe sul tavolino e un plaid addosso, accanto a lei c'era una ciotola piena di pop corn e sulla tv era pronto il film. "Oh eccoti qui finalmente. Sei pronto a vedere il più bel film che la Disney abbia mai creato?" disse lei sorridendo. Ridacchiai e poi annuì sedendomi sul divano accanto a lei. Subito appoggiò la testa sulla mia spalla e al centro teneva la ciotola. Presi il telecomando e feci partire il film. All'inizio devo ammettere ero un po' scettico, ma devo dire che era molto bello e per rilassarmi era perfetto. Quando finì il film spensi la tv e continuammo a stare sdraiati sul divano. "Era bello il film vero?" mi chiese a un certo punto. Io risposi di sì e poi aggiunsi "Avevi ragione. È stato perfetto per rilassarmi". Lei rise e alzò la testa dal mio petto per guardarmi meglio "Oh lo so, io ho sempre ragione!" esclamò per poi riappoggiarsi al petto. Restammo così per un po', almeno fino a quando non ci venne fame e siccome era troppo tardi per cucinare e nessuno dei due ne aveva voglia decidemmo di ordinare della pizza, per la sua gioia. Quella sera andammo a dormire insieme: mi ero perso troppi momenti in quei pochi giorni di panico e adesso che ero più tranquillo volevo stare con lei fino alla fine.

La mattina dopo mi svegliai non per Loki che mi leccava la faccia e nemmeno per la sveglia, ma perché dalla cucina arrivava un odore di cioccolato e pancake che per un momento pensai di essere in una cioccolateria. Invece quando scesi trovai la porta della cucina aperta e sbirciando da essa vidi che ai fornelli c'era Chiara che versava l'impasto dei dolci su una padella. Guardai l'orologio che avevo al polso: quattro e mezza del mattino. Che diavolo ci faceva sveglia a quest'ora? "Noo, Thomas però mi hai rovinato la sorpresa!" disse lei e in quel momento notai che per guardare meglio ciò che faceva senza accorgermene ero arrivato troppo vicino a lei e mi aveva visto. "Non avrebbe funzionato comunque amore. Avevi lasciato la porta aperta e mi sono svegliato con questo bel profumino." Le risposi entrando definitivamente nella stanza "Vero dovevo chiudere la porta! Che stupida!" esclamò mettendosi la mano sulla faccia. Risi e mi avvicinai a lei "Vabbè tranquilla, mi hai sorpreso comunque. Perché lo hai fatto?" chiesi. Non mi aspettavo certo una cosa del genere, anzi pensavo che sarei stato io a fare la colazione a lei. "Bhe l'ho fatto visto che tra un po' parti e volevo farti una sorpresa, tutto qui." Disse, poi si diresse alla padella per girare l'ultimo pancake e continuò "Non è nulla di che. In realtà è quello che facciamo sempre, però pensavo che ti avrebbe fatto piacere che per una volta fossi io a preparare la colazione e non tu." "Infatti mi ha fatto molto piacere, grazie" la ringraziai avvicinandomi e dandole un leggero bacio sulle labbra. Andai a sedermi a tavola seguita da lei mentre metteva nel piatto il pancake pronto e poi iniziammo a mangiare. Devo dire che erano davvero buoni, non era così male in cucina dopotutto. "Perché pensavi che non sapessi cucinare?" mi domandò dopo che le dissi i miei pensieri sulla colazione "Ti ho visto poche volte cucinare e in quelle poche volte stavi per bruciare il cibo perciò..." dissi lasciando in sospeso la frase. Lei si accigliò e smise di mangiare un attimo lasciando la forchetta con infilzato un pezzo di pancake in aria "Se stavo bruciando il cibo era per colpa tua che mi distraevi" e poi riprese a mangiare. Io risi e ribattei convinto "Non è vero! Eri tu che ti distraevi da sola perché sono troppo affascinante!" ridemmo insieme a ciò che dissi "Modesto il ragazzo mi dicevano!" affermò tra una risata e l'altra. Finii di mangiare e aspettai che finisse anche lei mentre sparecchiavo il mio posto, poi aiutai anche lei "Sono le cinque. È meglio che tu vada a vestirti, sei in ritardo per lavoro" le dissi quando finimmo di sistemare. "Tranquillo mi sono presa la mattina libera così posso accompagnarti all'aeroporto" ribadì lei. Le sorrisi e poi salimmo insieme per andare a vestirci.

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