WENN
Passai il secondo peggiore Natale della mia vita. Speravo con tutta me stessa di non farlo di nuovo, ma era successo. Sola in casa, con bottiglie di alcoolici ovunque, musica a tutto volume e mi sono limitata a disegnare, giusto per staccare la testa e perché dovevo disegnare dieci vestiti prima della fine dell’anno. Il problema che andavo sempre a disegnare il suo corpo e sui vestiti strappati, quasi da barbone. Dovevo inventare vestiti moderni e giovanili, decisamente non trasandati e così a fare compagnia con le bottiglie c’erano mille fogli appallottolati. Stavo cadendo in depressione? Può essere, ma dopo la chiamata che avevo avuto con Harry, decisi di spegnere il cellulare, per non stressarmi. Ma quale era il motivo? Non aveva senso di comportarmi così, dovevo reagire, farmi sentire superiore proprio come avevo fatto il giorno della partita, perché lui è un libro già concluso, non potevo scrivere il seguito, perché la fine era… la fine. Nessuno si poteva immaginare un seguito, non ci poteva stare nella mia vita, sarebbe stato troppo per tutti e anche se l’avevo lasciata dove l’avevo iniziata mi tormentava quasi tutti i giorni. Si sa, alcune scelte non ti lasciano, le cicatrici rimango ed io ero là metaforicamente.
Ero sprofondata sul divano da diverse ore, il mio corpo era a pezzi.
Non sentivo più nulla.
Non potevo ridurmi così, che senso aveva? Solo che non riuscivo a reagire.
“Oh mio Dio!” Un qualcuno con la foce femminile e penso cristiano, entrò in casa.
“Cazzo!!” la voce maschile era decisamente meno fine.
“Dio mio, Wenn… mi dispiace.”
La mia testa e il mio corpo scattarono, ma io finii per terra. Di male in peggio. Non volevo farmi vedere in quelle condizioni da nessuno, tanto meno da lui.
“Cavoli, che dolore.”
“Fede, adesso mi spieghi che è successo?” feci un gesto per mostrare tuta la sala, spalcando gli occhi.
“Non vedi? Una festa!” il mio sguardo cadde su quello di Harry, senza staccarsi; aveva gli occhi lucidi. Quanto avevo bisogno di lui.
Cercai di alzarmi, ma ricaddi a terra.
“Ahi!”
“stai ferma, ti aiuto io. Alis e Niall tranquilli, sto io con lei.”
“Ma io…”
“Stai zitta, Wenn. Harry ha ragione e anche se non lo vuoi, devi smetterla di credere così, perché non è vero. Ci sembra più che ovvio che tu senza di lui non puoi stare, mollala di tenerti quella stupida maschera e fallo rientrare nella tua vita. Siamo stanchi del tuo comportamento e sei cambiata… in peggio.”
Inizia a vedere sfocato a causa delle lacrime, mentre Harry spostava lo sguardo da me a Niall, anche lui stupito della sbotta dell’amico.
“Coraggio Harry, svegliati anche te, tira fuori le palle e aiutala adesso.” La coppia andò in cucina, ma mi ricordai che era peggio della sala.
“Mio Dio Federica Maier! IO TI AMMAZZO. Vedi solo di correre e andare con Harry.” Urlò dalla cucina, io sorrisi.
“Prendimi subito.” Allungai le braccia e lui mi prese dalla vita e dopo il suo braccio era sotto le mie ginocchia e l’altro sulla schiena.
Mi portò di sopra, rimanendo in silenzio.
“Grazie.” Dissi una volta che mi appoggiò a terra. La sua mascella era tesa e non ne capivo il motivo.
“Non farlo mai più, mi sono preoccupato tantissimo.” Biascicò. Tenni la testa bassa e sorrisi. “Non sorridere. Non sono ingenuo, capisco… ah, fatti una doccia.”
Staccò la sua presa, ma rischiai di cadere.
“Non sono più ubriaca…”
“Ma sei debole. Vieni che andiamo in bagno.”
Mi trascinò fino al bagno, mi appoggiò sulla mensola in marmo del lavandino e iniziò a riempire la vasca. Lo osservavo mentre faceva il tutto. La maglietta bianca faceva intravedere perfettamente la pelle e ogni muscolo della schiena era rigido mentre si piegava per sentire se la temperatura dell’acqua andasse abbastanza bene. Mi misi a fissare il suo braccio sinistro, erano aumentati di un po’ i tatuaggi dall’ultima volta che vidi quell’arto: ne aveva coperti alcuni, tra cui due che mi piacevano, ma pazienza, corpo suo, affare suo.
“Che c’è?” mi chiese quando mi sgamò a fissarlo.
“Nulla.” Lui sorrise mostrano la fossetta destra, avrei tanto voluto sfiorargliela con l’unghia, mi divertivo un sacco quando lo facevo.
“Harry, perché?” il ragazzo mi tolse le calze e le sfilò, poi si alzò. Fu come cadere e trovarsi un materasso gigante ad attenderci invece che cadere sulla terra fredda mentre i suoi occhi erano puntati nei miei.
“Cosa?”
“Perché stai facendo tutto questo? Nell’ultimo periodo sono stata così meschina e presuntuosa… no, anzi sono stata così stronza e superiore e tu stai facendo questo. Non ha senso.”
“Da quello che mi sembra, molte cose ultimamente non hanno senso per te. Niall non ha tutti i torti, ci dobbiamo svegliare: non possiamo essere solo semplici conoscenti, abbiamo condiviso troppe cose importanti per entrambi e da quando ti ho rivisto la prima volta entrare in quella porta non riesco più a togliermi dalla testa ogni nostro momento passato insieme. Mi è troppo difficile. Lo ammetto, io ti rivoglio con me.” E mi tolse la maglietta.
“Che intenzioni hai?”
“sei quasi un peso morto, ti sto aiutando a svestirti per farti un bagno caldo e non dire che ce la fai da sola perché non è così.” Alzai gli occhi al cielo.
“Ma mi vedrai nuda.”
“Ti ho già visto.” Si avvicinò al mio orecchio “E sei troppo bella per coprirti con inutili vestiti.” Arrossii violentemente, sapevo cosa gli stava frullando in testa e la cosa mi preoccupava un po’, mi sentivo come leggera. “Tranquilla, non ho intenzione di approfittare di te, non lo farei mai nelle condizioni in cui sei tu ora.”
Harry continuo a parlare, mentre io non pronunciavo una parola, mi era troppo difficile riuscirci, dovevo ristabilire l’ordine nella mi testa.
“Alza il sedere.” Feci quello che mi disse e i jeans furono buttati nella cesta insieme alla maglietta. Cercavo di coprirmi con le braccia il più possibile, non perché mi vergognassi del mio ventre, ma dei segni che esso aveva.
“Dai, Wenn. Sono solo io.” Harry mi prese in braccio e mi fece mettere i piedi nella vasca. Non riuscivo più a coprirmi.
“Harry per favore… non fare quella faccia.”
I suoi occhi erano spalancati e sembrava che avesse visto un fantasma mentre osservava il mio corpo.
“C- che cosa ti è successo?” le lacrime scivolarono giù, incapace di trattenerle. Non sarei riuscita a dirgli come me li ero procurati le bruciature da sigaretta e i tagli, non mi avrebbe più parlato.
“Non te li sei procurati da sola, vero?” negai con le labbra strette.
“Questi no…”
“Cosa significa, Wenn…” entrò anche lui nella vasca piena d’acqua e di schiuma e mi abbracciò. “Scusa se non ci sono più stato.”
“Ho avuto un ragazzo un po’ violento, lasciamo stare.”
“Farò finta che sia così, secondo me c’è dell’altro…” mi irrigidii. Non poteva saperlo, nessuno lo sapeva a parte Alis e avevamo fatto un patto, quindi non l’avrebbe detto a nessuno.
“Ehi…” prese il viso fra le sue mani. “Guardami, non ti devi vergognare. Adesso sei qui, ci sono io con te, Wendy.”
“Spero per sempre.”
“Si, piccola.” Mi staccai da lui, appoggiandomi al muro.
“Ti potresti gira o uscire dalla vasca, per favore?”
“Oh certo.” Appena uscì dalla vasca mi girai e tolsi il reggiseno e quando si girò tolsi anche gli slip per poi sedermi cercando di rilassarmi.
“Puoi girarti adesso.”
“Nooo!” la sua fronte era aggrottata e il labro inferiore sporgeva. “certo, pensavi che ti avrei fatto vedere le mie amichette…” mi alzai leggermente e la sua espressione diventava entusiasta. “Hahaha anche no.”
“Sei cattiva!!”
“Ma fammi il piacere. Hahahaha”
Si sedette affianco la vasca e la mia mano vagava nei suoi capelli morbidi mentre mi raccontava dell’ultima cavolata da cane che ha fatto Yionki.
“è proprio stupido quel cane.”
“Da qualcuno avrà preso, non credi?” mi disse sorridendo, mostrando entrambe le fossette.
“Hey, stai dicendo che ha preso da me che ci sono stata pochissimo?”
“Be’… più o meno.”
“Harry…”
“Si, Wendy?”
“Mi sei mancato.”Harry ed io. Se pensate che noi siamo tornati insieme dopo quella sera, vi sbagliate di grosso, ma dovevo ammettere che era cambiato qualcosa e da quando aveva visto il mio corpo ogni volta appoggiava la man sul mio ventre, come se fossi incinta, come se il suo tocco potesse guarire tutte le ferite. Metaforicamente ci riusciva e stranamente stavo bene.
“Wenn cosa stai facendo?”
“Mi annoio Carl!” era uno dei sarti che spuntò nell’ufficio.
“Hai già finito di disegnare tutti i vestiti e di archiviare quelli vecchi?” annui. “wow sei una grande, come fai?” alzai le spalle “Rimarrai tu, ne sono più che sicuro.”
“Lo spero anche io!”
“Ma cosa fai adesso? Sei lì, che stai trafficando con la matita.”
“Nulla di che, sono fissata con questo corpo…”
“O ragazzo!” alzai lo sguardo dal foglio. “Ah sei arrossita. Chi è?”
Mi prese il foglio e dopo averlo osservato un po’ i suoi occhi si puntarono sui miei terrorizzati.
“Ma questo è Har…”
“Harry, che ci fai qua?”
“Okay, che lo disegni…”
“Sta’ zitto!” e li feci un cenno di girarsi. “Harry Styles, ma che onore averti qua.” Mi portai una mano sulla fronte, non ci potevo credere che l’avesse detto.
“Sono venuto per lei… posso?” Carl si spostò e appena Harry era vicino a me, mi guardò facendomi l’occhiolino e alzando i pollici; avrei voluto essere uno struzzo e nascondermi.
“Come mai sei qua l’ultimo giorno dell’anno invece che in qualche posto figo?” aggrottai la fronte.
“Potrei chiederti la stessa cosa, sai?” Harry annuì e si appoggiò sulla scrivania notando i disegni che nascosi subito.
“Gli hai disegnati tu?”
“Si, ma lasc-“
“Wooow ma sono belli. Potresti essere la nostra stilista.”
“No, non credo proprio, non ne ho voglia di vederti tutti i giorni.”
“Ehy… ma va be’”
“Harry, perché sei qua, sai che sto lavorando, vero?”
“Si e so anche che non sei obbligata a stare qua e se alzi il tuo meraviglioso culo potremo andare in aeroporto, perché c’è un aereo che ci sta aspettando. Destinazione: New York!”
Spalancai la bocca incredula e in quel momento non pensai a nessuno se no a come avrei passato il capodanno, come se tutto il dolore di quei tre anni non fosse mai esistito. Non pensai nemmeno agli altri, non sapevo se ci fossero stati anche loro o no, ma non mi importava perché mi sarei divertita a New York ,lui c’era, come amico, ma sarebbe stato lì con me.
Mi alzai, presi le mie cose e salutai tutti urlando “New York” come se fossi diventata una piccola adolescente con gli ormoni a palla.
Il migliore capodanno stava arrivando ed io dovevo solo cogliere quell’attimo.
CIAOOOOOOOOOOOOOOOOO!!come avevo promesso ho aggiornato in questo weekend, anche perchè ho comprato il computer e riuscirò di nuovo ad aggiornare come prima.
Spero ce questo capitolo vi sia piaciuto, i due si avvicinano a piccoli pasti.
Vi anticipo che ci sarà un "colpo di scena" nel prossimo capitolo.
Un bacio!!!P.S. votate e commentate per favore. non vi costa nulla C:
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Never Forget Who You Are (seguito: dietro ad ogni sogno)
Fanfiction**** “Non hai paura che un giorno ti vengano a prendere?” “No, non ho paura! Perché dovrebbero?” “Ma ti senti? Dai sei scappata e ti credono morta!” “Ascoltami una buona volta per tutte: questo è il mio posto! Questo è il mio ossigeno, questo è il m...