Sedicesimo capitolo

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Era ora di pranzo e stavamo mangiando con Ellie che ci parlava della California e del suo lavoro. Lei lavorava come stilista in una agenzia di moda a san Francisco. Proprio mentre ci faceva vedere in anteprima alcuni dei suoi nuovi lavori squillò il telefono di Tom. "Scusate, è lavoro" e sparì in salotto. "Perché lo chiamano di sabato, nell'orario del pisolino pomeridiano e con Natale alle porte?" domandò Ellie. Io alzai le spalle per dire che non lo sapevo e continuai a guardare i disegni di Ellie. Erano degli abiti stupendi e allora, quando l'agenzia la chiamò per averla come stilista, non mi sorpresi più di tanto. Ellie è sempre stata una disegnatrice coi fiocchi e sin da bambina aveva sempre desiderato fare qualcosa riguardante il disegno. Ricordo che un giorno da bambine la invitai a casa mia a giocare e ci sfidammo a una gara di disegno e ovviamente vinse lei, dato che io sapevo e so a malapena disegnare un omino stilizzato. Dopo pochi minuti rientrò in cucina Thomas con un sorriso sul volto. "Chi era?" chiesi curiosa. "Erano i Trilith studios, di Atlanta" io ed Ellie sgranammo gli occhi e lui continuò "Mi hanno chiamato per la serie tv su Loki". Io ed Ellie saltammo su dalle sedie "Ci sarà una serie tv su Loki?" gridammo all'unisono io e lei. Thomas annuii e iniziammo a riempirlo di domande ma lui ci fermò subito. "Io non posso dirvi nulla per ora. Anzi voi non sapete nulla finché non inizieremo le riprese, chiaro?" ci disse Tom con sguardo serio e noi annuimmo.

Quel pomeriggio io ed Ellie uscimmo da sole per un'uscita tra amiche e anche perché dovevo assolutamente comprare un regalo per Thomas visto che per tutta la settimana non ho avuto tempo di uscire. E poi avevo bisogno di idee che non ho e la mia amica sforna idee per regali in meno di cinque minuti. "Ellie che posso regalare a Tom per Natale?" le chiesi mentre passeggiavamo in centro. Lei rispose "Non so. A lui cosa piace?" mi chiese. Iniziai a elencare "Uhm... gli piace leggere, guardare film, vestirsi elegante e..." lei mi interruppe fermandosi davanti una gioielleria "Trovato! Gli prenderai un orologio, lui li usa no?" io mi girai alle mie spalle per osservare i modelli di orologio maschili che c'erano in vetrina. In effetti era un buon regalo per lui, che va sempre a feste e premiere e si deve vestire elegante. "D'accordo entriamo qui dentro." Entrammo nella gioielleria e iniziammo a osservare il negozio. Era abbastanza grande ma era mezzo vuoto. Infatti poco dopo ci si avvicinò una commessa per sapere di cosa avevamo bisogno "Dobbiamo fare un regalo al suo fidanzato" disse subito Ellie e io arrossii. Non ero ancora abituata a definirlo 'fidanzato' "Si e avevamo in mente di prendergli un orologio" continuai io. Così la commessa iniziò a farci vedere vari modelli di orologi maschili. Alla fine scegliemmo un orologio di Armani tutto nero con il cinturino in pelle. (Questo è l'orologio)

Ho pagato e mentre la commessa impacchettava il regalo entrò qualcuno in negozio e salutò un commesso "Buongiorno"

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Ho pagato e mentre la commessa impacchettava il regalo entrò qualcuno in negozio e salutò un commesso "Buongiorno". Io ed Ellie ci guardammo, avevamo tutte e due riconosciuto quella voce "Tom" sussurrai. "Signorina, ci nasconda da qualche parte la prego" sussurrò Ellie alla ragazza che aveva appena finito di impacchettare il regalo. Intanto guardavo Tom dall'altro lato del negozio: stava parlando con il commesso che aveva salutato, sembravano amici. "Signorina. Quello che sta parlando col suo collega è il mio fidanzato e non mi deve ASSOLUTAMENTE vedere qui" spiegai alla commessa. Il cuore mi batteva a mille e sperai che la commessa non ci avesse presi per delle ladre ricercate dall' FBI. Fortunatamente capì "Che coincidenza! Presto venite" ci disse e la seguimmo dietro il bancone. Già che coincidenza! "Ecco state qui, ci penso io al tuo fidanzato" disse la commessa e ci nascose dietro una porta dietro il bancone da cui si sentiva tutto. La stanza era chiaramente un magazzino e io ed Ellie sospirammo di sollievo quando la ragazza chiuse la porta. "Mio dio!" esclamò a bassa voce la mia amica. "Ma con quale coincidenza?" continuò. "Credo che sia amico di quel commesso con cui parlava prima, sembravano amici" dissi. lei annuì e decidemmo di socchiudere la porta il giusto per vedere e sentire quello che Tom e la commessa si dicevano. "Avevo ordinato qui una settimana fa un orologio di Olivia Burton e dev'essere già arrivato" disse alla commessa. Io e la mia amica ci guardammo negli occhi con la bocca aperta. Olivia Burton è una bellissima marca di orologi e io la amavo, e lui lo sapeva. "Mi può dire il cognome per favore?" chiese la ragazza mentre scriveva qualcosa al computer. Le diede il cognome e lei disse di dover prenderlo in magazzino. Noi capimmo immediatamente e ci allontanammo dalla porta proprio mentre la ragazza entrava. "Il suo fidanzato ha proprio dei buoni gusti signorina." Commentò mentre prendeva una scatola. "Quello è un orologio?" chiesi stupidamente. Lei annuì e poi scomparve dietro la porta. Noi sbirciammo ancora e vidi la commessa dare il sacchetto impacchettato con l'orologio dentro a Thomas. "Senta vorrei vedere meglio un bracciale in vetrina" disse poi. Aggrottai le sopracciglia e guardai la mia amica. Notai che anche lei aveva la mia stessa espressione "per chi sarà?" mi chiese lei. Io alzai le spalle e ripresi a guardare. Dopo qualche minuto si fece impacchettare anche quel bracciale che purtroppo non vedemmo bene e quando finalmente lui salutò il suo amico e uscì dal negozio fui davvero felice di non avere più il batticuore. Salutammo e ringraziammo di vero cuore la commessa che aveva avuto una pazienza allucinante e finalmente uscimmo dalla gioielleria. Decidemmo di comune accordo di non parlarne a Tom se non dopo Natale.

Tom's pov

Era ora di cena e finalmente le ragazze stavano tornando a casa. Fortunatamente quando sono andato in centro per prendere i regali non mi hanno visto sennò non avrei saputo come giustificarmi. Dopo aver cucinato la cena decisi di andarmi a riposare sul divano davanti un film, ma mi ricordai della telefonata di quel pomeriggio. Sospirai... ero felice di riprendere il mio ruolo di Loki, Dio dell'inganno, ma sarei stato lontano da lei per ben sette mesi. Ma non posso rifiutare ormai. In quel momento sentì una chiave girarsi nella porta di casa e capì che erano arrivate. "Ciao Tom, scusa il ritardo. C'era un po' di traffico" disse Chiara appena entrata in casa. Avevano tutte e due le mani piene di sacchetti in mano. "Tranquilla. La cena è ancora calda" le dissi e le diedi un bacio a stampo. Poco dopo ci mettemmo a mangiare e Chiara mi domandò "Cosa hai fatto tutto il pomeriggio solo soletto in casa?". La guardai, perché quella domanda? E ora che dico? "Uhm... mi sono riposato" dissi vago. Notai con la coda dell'occhio che le ragazze si lanciavano un'occhiata e mi chiesi a cosa stavano pensando. "Voi invece che avete fatto?" chiesi. "Siamo andate in un paio di negozi" rispose Ellie. Guardai le buste dietro di me e poi riguardai loro "Un paio eh?" ribattei con una risata. Risero anche loro "Okay forse più di un paio!". Scossi la testa e poi continuammo a mangiare.

Ciao a tutti! Ecco qui il capitolo sedici. Volevo informarvi che mi sono documentata per bene e per chi se lo chiedesse o non lo sapesse i Trilith Studios esistono per davvero ed è lì che hanno girato Loki e anche altri film e serie TV Marvel. Detto questo spero che il capitolo vi piaccia e ci vediamo il prossimo lunedì, ciauu.

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