Half A Heart

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HARRY
 


Un giorno a Natale. Le valige erano già nell’atrio della casa e il frigo teneva i cibi a lunga scadenza. Non sapevo quanto sarei rimasto a casa, a Holmes Chapel… forse un giorno o forse una settimana. Mi serviva un po’ di tempo per staccare da tutto, specialmente da quella città che in quel momento sembrava che mi soffocasse. Le foto della partita avevano fatto il giorno di tutto il mondo, titoli ovunque con me e questa ragazza. Come cazzo era possibile che non l’avevano riconosciuta? Ma come dargli torto: capelli diversi e più lunghi, ma gli occhi, erano sempre quelli. Stupida stampa, quanto la odiavo? “Harry Styles esulta il goal dell’amico, Louis Tomlinson, abbracciando la sua dolce compagnia.” Ma fatemi il piacere?
Non ero arrabbiato perché sparavano cazzate, ma perché non l’avevano riconosciuta e non sapevo nemmeno spiegare il motivo del perché mi comportavo così. “è lei cazzo!” urlai e la voce rimbombò in tutta la casa, insieme al mio telefonino che stava suonando.
“Pronto!” dissi duro.
“C-ciao… parlo con Harry Styles?” la voce era debole.
“Si, perché?” io non cambiavo il mio tono.
“So che mi ha cercato, sono l’artista del quadro che hai comprato un po’ di tempo fa…” silenzio. “Signor Styles, è ancora in linea?” scossi la testa, finalmente l’avrei incontrata o quasi.
“Si, scusa…”
“Ecco, so che mi voleva vedere. Oggi sono a Londra, non è un problema se ci vediamo come desideravi?”
“Oh ma certo. Non ho molto tempo, perché parto verso le 21.15, ma se vieni subito possiamo farcela.”
“Okay, dove abiti?” le diedi l’indirizzo.
ero così emozionato, finalmente avrei conosciuto l’artista, anche se pensavo fosse un ragazzo.
Mi trovavo seduto per terra con un bicchiere in mano ad osservare il dipinto: quella goccia di sangue che cadeva dal polso della ragazza, il cielo che era un contrasto con il basso scuro e pieno di persone che non comprendevo il motivo del perché le avesse rappresentate; era Wenn, ne ero sicuro, ma se osservavo anche tutto ciò che circondava il corpo della ragazza non ci avrei scommesso che fosse lei. Sembrava tutto un altro mondo, e mi veniva da pensare un mondo pieno di demoni. Poi osservai il ragazzo: i tatuaggi erano più che evidente che fossero i miei, quindi ero io. Non c’era nessun contrasto con l’alto e il basso, come per la ragazza, sembrava tutto uguale. Questo significava che io non ero cambiato e che lei si?
Le mie domande avrebbero avuto delle risposte finalmente. Quando il campanello suonò mi drizzai in piedi, ma i miei occhi caddero sul display del cellulare, mi era arrivato un messaggio, ma lessi solo la prima parola: “posso…” e basta. Non sapevo chi me l’avesse mandato. Abbandonai il cellulare nella tasca dei jeans e andai ad aprire. Uscii dalla porta d’ingresso arrivando fino al cancello. Davanti ai miei occhi avevo una ragazza più alta di me, capelli ricci color mogano e occhi grandi e scuri.Wooow, mi venne subito da pensare.
“Ciao!” dissi subito. “Vieni pure dentro.” Non mi parlò finchè non fummo sul pianerottolo.
“Entra pure.” Appoggiai una mano dietro la sua schiena per farla entrare.
“Grazie.”
La feci accomodare sul divano e le portai da bere.
“Birra, acqua… cosa vuoi?”
“Un bicchiere d’acqua va più che bene.” Capii che non era inglese e tanto meno irlandese, il suo accento era marcato e particolare.
Mi sedetti sulla poltrona di fronte a lei, che bevve un sorso e mi poi mi guardò.
“Non mi sono nemmeno presentata, io sono Asia e finalmente mi potrai conoscere.”
“Ciao Asia… già, finalmente.” Il silenzio prese tutta la casa ed ebbi un attimo di imbarazzo e farla la domanda che mi tormentava da un mese.
mi schiarii la voce e presi coraggio. “Allora, ti volevo chiedere il significato di quel quadro, ti sei ispirata a qualcuno o è frutto della tua immaginazione?”
“Ce l’hai in casa?” mi chiese subito lei ed io annuii. Mi alzai e lei fece lo stesso. Andammo fino alla stanza, fino davanti al dipinto.
“No, non è frutto della mia immaginazione o quasi…” la guardavo, era una bella ragazza, ma non mi potevo distrarre. “no, decisamente no. È abbastanza realistico, ripesto abbastanza. I protagonisti del dipinto esistono veramente.” Mi venne quasi da ridere, alzai la manica del mio maglioncino e le fece notare i miei tatuaggi.
“Ma dai, sono reali… non lo pensavo.” Asia alzò gli occhi al cielo un po’ irritata.
“Si, quello sei tu. Se volevi farmi nota-“
“Lei, lei chi è?”
Mi guardò dritto negli occhi, davano un senso di compassione. “Moon.” Chi era Moon? Era Wenn? Aggrottai la fronte, non capendo minimante nulla.
“è una ragazza che conosco, che ha perso, come dire, la sua miglior via? No, che ha perso tutto.
“Ma sai se questa ragazza si è tagliata?”
“Ha tagli anche nel cuore…”
Anche nel cuore…
Tagli.
Nel cuore.

Le mani stropicciavano il viso, incredulo su ciò che mi stava dicendo.
“Harry, sai chi è la ragazza?” annuii, incapace di parlare. “So tutto Harry… ma mi è più che evidente che tu non sai la parte in mezzo.” Negai. Non sapevo nulla di nulla.
Ci sedemmo, con il viso rivolto verso il quadro e lei iniziò a raccontarmi tutto.
 
La mia mente era ancora nelle parole di Asia, il treno andava veloce, ma le immagini che cercavano di farsi spazio nella testa erano il contrario; adesso capivo il discorso che Alis aveva fatto a Niall: “Wenn è pericolosa per Harry…”
Tutto scorreva perfettamente; Wenn voleva che mi facessi una vita, perché sapeva che sarebbe stato un gran casino se mi fosse messo di mezzo anche io, così capii. Wenn mi voleva proteggere, ma da se stessa? Di quello non ero sicuro, solo che io la volevo nella mia vita e secondo me, anche lei. Alla fine ci siamo lasciati per colpa mia, perché ero troppo distrutto, ma mi maledico ancora… se solo avessi risposto anche ad una sua chiamata, lei non sarebbe in pericolo. Sapevamo tutti che lei non è pericolosa e non aveva così tanto senso il fatto che Alis la considerasse così. Wenn era diventata pericolosa solo per se stessa.
Continuavo a bussare alla porta di casa mia, ma nessuno che veniva ad aprire. So che era un po’ tardi, ma mi avevano detto che mi aspettavano. Mi ricordai del cellulare solo dopo che me ne sono stato dieci minuti fermo ad aspettare che qualcuno arrivasse, lo riacesi e una miriade di messaggi mi arrivarono. Mamma, Gemma, Niall (tanti da parte sua) e poi un numero non salvato in rubrica. Guardai prima quelli della famiglia, così capii il motivo del perché non c’era nessuno, ero andati a vedere uno spettacolo; poi arrivai a quelli di Niall.
 

CHE COSA E’ SUCCESSO?
MI è PIOMBATA WENN IN CASA
PIANGENDO, IMPRECANDO SU
DI TE.

 
Questo era il primo messaggio e non avevo la minima idea di ciò che fosse successo.


HA ASCOLTATO TUTTO IL
NOSTRO CD. 
TRE PAROLE:
HALF A HEART.

 

E poi un altro  messaggio.

 

PARLA CON LEI…
DIO, E’ DISPERATA.
DOMANI E’ NATALE E HA
PREFERITO NON PARTIRE,
SARA’ A CASA DA SOLA…

 

Cercai nel vaso di una pianta la chiave di riserva e la trovai subito, finalmente dentro. Appoggiai le valigie nell’entrata, ero senza forze e mi buttai a peso morto sul comodo divano.

OKAY…

 
Fu la mia risposta. Speravo solo che non capisse che era una risposta da incazzato, perché non erano quelle le mie intenzioni, solo che non capivo.
Dopo di che lessi l’ultimo messaggio.
 

OGGI STAVO VENENDO DA TE,
MA HO VISTO CHE ERI IN DOLCE
COMPAGNIA. TI AVEVO MANDATO
UN MESSAGGIO “POSSO VENIRE DA TE?
VOGLIO PARLARTI.” MA NON MI HAI
NEMMENO RISPOSTO. NON E’ UNA SCENATA
DI GELOSIA E FORSE E’ GIUSTO COSì,
D’ALTRONDE SONO STATA IO A DIRTI
DI FARTI LA TUA VITA E CHE SIAMO
CONOSCENTI, MA ALMENO RISPONDERMI?!?
BUON NATALE HARRY.

-W

 
“Ma porca puttana!!!! Lei voleva parlarmi, ed io cosa ho fatto? Ho ignorato il cellulare tutto il giorno. Coglione eri e coglione sei rimasto Harry.”
Parlavo da solo, ma non me ne importava, non faceva la differenza. Ha pensato male, Asia era lesbica ed io dovevo parlarle.
I bip erano interminabile e non ne potevo più. Ma rispose dopo due chiamate.
“Pronto?” la voce rauca e impastata.
“Ciao Wenn…” dall’altra parte sentii una risata isterica.
“Finalmente. Pensavo fossi morto.”
“Wenn, io.”
“No, Harry. Non dovevo mandarti quel messaggio.” La sua voce era impastata dal troppo alcool, eppure sembrava essere così seria.
“Wenn, sei ubriaca?”
“Ma che dici Harry?! Ubriaco sei tu. Mi ubriaco da sola? Ma che bel divertimento.”
“Wenn, quante bottiglie hai vicino a te…” singhiozzi. Non volevo quello.
“Tre di birra e mezza bottiglia di qualcosa che non so cosa è, e prima un qualcosa abbastanza forte, scusa.”
“Perché?” ero nervoso, non doveva andare così e mi sentivo in colpa. Doveva essere qua con me, ma lei so che non lo voleva o almeno era quello che cercavi di farsi credere.
“Perché è brutto essere soli, sola senza te. Perché è come svegliarsi con solo metà cielo azzurro come se fossi quasi lì ma non proprio. Io sto camminando con solo una scarpa, ho solo mezzo cuore senza te. io sono mezzo uomo, quando sono al meglio, con metà freccia nel mio petto. mi manca tutto ciò che facciamo, perché  ho solo mezzo cuore senza te.”




BUON GIORNOO!

Eccomi qua, allora come vi sembra fino adesso il ff?
Vi anticipo che piùavanti ci saranno parti più spinti, non ci sono
ancora arrivata, per vari motivi.
Harry è venuto a sapere tutta la verità su Wenn, ma cosa ha fatto veramente?
Più avantu scoprirete tutto <3 <3

Never Forget Who You Are (seguito: dietro ad ogni sogno)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora