Picture Of You

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EPILOGO

HARRY

Il mio sguardo non incontrò più quello di Wenn. Non potevo crederci: lei non si ricordava più di me. Più nulla. Tutto ciò era troppo e non volevo nemmeno provarci. Si ricordava dei ragazzi, di Ashley, delle minime cazzate, ma non di me, non il suo ragazzo.
Niall mi raccontava ogni giorno cosa faceva Wenn, era come suicidarsi per me, ma ero stato io a chiederglielo a differenza della prima volta.
Eravamo destinati a non stare insieme e questa era la conferma.
Cercai di farmi una vita, ormai era da due anni che stavo con Sasha Pieterse e mi trovavo bene. Riusciva a farmi dimenticare il passato, a parte quando arrivava Niall o qualsiasi altra persona che mi raccontava di Wenn.
“Amore, vado a lavorare. Ci vediamo più tardi.” Sasha mi diede un bacio all’angolo della bocca, prima di uscire.
Era la protagonista di un film, di un registra di cui non avevo mai sentito il nome. Ero contento quando andava a lavoro, le volevo davvero un sacco di bene, ma non l’amavo; andavamo abbastanza d’accordo, ma preferivo stare da solo e rimuginare, ricordare e farmi del male. Con la band avevamo allungato il periodo di pausa e forse non ci sarebbe più stata una band, eravamo tutti abbastanza impegnati ed io stavo lavorando all’uscita del mio CD: mancava poco ed ero così emozionato. Anche Liam stava facendo un CD, ed ero molto contento per lui. In più negli ultimi mesi ero diventato un fotomodello, per colpa di Nick Grimshaw, che era da anni che insisteva che dovevo diventare un modello, così accettai, giusto per divertimento e per tenere la mente occupata.
Mi alzai dal divano, deciso di andare a prendere una vecchia scatola. Mi ci volle un po’ prima di arrivare in soffitta; la casa era troppo grande e forse era ora di trovarne una più piccola, mi stava stufando questa, troppi ricordi. Spostai delle cazzate in un mobile, per poi trovarmi la scatola che cercavo, la presi e l’appoggia per terra. Mi sedetti e l’aprii lentamente, come se quel gesto potesse farmi meno male. Le mille foto, le tante cose di Wenn erano tutte contenute in questa scatola nascosta da tutto, ma specialmente dall’occhio di Sasha. Era gelosa di Wenn e ogni volta che se ne parlava, trovava una scusa per scappare dal discorso. Era più che plausibile, lei era il mio presente e dovevo smettere di ricordare il passato. Ma come si faceva? Come potevo dimenticarla se tra di noi ci sono ancora dei punti di sospensione?
Presi il primo album di foto che trovai: c’erano foto dell’ultima festa in cui c’eravamo tutti. Ricordo come se fosse successo il giorno prima quella sera. La sera in cui avevamo fatto l’amore, dopo tanto tempo che non ci univamo. Mi soffermai su una foto dove ci stavamo semplicemente guardando negli occhi: entrambi i nostri occhi scintillavano, mentre il mio cuore palpitava ad un ritmo estremo. Preso dalla nostalgia e dalla rabbia diedi un calcio alla scatola che sbatté nel muro opposto a dov’ero e feci scaraventare l’album di foto. Le mani erano tra i miei capelli e li tiravo, cercando di resistere , ma era troppo e un urlo strozzato riempì non solo l’intera soffitta, ma tutta la casa.
A mal appena sentii suonare al citofono. Corsi di sotto e andai ad aprire: erano Louis ed Eleanor.
“Ciao Harry. Stavi dormendo? Hai gli occhi un po’ rossi…” mi chiese Louis.
“Ehm si, si stavo dormendo. Ciao El, tutto bene?” lei annuì con il suo solito sorriso.
“Harry, non abbiamo molto tempo…”
“Sedetevi, però.” Sorrisi ai miei amici, nascondendo tutto quello che mi ribolliva dentro da prima. Loro si sedettero ed io feci lo stesso dall’altro divano.
“Cosa volete dirmi?”
“Come ti ho detto, fra poco dobbiamo andare, quindi non faccio giri di parole.” Feci un cenno col capo, in modo che potesse andare avanti “Wenn si sposa.”
Non credo che loro l’avessero sentito, ma il mio cuore, anzi la mia anima si era spezzata, andata letteralmente in frantumi come un vetro. Era arrivato il momento che non volevo; me lo ero promesso: se mai si fosse sposata, avrei spento i miei sentimenti e dopo che la mia anima morì dentro la sua prigione, i miei sentimenti si annullarono.
“Congratulazioni per lei.”
“Tutto qui?” sbottò Eleanor, che cosa si aspettava, una scenata come quella nella soffitta?
“Si, El.” La ragazza distolse lo sguardo dal mio e lo portò sul suo ragazzo.
“Harry, noi dobbiamo andare.”
“Buona giornata.”
“Fatti sentire qualche volta ed esci.”
“Lo farò…” si avviarono verso la porta, ma Louis si voltò ancora una volta.
“Primrose, 29 luglio, ore 15.” E si chiuse la porta.

Never Forget Who You Are (seguito: dietro ad ogni sogno)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora