Diciottesimo capitolo

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Il resto delle vacanze natalizie passò bene. Ero felicissima di avere di nuovo accanto, anche se per poco, la mia migliore amica. Purtroppo però anche le cose belle finiscono e il primo giorno del 2020 io, Tom ed Ellie eravamo in aeroporto ad aspettare il volo New York- California. Alle sette e trenta in punto il volo partì e salutai con nostalgia la mia migliore amica.

Passai la giornata al bar cercando di riabituarmi alla solita routine giornaliera. Alle 17 Tom venne a prendermi come sempre e appena arrivai a casa mi stesi a peso morto sul divano, ero stanca morta. "Sei stanca?" chiese lui mentre si sedeva sulla poltrona di fianco. Io annuii e poi mi alzai per mettermi seduta "È sempre un trauma riprendere a lavorare dopo le vacanze" dissi. "Già". Appoggiai la testa alla testiera del letto chiudendo gli occhi e restammo in silenzio per un minuto. "Senti devo dirti una cosa importante" disse. Aprii gli occhi e vidi Tom seduto sul bordo della poltrona con la testa china sul pavimento. "Dimmi". "È una cosa seria Chiara" disse di nuovo lui guardandomi. Che cosa voleva dirmi? Che non funzioniamo insieme? Che mi ha tradito? Che... "No, non è quello che pensi tu" mi anticipò lui capendo ciò che pensavo. "Allora che cosa vuoi dirmi? Mi stai facendo preoccupare Thomas!" esclamai. Lui prese un lungo sospiro e poi iniziò a parlare "Ti ricordi quando mi hanno chiamato dagli studi di Atlanta per la serie su Loki?" chiese Tom. Io annuii e notai con la coda dell'occhio Loki, che se ne stava sdraiato sul divano accanto a me, alzare la testa verso di noi, probabilmente attratto dal suo nome. "Ecco, mi hanno detto che dovrò stare lì per qualche mese". Lo guardai e notai i suoi occhi lucidi. Qualche mese... "Qualche mese quanto Tom?" sussurrai, anch'io con le lacrime agli occhi. Non mi piaceva l'idea di stare senza di lui per tanto tempo. Non avendo alcuna risposta alzai la voce "Thomas quanti mesi?" "Sette mesi". Lo fissai in silenzio per qualche secondo. Sette mesi... sette mesi... sette... mesi... scossi la testa "Thomas che cosa stai dicendo?" farfugliai con voce tremante per le lacrime che purtroppo non ero riuscita a fermare in tempo e adesso scendevano calde sulle guance. "Mi dispiace" disse solamente lui. "È lavoro" aggiunse "È troppo Thomas, è troppo non ci riesco." E scoppiai in lacrime con le mani sulla faccia. Tom si sedette vicino a me e mi abbracciò "Lo so, mi dispiace. Mi dispiace così tanto". Mi scostai giusto quel poco che bastava per guardarlo in faccia "No-Non è colpa tua Tom, so che non lo è. Ma..." non riuscì a completare e scoppiai di nuovo in lacrime. Lui mi abbracciò di nuovo e restammo così per qualche minuto. Quando mi fui calmata ci staccammo, restando comunque abbastanza vicini e gli chiesi "Quando dovrai partire?". Lo guardai in faccia e notai che anche lui aveva pianto, ma non si era fatto sentire, così senza aspettare risposta gli allungai le mani al viso per asciugargliele "Ehi, non è giusto così però. Anche io dovevo consolare te come tu hai fatto con me" dissi scherzosamente e ridacchiammo insieme. "Partirò lunedì 6, mattina presto" disse poi. Annuì, poi mi accucciai al suo petto e lui mi abbracciò calorosamente mentre mi accarezzava dolcemente i capelli.

Avevamo a malapena tre giorni per stare insieme il più possibile ed era questo il mio scopo. Invece mi sono ritrovata un Tom Hiddleston in panico per la valigia, per le battute del copione che ripassava pure mentre mangiava e per tutti i complessi mentali che si faceva e che io puntualmente dovevo fermare. Così mi ritrovai la domenica pomeriggio alle 17 ad aspettare Thomas davanti al bar. Mi aveva promesso che sarebbe passato a prendermi puntuale e invece dopo quindici minuti buoni ero ancora nel retro del bar ad aspettarlo. Stavo perdendo la pazienza e decisi di chiamarlo una volta, due volte, tre volte, niente. Non rispondeva. Persi la pazienza e fermai un taxi che stava passando di lì. Dissi l'indirizzo al tassista e lui fece partire la macchina verso la villa. Appena arrivata pagai il taxi e aprì la porta con le chiavi. Ero così arrabbiata con lui che non feci nemmeno una carezza a Loki che mi salutava, intenta a cercarlo per casa. Alla fine lo trovai a camminare avanti e indietro per la sua camera e A ripassare per l'ennesima volta le battute della serie. Lui non si era accorto della mia presenza così incrociai le braccia e lo chiamai "Ciao Thomas" dissi con voce ferma e arrabbiata. Lui si fermò e alzò la testa verso di me, poi sgranò gli occhi. Certo ora te ne accorgi, vero? Pensai. Iniziò a cercare il telefono per guardare l'orario ma lo precedetti "Sono le 17:40 se lo vuoi sapere. Ho preso un taxi". Affermai seccata. "Amore, mi dispiace. Mi sono messo a ripassare il copione e..." lo fermai. "Che sai a memoria! Tom io in questi tre giorni pensavo che avremmo passato gli ultimi momenti insieme prima di stare separati per sette mesi. SETTE MESI! Hai idea di quanto tempo sia?" mi fermai per riprendere fiato e cercai di respingere le lacrime. Lui mi guardava senza dire una parola e aveva una faccia davvero triste. Mi dispiaceva ma adesso era davvero il momento di parlare. "Mi dispiace" disse. Voleva dire altro ma lo interruppi un'altra volta "Mi spieghi che ti prende? Non è la prima volta che fai le valigie per andare ad Atlanta e questo è un personaggio che intrepreti da almeno dieci anni, perché sei così ansioso?" chiesi questa volta dolcemente. Lui mi guardò, sospirò passandosi una mano tra i capelli e poi si sedette sul bordo del letto in silenzio. Mi sedetti alla sua sinistra mentre sulla destra si sdraiava Loki probabilmente attratto dal vocio in camera e probabilmente anche in cerca di coccole. "Allora?" dissi dopo un minuto di silenzio. Sospirò di nuovo e poi riprese a parlare "Io non sono sempre così quando devo partire, anzi sono tutto il contrario. Anch'io all'inizio pensavo di passare questi ultimi giorni con te però..." si fermò un attimo, poi riprese "...però avevo fatto male i calcoli, ecco." Ma che caspita sta blaterando? Calcoli? Quali calcoli? Quelli di matematica? Non credo... "Thomas non ti seguo". Sospirò una terza volta e si voltò verso di me. Solo allora mi accorsi che piangeva. "Vedi, questa è la prima volta dopo tanto, tantissimo tempo che parto per lavoro e lascio una persona che amo con tutto il cuore. Sai quando è stata l'ultima volta? Quando avevo 13 anni e ho salutato per l'ultima volta mia madre prima di iniziare il primo anno di college. Capisci? È stato 25 anni fa e allora sono stato molto male perché ero piccolo e in quel periodo i miei stavano divorziando, cosa che ha amplificato la mia tristezza ancora di più. Adesso pensavo che sarei riuscito a gestire tutto, ma mi sbagliavo. Non riuscivo proprio a guardarti pensando che poi avresti potuto lasciarmi o tradirmi. Così ho trasformato la tristezza e la paura in panico e ho cercato in tutti i modi di non farti capire come realmente mi sentivo, per questo mi ponevo mille domande che mai mi ero posto. E ho raggiunto il culmine quando due ore fa mi accorsi di non ricordare una parola del copione. Allora iniziai a ripassare cercando di ricordarmi qualcosa ma dopo un'ora e mezza ricordavo a stento solo metà del copione della prima puntata e allora iniziai a pensare che non avrei mai più potuto fare Loki, che non mi avrebbero più chiamato per questo ruolo che è quello che mi ha reso famoso e quello a cui tengo di più e... credo mi venne un attacco di panico. Durò un po', forse quindici minuti, ma fu orribile. Non so spiegartelo, era come se qualcosa mi avesse bloccato il respiro e iniziai a sudare freddo. Credo di avere pianto perché poi mi ritrovai la faccia umida. Quando mi calmai mi sistemai e ripresi il copione, ma mi ero completamente dimenticato di te. Dopo qualche minuto poi sei arrivata tu e mi accorsi che ti avevo lasciata sola ad aspettare per chissà quanto tempo e mi sentii uno schifo. Mi dispiace." Quando finì avevo le labbra schiuse per lo stupore e gli occhi spalancati. Aveva avuto un attacco di panico e anche molto forte e molto lungo. So come ci si sente ad averne uno, visto che ne soffrivo mentre stavo con Justin. Ma io avevo lui che mi stava accanto quando ne avevo uno, Thomas invece aveva affrontato un attacco di quindici minuti da solo. Potevo solo immaginare come doveva sentirsi. Volevo vedere la sua di faccia ma quando aveva iniziato a parlare dell'attacco di panico l'aveva riabbassata. Non avrei mai pensato di scoprire questa parte di lui, anzi non sapevo che ce l'avesse questa parte. Dovevo dire qualcosa a quel punto ma l'unica cosa che mi venne in mente fu quella di abbracciarlo. Appena lo strinsi a me avvertii il maglione che indossavo diventare umido e sentii i suoi singhiozzi: era scoppiato in lacrime. A sentirlo piangere mi salirono le lacrime agli occhi ma mi costrinsi a non farle scendere. Questa volta era lui che era crollato, non io, e dovevo essere forte io. "Ti prometto che non mi perderai mai, mai, e non ti tradirei per nessuna ragione al mondo." Sussurrai alle sue orecchie e lo sentii calmarsi un poco, ma piangeva ancora così cercai di smorzare la situazione "E poi diciamolo: come si fa a tradire Tom Hiddleston?" dissi e a quanto pare ci riuscì visto che sentì uno sbuffo divertito da parte sua che mi solleticò un po' il collo. Poi smise di piangere e mi strinse ancora di più. "Ti amo" gli sussurrai e poi gli diedi un bacio fra i capelli. Fu lui il primo a volersi staccare dall'abbraccio dopo qualche minuto. Ci guardammo in faccia e mentre gli asciugavo le ultime lacrime proposi una cosa "Facciamo così: adesso tu vai a farti una bella doccia rilassante e poi stiamo un po' insieme. Possiamo guardare qualcosa in tv o uscire, quello che vuoi. Basta che stiamo insieme e che tu ti rilassi, va bene?" lui aggrottò le sopracciglia "Non posso, devo studiare il copione" scossi la testa "Le battute le sai te lo assicuro" lui fece per protestare ma io gli misi un dito sulla bocca per non farlo parlare "Le battute le sai, va bene? Ti ho visto studiarle!" sorrisi e sorrise pure lui annuendo. "Guardiamo un film?" chiese lui. "Va bene. Quale? Così inizio a metterlo" dissi. Tom alzò le spalle e disse che potevo scegliere io. "Posso mettere Frozen 2?". Mi guardò strano per un momento, poi annuì e si sporse per darmi un bacio dicendo "Non l'ho mai visto". COOOSA? Sgranai gli occhi e lo scansai un attimo prima di avere il suo bacio "Non hai mai visto Frozen 2?" chiesi sgomenta. Lui scosse la testa e io spalancai la bocca in un 'ooh', manco avesse detto che stava scoppiando la Terza guerra mondiale. "Ma è tipo il film più bello di tutta la Disney!!". Lui sorrise alla mia reazione e disse "Bhe, posso rimediare adesso" e senza aspettare la risposta mi diede un bacio sulle labbra e scomparì velocemente in bagno.

Ciao a tutti! Ok questo capitolo è decisamente tutto il contrario di quello precedente, ma io che ci posso fare! Poi vorrei sapere da voi se ci piace il discorso di Tom. Diciamo che in quel discorso ci ho messo la parte fragile di lui che ancora non avevo fatto emergere quindi spero di averla descritta bene. Detto questo ci vediamo il prossimo lunedì ciauu!❤️

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