Una settimana dopo
Uscii dall'ospedale una settimana dopo completamente in forma, più o meno. I lividi avevano preso un colore giallo-verdastro e sembrava avessi la pelle gialla. La parte del bacino non mi faceva più male, ma la mia mente non era più la stessa: le uniche persone che volevo nella mia camera erano Tom e Chris, anche se quest'ultimo mi è venuto a trovare poche volte rispetto a Tom ma gli sono comunque riconoscente. Se non avesse chiamato la polizia o avesse trattenuto anche solo un minuto in più Tom a casa sua per spiegargli la situazione non so come sarebbe andata a finire. Vennero a trovarmi anche alcune amiche del bar e anche del ristorante dove lavorava Justin, ma non volevo vedere nessuno. Venne a trovarmi persino Lucas, ma appena l'infermiera pronunciò quel nome 'sembrava avesse nominato satana' a detta di Tom che in quel momento era in camera con me. Mi disse che ero impallidita e prima che io potessi rispondere l'infermiera cacciò via Lucas e si precipitò da me per vedere se stessi bene. Tom vedendo la mia reazione temette che anche lui mi avesse fatto qualcosa e stava già correndo verso la porta, probabilmente per andare a picchiare Lucas, ma lo fermai e gli spiegai quello che era successo dopo la nostra videochiamata e si calmò. Bhe, si calmò in un certo senso dato che dopo l'istinto omicida verso Lucas, gli salì di nuovo l'istinto omicida verso Justin, ma questi sono dettagli. "Che vuoi fare ora?" mi chiese Tom mentre ci avviavamo verso l'uscita dell'ospedale "Non so, ma non tornerò più in quella casa" gli risposi guardando a terra "Tornerai a casa dei tuoi genitori?" mi chiese mentre firmavo il foglio per uscire. Io risi cercando di non far uscire le lacrime che minacciavano di cadere "Nah, non ho nemmeno la forza di passarci davanti con la macchina, figurati viverci. No, prenderò un altro appartamento e tornerò a lavorare." Fortunatamente a lavoro pagavano bene dato che il bar era molto frequentato e mi potevo permettere un piccolo appartamento da mantenere. Continuai "Certo, non sarà facile, ma ci proverò" Tom mi guardò curioso. "Perché mi guardi così?" domandai stupita. "Credi sul serio che ti lasci da sola dopo tutto quello che hai passato?" mi chiese ridendo. Lo guardai ancora più sorpresa, ma di che diamine sta parlando? "Tom, che stai dicendo? Pensi che non ce la farò?" chiesi. Mi riteneva così fragile? "No, non penso questo, non l'ho mai pensato" rispose lui in fretta e si girò verso di me. Avevo ancora le lacrime agli occhi e dopo quello che aveva detto alcune mi erano cadute. Lui mi prese le mani "Ti prego non piangere, io stavo solo pensando che se vuoi potresti venire a vivere a casa mia" lo guardai. Scherza vero? Io? A vivere a casa sua? Di Tom Hiddleston? Di un attore famosissimo? Del mio idolo? Serio? "Non pensavo di lasciarti così senza parole!" esclamò Tom riportandomi alla realtà. "Stai scherzando? Mi stai prendendo in giro non è così?" domandai io ancora scossa dalla domanda. "Haha non ti sto prendendo in giro Chiara. Sai ogni tanto mi sento solo e avrei proprio bisogno di una compagnia" rispose lui divertito dalla mia reazione. "Cioè, tu mi stai dicendo che io posso venire a vivere a casa tua?" lui si mise a ridere e notai la felicità nei suoi occhi azzurri. "Certo!". Oh cazzo! E che facevo? Mi facevo scappare un'occasione del genere? "Okey, va bene, sono scioccata ma va bene." Risposi guardandolo negli occhi. Lui mi sorrise "Benissimo! Allora andiamo a prendere le tue cose, che ne dici?" gli risposi che mi andava bene e così uscimmo dall'ospedale e salimmo sulla sua macchina, diretti verso l'appartamento.
Arrivammo dopo una quindicina di minuti e il palazzo era tranquillo, io no. Guardai la strada: esattamente una settimana fa qui c'era polizia e ambulanza per me. "Ehi tutto bene?" mi chiese Tom riportandomi alla realtà. "Sisi sto bene". Salimmo le scale in silenzio e sperai di non incontrare nessuna vicina, soprattutto le vecchiette pettegole che chiedono sempre qualcosa di troppo. Dio quanto non le sopporto! Senza rendermene conto eravamo arrivati al quarto piano, il mio. Ci dirigemmo verso la seconda porta a sinistra. "Pronta?" mi chiese Tom. Io annuii e lui aprì la porta. Subito i ricordi mi invasero la mente e cercai di non far scendere le lacrime che minacciavano di uscire. Entrammo in totale silenzio e subito mi diressi in camera mia. Quando aprì la porta mi sembrava di essere da tutt'altra parte, questo perché io sono una maniaca dell'ordine e la mia stanza sembrava essere stata un campo di battaglia. Le lenzuola erano sfatte, i cuscini a terra e buona parte di ciò che c'era sui comodini era rotta. Non riesco a stare ancora qui, mi vedo su quel maledetto letto a urlare di dolore mentre quello stronzo mi... "Chiara? Tutto bene?" Tom mi fece riemergere dai miei ricordi e lo ringraziai mentalmente. "Sì, sto bene. Solo facciamo in fretta, ok?" risposi nervosamente. Lui acconsentii e iniziò ad aiutarmi a prendere la valigia.
Due ore dopo eravamo di nuovo nella sua macchina diretti a casa sua. Da casa avevo preso solo i miei vestiti e pochi oggetti. "Stiamo arrivando" mi annunciò. In quell'istante vidi in lontananza una villa molto grande e gli chiesi se fosse davvero quella casa sua. "Sì, quella è casa mia" ridacchiò per un attimo, probabilmente divertito dalla mia reazione. Arrivammo davanti il cancello della villa e questo si aprì rivelando finalmente la facciata principale della villa. Dopo aver parcheggiato la macchina in garage scendemmo e Tom prese le valigie.
(Questa è la villa non è proprio come me la immagino io, ma è per darvi un'idea)
Entrammo in casa e mi venne spontaneo scoppiare a ridere "Perché ridi?" mi chiese lui "Bhe" iniziai io "È proprio come nella chiamata!". "E certo come te l'aspettavi ahah" rispose lui ridendo. Io scrollai le spalle, sinceramente non so come me l'aspettavo, forse più piccola. Tom mi guidò al secondo piano e si fermò davanti la seconda porta a destra "Questa è camera tua" pronunciò in tono solenne con un sorriso smagliante che fece sorridere pure me. Aprii la porta e... O MIO DIO! "Questa è camera mia???" chiesi come una cretina a Tom. Lui rise di nuovo e annui. La camera era bellissima: era tutta sui toni beige e bianco con una punta di nero e appena entri sulla sinistra c'è il letto a due piazze con un comodino a sinistra, sulla parete di fronte al letto c'era un armadio immenso che prendeva quasi tutta la parete con una piccola libreria e alla destra del letto c'era una cassettiera e alla sua sinistra una finestra con delle tende rigorosamente beige. Infine al centra della stanza c'era un tappeto beige e marrone dove sopra c'erano due poltroncine e un tavolino di vetro.
"Ti piace?" mi chiese Tom. Se mi piace? Cavolo se mi piace, è fantastica! È la stanza dei sogni! "Si, è bellissima grazie". Poi mi indicò una porta sulla destra del letto che non avevo ancora notato "Dietro quella porta c'è il bagno". "Grazie Tom, per tutto" gli dissi. "Non c'è bisogno che mi ringrazi Chiara, ho solo fatto quello che avrebbe fatto chiunque". Improvvisamente mi sentì gli occhi pizzicare e le lacrime minacciavano di uscire, così mi limitai a sorridere e abbassai la testa. Lui disse qualcosa, probabilmente mi disse che mi lasciava sola per sistemarmi le cose, e se ne andò chiudendo la porta alle sue spalle. Mi sedetti sul bordo del letto e scoppiai a piangere con le mani sulla faccia.
Ciao a tutti! Volevo informarvi che ho deciso di pubblicare due capitoli ogni lunedì, quella di oggi è stata un' eccezione. Inoltre spero di riuscire a scrivere anche nelle prossime settimane dato che il 16 inizio la scuola. Detto questo spero davvero che il capitolo vi piaccia e ci vediamo lunedì.
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You&Me
FanfictionChiara ha 20 anni e come lavoro fa la cameriera in un bar di New York. É fidanzata con Justin, ma presto capirà che è uno stronzo. Quando finalmente se ne accorgerà accanto a lei ci sarà Tom Hiddleston, il suo idolo. Lui la ospiterà a casa sua e pre...